SIRACUSA – Un omicidio senza alcun apparente motivo: il diciannovenne Giuseppe Lanteri, arrestato 24 ore dopo l’efferato assassinio avvenuto ieri mattina, non odiava la madre della sua ex fidanzata; anzi, aveva con lei un rapporto confidenziale e Loredana Lopiano, 47 anni, era una delle poche persone capaci di ascoltarlo e di capire le sue esigenze. Per questo diventa ancora più inspiegabile l’impeto che ha portato Giuseppe, che tutti definiscono un bravo ragazzo, a uccidere brutalmente la donna, infermiera del reparto di oncologia dell’ospedale Di Maria di Avola, nel Siracusano. Una di quelle persone abituate a lavorare sempre con il sorriso, grazie alle quali le giornate di tante persone che si recavano in ospedale erano meno tristi.
Eppure, ieri mattina in via Savonarola, ad Avola, il ragazzo ha agito con lucidità: ha atteso la donna davanti alla porta di casa. Alle 7.30 l’infermiera è uscita per recarsi a lavoro, l’ha visto, e probabilmente l’ha invitato a entrare per qualche minuto. La porta si è chiusa alle loro spalle. In tasca aveva quel coltello con la lama affilata che già altre volte aveva portato con sé. Impossibile sapere cosa si siano detti. Nessuno ha urlato: la figlia sedicenne che si stava preparando per andare a scuola si trovava al piano superiore e non ha sentito nulla. Giuseppe ha sferrato tre coltellate improvvise, due al collo e una alla nuca. La vittima si è portata la mano al collo, in maniera istintiva, quasi a premere sulla ferita e, quando si è girata, Giuseppe l’ha colpita per l’ultima volta alla nuca, dove è rimasta conficcata la lama del coltello.
La vittima, Loredana Lopiano, 47 anni
Sul muro sono rimaste le impronte delle mani di Loredana, che ha tentato di sorreggersi. Giuseppe non sarebbe fuggito: ha fatto i primi tre gradini della scala, poi probabilmente ha sentito rumore o ha visto la sua ex fidanzata scesa al pianterreno dopo aver udito rumori e i gemiti della madre. Solo allora è fuggito a piedi si è recato dalla nonna, che abita non distante, per togliersi di dosso quel sangue e cambiarsi i pantaloncini, lasciandosi addosso la maglietta a chiazze scure. Ha tranquillizzato anche la nonna e una vicina di casa che gli chiedevano se fosse successo qualcosa. Poi è sparito, inghiottito tra i vicoli del quartiere Priolo.
Non è chiaro quando sia arrivato alla scogliera del lungomare di Avola, in un anfratto non facile da raggiungere. E’ scesa la sera e Giuseppe si è trovato solo. Ha iniziato a rispondere al telefonino ai messaggi di amici e familiari che lo cercavano: alla sorella, alla mamma e al cognato, tranquillizzandoli. Il suo e qualche altro cellulare sono stati sequestrati dalla polizia. I familiari avevano pensato al peggio: a un suicidio. Lanteri aveva con sé dei farmaci che assume quotidianamente essendo affetto da una patologia. «Ma non era in stato di alterazione ed è apparso lucido e collaborativo» ribadisce Fabio Aurilio, dirigente del commissariato, a capo della caccia all’uomo.
Il Comune di Avola ha organizzato una fiaccolata in piazza Umberto I, domani sera alle 18,30, e un minuto di silenzio, alla stessa ora, in tutti i luoghi istituzionali.