«L’Ona da anni è presente sul territorio a tutela dell’ambiente – spiega Calogero Vicario, coordinatore in Sicilia e a Siracusa – ma soprattutto a tutela dei diritti dei lavoratori esposti all’amianto e altri cancerogeni. La mobilitazione ha portato risultati positivi sia dal punto di vista giudiziario, nelle aule dei Tribunali, e anche dal punto di vista legislativo. Tutto ciò grazie al sostegno di tanti lavoratori che hanno subito un ingiusta discriminazione, al presidente Nazionale Ezio Bonanni che sostiene l’attività giudiziaria per il riconoscimento dei benefici previdenziali per esposizione all’amianto e a Pippo Gianni, medico siracusano componente del Comitato tecnico scientifico Ona, punto di riferimento sanitario per i lavoratori che hanno contratto patologie asbesto correlate».
E’ grazie all’iniziativa parlamentare di Pippo Gianni che è stata istituita la legge regionale 10 del 2014 sui rischi derivanti dell’amianto, colmando un vuoto di 25 anni, che potrebbe proiettare la Regione verso quelle attese bonifiche che porterebbero, oltre che un ambiente più salubre, migliaia e migliaia di posti di lavoro e si eviterebbero le future esposizioni alla fibra killer e quindi meno decessi e meno patologie. L’art.8 della legge (comma 1 e 2) garantisce infatti a tutti i lavoratori siciliani dell’amianto la sorveglianza sanitaria nell’istituendo Centro di riferimento regionale per la cura e la diagnosi anche precoce delle patologie derivanti dall’amianto.
«La produzione, lavorazione, la vendita e l’impiego dell’amianto è fuori legge in Italia dal 1992. Le fibre di amianto, se inalate, sono mortali. Basta una singola fibra – evidenzia Calogero Vicario – a determinare l’insorgenza di tumori come il mesotelioma pleurico per i quali non vi è nessuna forma di cura. L’insorgenza della malattia, si manifesta dopo moltissimi anni dall’inalazione della fibra di asbesto. È stato calcolato un periodo di latenza, che varia dai 15 ai 50 anni, prima che si manifesti una patologia correlata. L’asbestosi è stata la prima malattia professionale amianto-correlata riconosciuta dall’Inail nel 1943; dal 1994 sono tabellate come tali anche il mesotelioma (pleurico, pericardico e peritoneale) ed il carcinoma polmonare».
Nelle ultime conferenze sull’amianto a Siracusa è emerso che la Sicilia si conferma una delle aree più interessate dal picco delle patologie da amianto, e le cifre parlano da sole: più di 100 mesoteliomi all’anno registrati dall’Ona soltanto nell’Isola, che raggiunge la percentuale di 5,3 % su base nazionale. Nel Siracusano, nel polo industriale di Priolo – Augusta – Melilli i dati sono inquietanti, perché sono ancora migliaia gli edifici e i complessi industriali che contengono amianto. In Sicilia, per i mesoteliomi dal 1998 al 2014 si sono registrati 1286 casi di decessi, circa 450 nel solo periodo dal 2009 al 2014 e Siracusa, in rapporto alla popolazione residente, è la provincia a più alta incidenza con 156 uomini e 40 donne per un totale di 196. Intanto aumentano le richieste di pensionamento per amianto: in Sicilia le domande presentate per andare in pensione usufruendo del beneficio di legge, sono state circa 40 mila, circa 15 mila solo nella provincia di Siracusa; ben 2163 le domande in istruttoria all’Inail di Siracusa ancora da evadere.
«Le legge sull’amianto – commenta il “padre” della Legge Pippo Gianni – viene disattesa anche dai medici che si occupano del riconoscimento della patologia dell’amianto; e viene disattesa perché non sanno come identificarla. Siamo in forte ritardo ma i malati non possono aspettare».