Nella provincia di Siracusa autobus più vecchi e inquinanti che altrove. Circolano i dati, nazionali e locali, della seconda edizione dell’Osservatorio sui macro-trend del trasporto pesante, un rapporto Continental sul comparto dei mezzi per il trasporto di merci e persone. Riguardo agli autobus del trasporto pubblico, nell’anno di riferimento dell’inchiesta, ossia il 2021, la provincia di Siracusa fa segnare un calo di immatricolazioni: solo tre nuovi autobus. “Il comparto dei mezzi pesanti per il trasporto merci in Italia ha chiuso il 2021 con 24.168 immatricolazioni, in crescita rispetto al 2020 del 23,2% – dice il report Continental -. La Sicilia segue la scia positiva e segna un aumento del 41,4%, immatricolando 1.513 nuovi mezzi. Siracusa è l’unica provincia in calo con -32% e 66 nuove targhe”. Stesso trend sul trasporto persone: “Il settore nazionale del trasporto persone mostra un importante segnale di crescita, con 4.091 mezzi immatricolati nel 2021 a fronte dei 3.404 del 2020 (+20,2%). Tra le regioni in negativo – prosegue il report – la Sicilia registra un calo pari al -42,3% e 112 targhe”. A Siracusa immatricolati solo tre nuovi mezzi. Va aggiunto, però, al di fuori del report, che l’anno precedente – il 2020 – l’azienda del trasporto pubblico locale, l’Ast, ha immatricolato sette nuovi mezzi che girano in città. Nei fine settimana tre di essi vengono utilizzati nel servizio delle due linee, Blu e Rossa, di navette in supporto alla Ztl di Ortigia. Altri cinque, invece, sono utilizzati per il trasporto studenti a Sortino. Si tratta di mezzi Euro 6, quindi di nuova generazione a impatto ambientale zero. Ma si è trattata di una parentesi in mezzo a anni di degrado. Tornando al report Continental, riguardo all’alimentazione: Siracusa ha una percentuale alta di autobus elettrici, solo che non circolano. Saranno quelli che il Comune acquista e lascia chiusi in officina? “Per le fonti alternative, in Sicilia l’elettrico arriva allo 0,8%.
Il gasolio supera di poco il 95% e il metano tocca il 3,4%”, dice il report. Che aggiunge: “Siracusa segna la percentuale più alta in regione per veicoli elettrici (3%), anche se il parco circolante resta composto quasi esclusivamente da mezzi a gasolio (95,3%)”. Categorie Euro. Anche qui non ci siamo: “A Siracusa gli autobus Euro 0 doppiano gli Euro 5 e 6”. A fronte di un aumento in Italia, rispetto al 2020, della percentuale di autobus appartenenti alle categorie Euro 5 ed Euro 6, che si attesta al 42,3%, “stupisce negativamente la quota degli autobus di categoria Euro 0 ancora in circolazione: l’11,8% del parco. Ben sopra la media nazionale, in Sicilia gli Euro 0 arrivano al 20,1% mentre gli Euro 5 ed Euro 6 al 28,1%. Nella provincia di Siracusa il tasso di Euro 0, 1 e 2 sfiora il 57% toccando la cifra più elevata a livello regionale, dove i soli Euro 0 superano il 34%. Coerentemente la provincia registra solo il 17,6% per le classi più giovani, tasso più basso”. Infine l’anzianità: Siracusa è all’ultimo posto per la presenza di autobus con meno di 5 anni di età. “In Sicilia la fascia di oltre 20 anni cresce notevolmente rispetto a quella nazionale (38,2% rispetto a 26,9%). In regione i mezzi con un’età massima di 5 anni superano di poco il 13%. Siracusa ha una percentuale di autobus oltre i 20 anni che sfiora il 55% segnando la percentuale più alta in regione.
La provincia, inoltre, si posiziona all’ultimo posto per la presenza di mezzi giovani, da 0 a 5 anni, registrando solo 5,5%”. Questi i dati nudi e crudi. A fronte dei quali vanno ricordate alcune cose. La crisi del trasporto pubblico nel comune di Siracusa ha origine in un contratto di esercizio, che la Regione stipula con l’Ast per conto del Comune (al quale Palermo gira le somme mensilmente da destinare al gestore) e che dal 2010 ha subito un drastico ridimensionamento. Al cospetto di quella riduzione di fondi, Ast non ha più potuto garantire il servizio e il chilometraggio stipulati, tanto che subito chiese la rescissione. Allo stesso tempo, per decreto, da Palermo le veniva intimato di prorogare il servizio. Su un costo di gestione di 4 euro al chilometro, l’Ast ne cominciò a ricevere 1,80. La conseguenza non poteva non riflettersi sul servizio. Anche a fronte del fatto che il Comune non è intervenuto a integrare (come accaduto da qualche altra parte).