Vincenzo Arcidiacono, creatore catanese del software di tutte le auto al mondo

Di Pierfrancesco Reverberi / 10 Novembre 2016

La sua passione informatica gli consente di affrontare la sfida per la progettazione di un’applicazione per smartphone (ArciDanni) che permette di ridurre i tempi burocratici nella valutazione dei danni agli edifici.

Ha proseguito il dottorato al Mit: «È stato un periodo molto bello della mia vita perché è un ambiente molto dinamico. Però mi sono reso conto che se si deve fare una scelta, è meglio laurearsi in Italia. Siamo molto teoretici, magari poco propensi al mondo lavorativo, però abbiamo una forma mentis che in America non riescono ad impartire. Quando loro mi proponevano un problema che non rientrava nell’esercizio spiegato, lo approcciavo senza difficoltà, perché ricordavo le ipotesi e le dimostrazioni, applicavo il procedimento e andavo avanti. Mentre per loro se cambiavi una virgola non era semplice». In seguito, cambiando dottorato in corso d’opera, si iscrive alla Scuola Interpolitecnica che lo porta al Telkion di Israele: «Un’esperienza molto bella: gli israeliani sono molto aperti, sono quasi siciliani».

Attualmente Vincenzo Arcidiacono lavora al Jrc (Joint Research Centre) di Ispra (Va), centro che fornisce sostegno scientifico e tecnico alla progettazione, allo sviluppo, all’attuazione e al controllo delle politiche Ue. In questo contesto Arcidiacono si è occupato della modellazione dei veicoli rispetto alle emissioni di CO2, soprattutto dopo lo scandalo Volkswagen. La nuova normativa nuova verrà applicata a partire dal 2020 ma i veicoli attuali vengono già testati secondo quei parametri. Arcidiacono ha sviluppato un software, progetto CO2MPAS: «Calibro un modello di una macchina sui dati nuovi e riproduco i dati della normativa vecchia con i valori di CO2. Un lavoro abbastanza complicato perché il livello di dettagli è enorme: le funzioni chiamate per un solo veicolo sono oltre 7.000. Anche le case automobilistiche, quando hanno visto i risultati, sono rimaste colpite perché noi siamo in sei mentre da loro lavorano gruppi di oltre 20 persone. Qualche mese fa abbiamo avuto la lieta notizia che tutte le case automobilistiche dovranno utilizzare il software che abbiamo scritto per tutti i veicoli che sono prodotti».

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: arcidiacono ingegneria mit politecnico