Sicilians
Un odontoiatra nisseno nell’ “Under 30 Europe List” della rivista Forbes
L’ultimo tra questi è quello di essere stato incluso dalla prestigiosa rivista Forbes nella “Under 30 Europe List” che comprende per l’anno 2018 i trenta giovani medici di età non superiore ai trenta anni che sono già riusciti ad affermarsi per le innovazioni introdotte nell’ambito della loro attività professionale e che è una sorta di “club” di professionisti di qualità in grado di determinare il cambiamento della medicina. In questi casi è facile parlare di “cervelli in fuga”. Ma stavolta forse si tratta di competenze e ricerche che esulano da ambiti geografici specifici.
Il dott. Cicero – siciliano a tutti gli effetti: suo padre Baldassarre (ma gli amici nisseni e i suoi tanti compagni di liceo continuano a chiamarlo Dario) è nato 65 anni fa a Santa Caterina, in provincia di Caltanissetta, e la mamma Stefania è palermitana – e di traguardi nella sua vita ne ha già raggiunti diversi e tra questi alcuni importanti: si è laureato con lode all’università di Tor Vergata a Roma in Medicina ed Odontoiatria, è stato poi ammesso nel programma di Parodontologia post laurea alla New York University, dove ha frequentato per anni il corso di Chirurgia paradontale e impiantare, e adesso appunto è stato selezionato da Forbes e premiato per avere ideato e sviluppato assieme alla collega Martina Ferracane una start up chiamata “Oral 3D”, che consente ai dentisti di tutto il mondo l’utilizzo di strumenti di ultima generazione come la stampa 3D per la ricostruzione ossea. Una tecnica utilizzata in pochissimi studi al mondo e che sinora ha comportato costi elevati sia per i medici che per i pazienti.
Nella motivazione che ha accompagnato a Londra la consegna della “nomination” del dott. Cicero – che è nato a Roma, ma ha trascorso buona parte della sua infanzia a Santa caterina – si legge «che è uno dei giovani protagonisti che stanno determinando il cambiamento della medicina non solo attraverso l’introduzione di strumenti tecnologici ma anche grazie all’utilizzo di un nuovo modo dio comunicare con i pazienti. Il suo sogno è quello di dare a tutti la possibilità di sottoporsi a cure fino ad oggi economicamente inaccessibili e soprattutto ridare il sorriso a persone che hanno subìto traumi derivanti da incidenti o da malformazione genetiche».
«Continuo ad avere la Sicilia nel cuore e i miei ricordi più belli sono legati a quando venivo a Santa Caterina, in campagna dai miei nonni Pippo Cicero e Rosina Benza – racconta il giovane medico – a Caltanissetta, dove abbiamo diversi familiari. Torno spesso, e comunque quando gli impegni di lavoro lo consentono, avendo incarichi a New York e anche all’università europea di Madrid, e occupandomi anche degli ambulatori di Palermo e a Marsala dove vengono seguite tecniche di interventi all’avanguardia. Anche mio fratello Emanuele, che ha 26 anni, ha intrapreso la professione di odontoiatra e adesso studia negli Stati Uniti per perfezionarsi».
Ma cos’è la tecnologia Oral 3D?
«Si tratta di un software – spiega il dott. Cicero – che permette con pochi click di convertire radiografie e tac in modelli 3D, utili al chirurgo per capire come intervenire al meglio e al paziente per vedere cosa succederà all’interno della propria bocca durante il trattamento. Quest’ultimo dapprima si sottopone a una tac in studio per terapie che prevedono impianti e rigenerazione ossea e poche ore dopo siamo in grado di avere un modello in 3D dell’osso dell’interessato. Utilizzando questo modello riusciamo quindi a comunicare in maniera più efficace con i nostri pazienti e a vedere cosa c’è sotto la gengiva, cosa che sino ad ora non era possibile, comunque non questa… chiarezza. Le chirurgie di rigenerazione ossea possono durare anche 9 mesi e il paziente non sa bene cosa sta succedendo; questa forma di dialogo costante dà sicurezza all’interessato, soprattutto perché in questo modo riusciamo a fargli vedere tutti gli step, prima, durante e dopo gli interventi chirurgici. Anche per il chirurgo è un grande vantaggio perché così riesce a modellare ed ad avere tutto su misura prima di aprire il sito di rigenerazione ossea, evitando possibili sorprese durante l’operazione. Morale: con questa tecnica si lavora con più rapidità e precisione».
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