Dimenticate i vecchi libri polverosi o le riviste tra gli scaffali di una biblioteca. Oggi l’arte si studia su Instagram. Qualcuno sgranerà gli occhi, comprensibilmente anche. Ma la potenza del social più utilizzato al mondo si dimostra anche nella sua capacità di avvicinare i più giovani a mondi apparentemente noiosi e lontani dagli strumenti che ogni giorno stanno nelle mani dei ragazzi: sì, avete capito bene, si parla degli smartphone.
Tra consiglieri di moda e pubblicatori seriali di ricette, c’è una nuova figura che fa timidamente capolino nel web, quella dell’art influencer. E nell’olimpo di questo mondo ancora poco esplorato, ma che prende piede sempre più velocemente, c’è lui.
Siciliano, precisamente di Noto, 20 anni e una scoperta fatta per caso: Roberto Celestri è il creator di contenuti d’arte più seguito su Instagram, in tutta Italia.
«Ho cominciato a creare reel, video di 15 secondi, per raccontare in modo alternativo le più belle o le più famose strutture architettoniche del nostro Paese e in pochissimo tempo ho raggiunto oltre 5 milioni di like rendendo l’arte virale» racconta Roberto, che si è diplomato al liceo scientifico di Noto e oggi vive a Roma, dove si è trasferito tre anni fa per studiare Cinema. È stato proprio durante l’ultimo anno di studi che Instagram gli ha cambiato, se così si può dire, la vita. O che, comunque, gli ha indicato quale strada potesse prendere per pianificare il suo futuro partendo dalla sua grande passione e dalle competenze che aveva iniziato ad acquisire e a sviluppare.
«Ho cominciato a riprendere in un momento un po’ morto, in cui ho iniziato a fare delle lunghe passeggiate che mi hanno fatto perdere 20 chili in un anno. Scherzavo con i miei amici sul fatto che avrei dovuto rendere le mie passeggiate un lavoro, visto che sono arrivato a percorrere anche 30 km al giorno», racconta Roberto, che ha appena iniziato una partnership con i Musei Vaticani, che ha avuto la fortuna e l’onore di girare in lungo e in largo, rigorosamente a porte chiuse, per creare i contenuti da postare sul suo profilo.
L’arte gli scorre nelle vene da sempre, “colpa” dei genitori restauratori che lo hanno fatto crescere tra chiese, statue e cornici antiche, sviluppando interesse, amore e curiosità per quel mondo.
Anche il cinema è una passione che da tempo Roberto sperimenta in vari modi. «Ho collaborato con il Comune di Noto come videomaker per la famosa infiorata e ho girato diversi videoclip musicali. Questo modo di vedere e raccontare il mondo l’ho trasferito anche nei miei reel, che giro esclusivamente con il mio I phone».
È questa, ormai, l’arma vincente per comunicare con le giovani generazioni, come conferma Roberto.
«La soglia dell’attenzione media si è abbassata tantissimo e i reel sono contenuti brevi e accattivanti che piacciono ai giovani».
A parlare sono anche, e soprattutto, i numeri: in soli due mesi ha ottenuto 20 milioni di visualizzazioni. Ma non solo. «Tanti ragazzi e ragazze fanno video e mi taggano per farmeli vedere ed è bello che il mio stile, in un certo senso, si trasmette così rapidamente, diventando anche di altri. Significa che l’arte non è poi così tanto di nicchia come si pensa, ha solo bisogno di essere riscoperta e vissuta in modo diverso, alternativo».
La sua formula magica, per creare un contenuto interessante, è semplice: niente Colosseo o Cappella Sistina. Sotto i riflettori c’è il dettaglio, l’angolo che nessuno sognerebbe di fotografare, l’opera sconosciuta, ripresa a 360° per fare immergere chi guarda nell’atmosfera. E funziona.
Roberto ha già collaborato con tante realtà importanti, una su tutte il MAXXI di Roma, e lavora con vari artisti. Da gennaio, per esempio, è lui a creare i reel della pagina del pittore siciliano Giuliano Macca.
Ma tra i suoi “follower” c’è anche Jago, artista italiano che opera nel campo della scultura e della produzione video, conosciuto in tutto il mondo.
Neanche a lui è sfuggito il talento del giovane siciliano. Incuriosito e attratto dalle 50 mila visualizzazioni di uno dei reel di Roberto, lo ha contattato per invitarlo alla mostra a Palazzo Bonaparte di Roma, dove Roberto ha girato alcuni contenuti.
«Per me è un punto di riferimento ed essere riconosciuto e contattato da lui è stato destabilizzante. Abbiamo parlato molto e mi ha persino fatto vedere in anteprima il bozzetto di un’opera che deve ancora realizzare. Un sogno per chiunque lavori, o sogni di lavorare, nel mondo dell’arte».
Anche diversi Comuni lo stanno intercettando per sponsorizzare le città e il turismo attraverso i reel, segno che gli enti pubblici si stanno svecchiando, attivando nuovi canali e nuove energie per diventare più attrattivi.
«Da poco ha iniziato a seguirmi anche Massimo Osanna, il direttore generale dei Musei Nazionali, e sono stato citato come “caso studio” nella tesi di Laurea di una studentessa del corso di Management dei Beni Culturali».
E ora, che succede? È davvero tutto rose e fuori quando si lavora su Instagram? «Ho deciso di scommettere su Instagram e ora devo decidere quale strada intraprendere. Continuare a collaborare con i musei o aspettare nuove opportunità. Lavorare con i social è bello, certo, ma bisogna considerare anche l’altro lato della medaglia, sei costantemente nelle mani dei numeri. Certo è che fino a due mesi fa avevo obiettivi diversi e non avrei mai immaginato di arrivare fin qui. Adesso mi sono messo in gioco e sono aperto a tutte le possibilità».
E, nel frattempo, cresce, impara e continua a costruire il suo futuro. «Vorrei creare un po’ di contenuti a Napoli, che al contrario di Roma, così luminosa, è piena di ombre. Quando entro in una Chiesa a Roma trovo turisti, a Napoli invece trovo le persone che pregano. E questa cosa mi colpisce tantissimo. Tra luci e ombre imparo a essere paziente, ad aspettare l’attimo giusto. E questo vale per i video, ma è anche e soprattutto una lezione di vita».