Samuel Montegrande, da Catania ai “salotti” della tv

Di Simone Russo / 06 Gennaio 2019

Catania – Samuel Montegrande a soli venticinque anni è diventato un volto noto ed apprezzato della televisione. Merito della sua forza di volontà e della sua grinta. La sua storia può essere d’esempio per tanti giovani e non solo. Quando si crede in qualcosa si deve lottare e combattere quotidianamente con le difficoltà. Crederci sempre e arrendersi mai. La storia di Samuel inizia proprio da Catania, la sua città. A soli vent’anni, decide di andare via e di allontanarsi dall’affetto della sua famiglia e dei suoi amici. Una valigia piena di sogni e trecento euro nel portafoglio. Parte alla conquista di Firenze. «La città dei mie sogni – spiega – un museo a cielo aperto».

Parte alla ricerca di nuovi stimoli e nuove realtà da scoprire. Casualmente da lì inizia il suo sogno chiamato spettacolo. Un sogno che da “Selfie”, il programma di Simona Ventura, lo porta ad essere un opinionista fisso di “Forum”, condotto da Barbara Palombelli, un “mostro” di “Striscia la notizia” ed un concorrente di “Opinion leader”, condotto da Selvaggia Lucarelli. Per lui si sono aperte anche le “porte” del “Maurizio Costanzo Show”. Oggi è pronto a debuttare con il suo primo libro “Non sarò più solo”. «Casualmente mi sono ritrovato seduto in prima fila a “Selfie” – racconta Samuel – e commentavo le storie che si susseguivano. A fine puntata, un autore mi ha invitato a fare un provino per “Forum”. Mi sono subito ritrovato in diretta tv a commentare una storia molto forte ed ho creato una situazione molto intensa. La mia voglia di raccontarmi, è finita anche su “Striscia la notizia”. Subito il quarto posto nei “Nuovi Mostri”».

Ti aspettavi tutto questo?

«Assolutamente no, ricordo con piacere le parole della Palombelli. A fine puntata mi ha detto “benvenuto nella nostra famiglia”. Una famiglia che mi ha accolto per cinque anni e che mi ha permesso di esprimermi. Ho cercato di dare voce a chi voce non ha. Ho molto difeso chi soffre di omofobia, di razzismo e di bullismo».

Grazie alla tua voglia di raccontare sei stato invitato anche da Maurizio Costanzo. Che esperienza è stata?

«Nell’aprile dello scorso anno, ho raccontato un episodio di bullismo che avevo vissuto in prima persona. È stata una emozione forte. Essere davanti al “Re” della televisione italiana e poter portare la voce di tanti giovani è stato stupendo. Ho fortemente voluto raccontare la mia storia perché la vita mi ha dato una carezza ed ho il compito di aiutare gli altri».

“Non sarò più solo” è il tuo primo libro. Cosa puoi anticiparci?

«L’ho scritto di getto in due notti, ma ancora sto scrivendo nuovi capitoli. Non mi sento ancora pronto per consegnarlo. Lo farò quando non avrò più nulla da raccontare. Mi piace definirlo un romanzo, non romanzo. La mia storia che si intreccia con quella di Santi, un 27enne conosciuto casualmente sul treno per Milano. Una storia che vuole essere uno sfogo, vuole raccontare i periodi “no” della vita ma che devono essere superati. In questo libro ci sono vari frammenti, vari ricordi e tanta aria catanese. C’è molto di me, molti aneddoti, racconti. Voglio un libro che parla di amore, di rapporto fraterno, di malattia, di sconfitta ma anche e soprattutto di rinascita».

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Pubblicato da:
Redazione
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