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Pietro Fattori, l’uomo che ha riaperto i binari dei treni storici

Agrigentino, classe 1980, ha cominciato con le Ferrovie Kaos per riaprire la tratta attraverso la Valle dei Templi. Ora ha un ruolo nazionale con la Fondazione Fs

Di Lorenzo Rosso |

«In carrozza, si parte!». Poi uno sbattere di porte e lo sferragliare delle carrozze. Siamo su uno dei tanti treni storici delle Ferrovie, in particolare sulla ripristinata “Ferrovia del Basso Monferrato”, tratta Asti-Chivasso, in Piemonte. Lui, Pietro Fattori, come al solito è al suo posto, sul treno ad accompagnare i viaggiatori. Agrigentino, classe 1980, Fattori è ormai diventato un riferimento nazionale per quanto riguarda i viaggi sui treni storici in tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia. 

La “storia” di Pietro, “l’uomo dei treni”, era cominciata proprio ad Agrigento, tanti anni fa: «Non sono figlio di ferrovieri come qualcuno potrebbe pensare – racconta Fattori – ma sono nato e cresciuto a pochi metri dalla stazione ferroviaria di Agrigento Centrale, quindi in mezzo ai treni. Da bambino stavo ore ed ore, ad osservarli dal mio balcone in via Acrone».

Laureato in filosofia ed esperto di comunicazione, prima di spostarsi a vivere nella Capitale, aveva svolto l'attività giornalistica in diverse testate locali. Appassionato di storia e cultura ferroviaria, ed impegnato in vari progetti di rigenerazione urbana nella sua città, sul finire degli Anni Duemila, Pietro Fattori ha fondato l'Associazione Ferrovie Kaos con lo scopo di valorizzare le ferrovie sospese e abbandonate della provincia. Insieme ad un gruppo di giovani agrigentini ed empedoclini, aveva quindi dato il via al progetto di rilancio e musealizzazione della stazione di Porto Empedocle Centrale, un impianto ferroviario ottocentesco, terminale della linea ferroviaria proveniente da Palermo che attraversa il Parco archeologico della Valle dei templi. 

Nel volgere di pochi mesi, viene organizzato il primo pioneristico “treno turistico”, si era nel 2010, con a bordo 140 studenti che ebbero così modo di visitare per la prima volta la rigenerata stazione di Porto Empedocle ed il Giardino della Kolymbethra, a pochi passi dalla fermata ferroviaria "Tempio di Vulcano". Dopo quella prima esperienza vi fu un susseguirsi di iniziative analoghe, e in un solo anno di attività, sulla ferrovia dei templi, che era chiusa da ben 34 anni, viaggiarono circa 5.000 turisti.

L'esperienza siciliana, dove una ferrovia considerata da decenni un “ramo secco” rinasce nel segno del turismo ferroviario, viene subito replicata con successo in altri territori italiani, in particolare in Irpinia, sulla Rocchetta – Avellino e nel Friuli Venezia Giulia, con la Sacile – Gemona, dove comitati e associazioni cercano di copiare il modello della Agrigento – Porto Empedocle. 

Nel frattempo Ferrovie dello Stato decide di costituire al suo interno una Fondazione con lo scopo di valorizzare il proprio patrimonio infrastrutturale storico, costituito da locomotive, musei e da un immenso archivio fotografico. La direzione viene affidata ad un giovane ingegnere bergamasco, Luigi Cantamessa che tra i suoi collaboratori diretti, sceglie anche Pietro Fattori, chiamandolo a Roma per affidargli la gestione delle attività di comunicazione dell'Ente.

Dunque, almeno per una volta, il “modello Agrigento” è vincente. Proprio basandosi sul successo di questo modello, la Fondazione delle Ferrovie dello Stato in questi ultimi nove anni di attività, è riuscita a riaprire ben 750 chilometri di ferrovie sospese o dismesse, in tutta Italia. Su quelle medesime linee, un tempo tagliate dalle Ferrovie perché improduttive, oggi viaggiano oltre 100mila turisti l'anno, molti dei quali stranieri. Dalle regioni bagnate dal mare, come la Liguria, a quelle “baciate” dalla montagna, le ferrovie storiche sono in grado di accontentare un po’ tutti. 

«Tra i prossimi obiettivi della Fondazione in Sicilia – dice Pietro Fattori – vi è il completamento dei lavori di rinnovo dell'armamento della nostra linea ferroviaria dei Templi, per la quale sono stati stanziati oltre 10 milioni di euro. Senza contare la riapertura delle ferrovie turistiche Alcantara – Randazzo e la Noto – Pachino, dove i lavori sono appena partiti grazie ai fondi del Pnrr».  Pietro Fattori ormai da anni vive a Roma insieme alla moglie Elena e alla figlia Sara ed è il responsabile della comunicazione esterna della Fondazione delle Ferrovie dello Stato nonché Direttore Responsabile del mensile “TuttoTreno”. La sua attività lo costringe a girare spesso per l'Italia, ma quando è possibile, torna sempre volentieri nella sua Agrigento. Perché, come sosteneva Ennio Flaiano: «Ogni stazione è il punto psicologico più vicino alla propria casa». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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