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Palermo sogna il premio Oscar con il baby regista Nicola Rinciari

Di Paolo A. Pagano |

Palermo – Si chiama “Our Side” ed è il film cortometraggio di Nicola Rinciari, baby-regista siciliano, selezionato per concorrere agli Oscar e girato interamente a Palermo, l’anno scorso. Inizialmente la troupe, composta da ventitré studenti arrivati nientemeno che da Savannah, negli Stati Uniti, era giunta a Palermo con l’idea di presentare il lavoro alla Biennale di Venezia e in alcuni festival americani. Qualche giorno fa la notizia della candidatura della pellicola al concorso cinematografico più prestigioso al mondo, nella sezione che il premio dedica agli studenti universitari: gli Student Academy Awards.

«Tra le statuette viene assegnato anche un premio al miglior cortometraggio universitario in una rassegna separata e le nomination sono 6, scelte tra oltre 2000 cortometraggi inviati da tutto il mondo. Non mi sarei mai aspettato di essere nominato per questo premio visto che – ha confessato il regista – un alunno della mia università non veniva nominato da più di 10 anni». Per dirne una, da questa competizione a inizio carriera c’è passato – e ha vinto – Spike Lee, anche lui all’epoca studente, nel 1983. Poi, pochi giorni fa, la nomination: «Mi sono sentito onorato e orgoglioso del lavoro di tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione del film». Il protagonista è Ugo Pagliai: «Mi ha chiesto di mandargli la sceneggiatura e ha subito accettato». Accanto a Pagliai, Roberta Giarrusso, la Sonia Martini di “Carabinieri”, e poi la giovane attrice Giulia Di Pace. La storia, che trae ispirazione da vicende reali, è quella di Adillah; una badante di nazionalità africana che si occupa di un anziano signore alla quale però non viene rinnovato il permesso di soggiorno. La ragazza deve poi decidere cosa fare quando l’anziano ha un attacco di cuore: portarlo subito in ospedale in auto, rischiando di essere scoperta e rimandata a casa, o lasciarlo morire.

Roberta Giarrusso e Ugo Pagliai

«È un’idea che continuava a tornarmi in mente – ha detto il cineasta ventiquattrenne – così ho pensato che in questo momento storico nel quale le difficoltà di integrazione, a seguito di politiche fortemente nazionaliste, sono rappresentative del reale scenario sociale internazionale, una storia ambientata a Palermo e, particolarmente, in Sicilia potesse parlare anche a un’audience americana o di qualsiasi altro Paese. Il Savannah College of Art and Design ogni anno finanzia un film da girare a Hong Kong. Stavolta non è stato possibile a causa dei disordini e delle proteste antigovernative locali. Così ho proposto Palermo, la mia città natale». L’università ha accettato la proposta ma non l’ha finanziata «per motivi di assicurazione» spiega Rinciari, che però non si è perso d’animo e ha chiesto ai compagni di provarci lo stesso autofinanziandosi. Tutti hanno accettato e si sono raccolti 36mila dollari per pagare attori e spese di viaggio.  Ad aiutare Nicola nel progetto, altri tre ragazzi palermitani che non fanno parte della scuola americana ma che hanno comunque partecipato attivamente alla realizzazione del film: Alberto Cascio, Claudia Viani e Gabriele Aiello. I vincitori del concorso a premi verranno annunciati in una cerimonia online il 15 ottobre.

«Incrociamo le dita», dice Nicola che, intanto, si è trasferito a Los Angeles con la sua partner e produttrice, Emily Dillard. «Il nostro obiettivo finale rimane comunque quello di continuare a realizzare film capaci di parlare alla nostra società odierna».

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