Il personaggio
Lucia Ayari, dal ring di Librino al sogno olimpico
Papà tunisino e mamma catanese, a 8 anni è stata affidata a una casa-famiglia. Cresciuta alla Boxing Team Catania Ring, ha trovato il suo riscatto nel pugilato
Sul ring per abbattere i tanti pregiudizi e soprattutto per vincere le tante paure di una vita che non è stata certo benevola per Lucia Ayari. La campionessa di pugilato, papà tunisino e mamma catanese, nata e cresciuta nel quartiere Librino ha trovato in questa disciplina l’ancora di salvezza.A soli otto anni infatti è stata affidata ad una casa-famiglia, una scelta dolorosa dei genitori ma fondamentale per poter dare un futuro a questa straordinaria ragazza che adesso dopo i tanti podi a livello internazionale, ha cominciato il 2025 con un argento alla World Cup di Foz de Iguacu in Brasile che le ha aperto la strada nella corsa ad una maglia azzurra in vista dei Giochi di Los Angeles 2028.«Sono salita sul ring quasi per caso – racconta Lucia Ayari – e da quel momento combatto contro le mie tante paure. Non ho avuto una vita facile ma ho avuto la fortuna di conoscere una mia seconda famiglia che mi ha accolto al PalaNitta di Librino come una figlia».
I primi pugni da piccola

Lucia Ayari infatti da piccola è stata notata dal maestro Antonino Maccarrone che con il mitico maestro Aroldo Donini a Librino con la Boxing Team Catania Ring svolge un lavoro straordinario avviando alla “noble art” centinaia di ragazzi e allontanandoli dai pericoli del quartiere. «Per caso durante una lezione di zumba – ci dice ancora adesso emozionato i maestro Antonino Maccarrone – ho visto questa ragazzina in azione ma ho subito capito che avevo il “fuoco” dentro. Da li la proposta di venire a provare il pugilato sul nostro ring dove a soli 13 anni è cominciata questa straordinaria storia sportiva con Lucia che già subito dopo i primi match si è messa in evidenza a livello nazionale e oggi invece può pensare di coronare il sogno della sua vita e il sogno di ogni sportivo: partecipare alle Olimpiadi».
Il sogno che si avvera

«Ancora non ci credo – aggiunge con suo sorriso solare Lucia – sognavo da piccola di fare qualcosa di grande nello sport ma non ancora non mi capacito che posso ambire a partecipare alle Olimpiadi con l’argento in Brasile che poteva essere anche una medaglia d’oro, visto che non ho fatto la finale per un attacco influenzale, ma ho già conquistato punti per il ranking che qualifica per Los Angeles».Poi Lucia si fa seria quando ricorda alcuni momenti della sua vita: «Devo dire grazie ai miei genitori per la scelta dolorosa di affidarmi a una comunità, ma importante per il mio futuro. Ho avuto infatti la fortuna di conoscere questa splendida realtà del pugilato al PalaNitta anche se non è stato certo facile. All’inizio in palestra ero l’unica donna e mi sembrava di essere al posto sbagliato. ma per fortuna in questa palestra ho conosciuto la famiglia Donini che mi ha accolto come una figlia, dai maestri Aroldo con la moglie Grazia Messina, al maestro Antonino Maccarrone e la moglie Adriana Donini».
Il percorso di crescita

Fondamentale per il percorso di crescita, non solo da atleta, è stato il sostegno dei genitori, che non è mai mancato. «Da tre anni non c’è più mio papà Mauro – ricorda Lucia che ha anche quattro fratelli – che mi seguiva e teneva sempre nel portafoglio la pagina con un articolo del quotidiano “La Sicilia” dopo un mio podio europeo. Era lui che mi sosteneva e mi dava la forza per andare avanti. E anche mia mamma Santa ancora oggi mi è sempre vicina e nonostante tutto quello che è stata costretta a fare, devo dirle grazie perché mi ha dato una grande opportunità. Senza quella scelta dolorosa forse avrei vissuto in quel quartiere in maniera diversa e invece il pugilato mi ha cambiato la vita e mi ha dato vita, mi ha fatto da maestro, mi ha messo davanti a delle scelte che avrebbero cambiato la mia vita per sempre, ma io ancora non lo sapevo e oggi festeggio con la mia “famiglia” questa l’ennesima impresa sportiva».Dopo la gara in Brasile e il conseguente pass, Lucia Ayari è stata accolta alla Boxing Team Catania Ring al PalaNitta con una festa a sorpresa e una torta gigante per celebrare questa prestigiosa medaglia d’argento nella prova di World Cup.«In passato ho fatto a pugni con i pregiudizi – racconta Lucia – e pur vivendo in una comunità ancora oggi ricordo i tanti sacrifici sopportati quando giovanissima uscivo da scuola e attraversavo con l’autobus tutta la città per raggiungere il PalaNitta a Librino. Mi allenavo poi facevo i compiti e alla sera il maestro mi riportava alla casa-famiglia».«Festeggiamo la campionessa – gridano forte i due maestri Aroldo Donini e Antonino Maccarrone – ma ogni traguardo raggiunto da Lucia Ayari siamo sicuri che è solo l’inizio di nuove conquiste. Grazie, Lucia, per la tua dedizione, il tuo spirito e la tua forza. Siamo orgogliosi di te e pronti a supportarti in ogni passo verso nuovi successi».Adesso Lucia Ayari, classe 2003, un destro micidiale e un gioco di gambe sul ring che fa paura alle avversarie, ha le idee molto chiare sul suo futuro con i migliori gruppi sportivi militari che ormai seguono da tempo le sue gesta. «Dopo la maturità all’Istituto Alberghiero ho deciso di fermarmi per quanto riguarda gli studi e focalizzare tutto il mio interesse sul pugilato. Spero magari di trovare posto in un gruppo sportivo militare che mi possa garantire il futuro e soprattutto farmi continuare la mia carriera pugilistica ad alto livello».Lo sport come strada maestra per darsi un futuro. Un sogno che parte da un quartiere a rischio e difficile come Librino, dove vivono oltre 40mila persone e che invece presto potrebbe diventare realtà visto che Lucia Ayari al momento è tra le migliori atlete del panorama pugilistico italiano. Una scommessa per Librino che anche con lo sport cerca una sua rinascita con altre realtà che continuano a operare sul territorio come quella dei Briganti di rugby ormai un punto di riferimento per tanti giovani del quartiere e altre che sono pronte a rilanciare e dare un futuro ai giovani dando la possibilità di praticare uno sport.Intanto Lucia Ayri si gode la sua leadership in Italia con un palmares invidiabile quando ancora deve compiere 22 anni. Lucia Ayari con sempre al fianco il suo maestro Antonino Maccarrone ha vinto in carriera nove titoli italiani nelle varie categorie e due volte a livello assoluto. A livello internazionale è stata argento e bronzo ai Mondiali junior. Poi dopo uno stop di 12 mesi per un brutto incidente stradale, nel 2023 ha vinto l’oro agli Europei Under 22 e nel 2024 ha chiuso con il doppo tricolore Under 22 e assoluto e adesso all’esordio nel 2025 l’argento nella World Cup. Per Lucia 49 match in carriera: 41 vittorie e 8 sconfitte.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA