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Lidia Schillaci, la voce d’oro di “Tale e Quale Show” “cresciuta” con Eros Ramazzotti
Così parlammo della Sicilia eterna… Del profumo di rosmarino sui Nebrodi, del gusto del miele di Melilli… delle raffiche di profumo riversate, si dice, su Palermo dagli agrumeti durante certi tramonti di giugno. Parlammo dell’incanto di certe notti estive in vista del golfo di Catellammare…. Lo dice Paolo Corbèra, nel racconto di Tomasi di Lampedusa, “La Sirena”, descrivendo uno degli incontri col senatour Rosario La Ciura. La nostra Sirena è nata a Palermo ma cresciuta nell’incanto adolescenziale di Castellammare del Golfo. Si chiama Lidia Schillaci e da pochi giorni spicca, nella sua casa di Milano, la targa di vincitrice di “Tale e Quale Show”, il programma di Rai1 condotto da Carlo Conti. «Palermo – racconta Lidia, per tornare alle sue origini – è una città meravigliosa, così come tutta la Sicilia, io amo la mia terra, una terra unica».
Ma veniamo ai giorni nostri, finalmente il podio.
«Non è un risultato scontato. Il pubblico che mi segue mi ha dato tanta carica. Mi ha emozionato».
Lidia Schillaci nei panni di Mina a Tale e Quale Show
Scrive un suo fan sui social: quante cose devi vincere perché finalmente qualcuno si accorga che la tua è una voce da solista?
«Eh! (sospira, poi ride. Ndr). Intanto penso che questo sia un bellissimo riconoscimento e un inizio. In realtà non ho mai vinto nulla. I miei posti “preferiti” erano i secondi e i terzi posti. Adesso, evidentemente, è cambiata la direzione. Questa vittoria arriva dopo vent’anni di gavetta e mi dà tanta carica, finalmente ho la possibilità di dire la mia, di poter esprimermi artisticamente al 100%».
Nelle varie stagioni ha interpretato personaggi maestosi, da Edith Piaf a Whitney Houston, da Giorgia a una strepitosa Lady Gaga, ma vincere portando sul palco Mina ha tutto un altro sapore…
«Mina è Mina, il non plus ultra».
Se mi dovesse indicare l’avversario più temuto e il giudice più “cattivo”?
«La mia non vuole essere una risposta diplomatica ma non c’è mai stato antagonismo. “Tale e Quale” è strutturato in modo che tutta la settimana ti impegni a studiare il personaggio che ti assegnano e alla fine ti ritrovi a sentire cosa fanno i tuoi compagni solo a soundcheck della serata o durante la puntata. Non hai neanche il tempo di pensare alle classifiche. L’anno scorso, abbiamo ancora un gruppo WhatsApp attivissimo e ci scriviamo ogni giorno, alla fine si andava a cena tutti insieme, cosa che quest’anno non abbiamo potuto fare ma solo a causa del Covid. C’è un gruppo di persone con le quali si è creata una bellissima energia. E’ un programma fatto di condivisione. E tanto merito va anche al capofamiglia, Carlo Conti che è stato esempio per tutti. Si è visto l’amore per questo lavoro, nonostante il Covid, nonostante stesse in ospedale. La grande professionalità sta proprio nel fatto che quando ami veramente il quello che fai e lo senti nel cuore, non ti ferma niente».
E’ quel che rimane di una Tv “vera”, rivolta alle famiglie, senza volgarità, litigi e gambe all’aria?
«Fortunatamente ci sono questi programmi che uniscono, e il merito è della squadra, degli autori, e di Carlo indubbiamente, la spina dorsale».
E ora?
«Ho pronto un progetto discografico, il mio obiettivo è quello di proseguire nella mia carriera artistica e questa vittoria rappresenta lo start per una strada che mi immagino bella e luminosa. Ho voglia di tirare fuori le mie canzoni».
E in tutto questo cosa unisce Nonna Rosina e Louis Armstrong?
«Due pilastri. Nonna Rosina è il pilastro della nostra famiglia. Ha cresciuto me, mio fratello e mia sorella, mentre mia mamma andava al lavoro. Anche mio nonno Antonino, che purtroppo non c’è più, è stato per noi un padre, ma Nonna Rosina ha creduto in me fin dal primo momento. Quando avevo tre anni dicevo già che volevo fare la cantante, avevo le idee chiare e ce le ho ancora adesso, la determinazione mi contraddistingue».
Solitamente le bimbe a tre anni dicono di voler fare le principesse.
«Sì, io invece sapevo bene quel che volevo fare davvero. Sono stata sostenuta dalla mia famiglia malgrado le poche possibilità. Hanno investito su questa mia passione. Mia nonna ha detto subito a mamma: questa ragazza ha talento. Louis Armstrong, invece, è entrato nella mia vita grazie a “Summertime”. la prima canzone che ho sentito alla radio. E ho detto: io voglio fare questo. Mi ha rapito e mi ha portato in un mondo magico. Una bambina di tre anni rapita dalla musica…».
La panacea delle sette note?
«La cultura, l’arte, e quindi anche la musica, sono la medicina dell’anima. Non dobbiamo lasciare che questa cura vada perduta come mi sembra che stia accadendo in questo periodo contrassegnato dal Covid. Bisogna coltivarla, nutrirla. Le medicine e i medici curano il corpo, ma l’arte cura noi come esseri che vivono anche oltre questa vita, almeno per chi crede. E’ proprio questa la magia della musica. Non la puoi toccare ma ti arriva, la senti…».
All’inizio ci fu un pianoforte.
«Sì, ho iniziato a studiare al Conservatorio, ma che volessi utilizzare la voce lo avevo capito molto tempo prima. Mi è sempre piaciuto cantare ma ho cominciato a studiare uno strumento perché era importante conoscere la musica. Mia mamma, con i primi risparmi del suo lavoro al Provveditorato agli Studi di Trapani, mi ha comprato non un pianoforte ma il migliore che ci fosse a disposizione, non si è limitata».
E poi, via dalla Sicilia.
«A 18 ho fatto mia prima esperienza in tv e sono andata a vivere a Milano, poi in giro per il mondo con Eros Ramazzotti. Un lavoro che mi ha permesso di vivere di questo mestiere e di fare una grande esperienza. Il tutto è durato 8 anni. Eros mi ha cresciuto, mi ha dato l’occasione di calcare i palcoscenici di tutto il mondo. Adesso sono pronta a fare i miei live, il palco è la mia casa».
Da New York a Taormina, ma quale palco le ha lasciato davvero qualcosa dentro?
«L’Olimpico di Roma, una serata incredibile per la quantità di gente che c’era. Trema il palco ma tremi anche tu. E’ come un tuffo nel vuoto. Quando parte lo show è un’emozione impagabile. Me lo ricorderò per sempre».
Adesso aspettiamo il momento di ricominciare.
«La scorsa estate ho fatto un concerto su FB in streaming in HD, che mi ha permesso di fare lavorare alcune maestranze, i miei musicisti, i videomaker. Abbiamo dato questo segnale di speranza per far ripartire la musica e non farla fermare»
Lei ha un bellissimo rapporto con i social.
«Ho avuto l’intuizione, cinque anni fa, di utilizzare un’applicazione che si chiama Periscope. Ero in giro per Roma, al Colosseo, e mi sono detta: vediamo come funziona. Ho avviato la diretta e ho cominciato a cantare e in un secondo hanno cominciato a seguirmi dall’America, si è connessa anche Tyra Banks, addirittura Samantha Cristoforetti dallo Spazio».
A proposito di AstroSamantha…
«Quando è tornata sulla Terra, che detto così sembra una cosa assurda, mi ha chiesto di cantare per lei alla presentazione del film. E su Pericope ci siamo incontrati anche con Rosario Fiorello. Lui seguiva le mie dirette e io le sue. Mi chiedeva: ma tu cosa fai? Un giorno, ha scritto: dite a Lidia Schillaci che voglio invitarla a Edicola Fiore domani. Io stavo cantando e mi sono arrivati centinaia di messaggi: ti cerca Fiorello!!! Avevo appena finito lo show alle 20,30 e sono andata da Milano a Roma, non ho dormito ma tanto la trasmissione era alle 5 del mattino!».
A parte la voce, è molto brava anche nell’interpretazione dei personaggi. Le piacerebbe fare l’attrice?
«Mi piacerebbe e lo dico con cognizione di causa perché è una cosa che ho potuto anche provare, fare l’attrice non è molto distante dall’interpretare una canzone. Ci devi entrare dentro con tutta te stessa».
Il canto delle Sirene, Corbèra, non esiste: la musica cui non si sfugge è quella sola della loro voce.
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