Le galassie non hanno segreti per Angela in “fuga” nella lontana Svezia

Di Martino Geraci / 19 Marzo 2019

Nella parte retrostante la porta d’ingresso del suo laboratorio è appeso un disegno realizzato con semplici pennarelli, che ritrae in tutta la sua bellezza e maestosità l’Etna. L’autore di questo bozzetto è il piccolo Christian, che lo ha voluto regalare alla sua cara mamma perché sa quanto le manchi la Sicilia e quel Vulcano che ogni giorno ammirava, percorrendo la strada che da Mazzarrone, suo paese natio, la conduceva a Caltagirone, dove studiava. Angela Adamo, 38 anni, sposata e madre di due figli (Christian e Miriam), è uno dei tanti “cervelli in fuga” nostrani che si sono affermati all’estero, che ha dato loro quelle occasioni ed opportunità che il proprio Paese, l’Italia, non ha potuto, ma in alcuni casi anche voluto, dare.

E torna in mente quel detto siciliano che recita: «Cu nesci rinesci!». Oggi Angela è tra gli astronomi più affermati del Nord Europa. I suoi studi sull’evoluzione delle galassie stanno inanellando premi e riconoscimenti, come quello prestigioso di dirigere un gruppo di ricerca internazionale tutto suo all’università di Stoccolma, in Svezia. Un successo ottenuto dopo anni e anni di sacrifici e, soprattutto, di lontananza dall’affetto dei suoi familiari.

Dopo aver ultimato gli studi scientifici a Caltagirone, Angela si trasferisce a Padova, dove si laurea in Astronomia, il cui dipartimento allora faceva parte (adesso non più) della facoltà di Matematica e Fisica. «Quando mi iscrissi all’università – racconta Angela – volevo studiare Fisica nucleare, ma poi capii che mi affascinava di più approfondire la questione della formazione dell’universo. Studi e teorie, spesso anche astratte, applicate all’immensità e all’indeterminatezza del cielo. Più lo guardavo e più scoprivo situazioni ed aspetti nuovi. Ciò mi entusiasmava».

Attraverso immagini e dati provenienti dal telescopio Hubble e da quelli europei in Cile, Angela è riuscita a mettere in piedi un metodo speciale ed unico per “investigare” le galassie. «Con il supporto del mio gruppo – spiega la ricercatrice 38enne – analizzo gli ammassi di stelle, dalla cui luce riesco a constatare se sono giovani oppure vecchie e quindi in via di esaurimento. Questo mi consente sia di capire come si trasformano le galassie e sia di comprendere come si generano elementi fondamentali per la vita, come ad esempio ossigeno e carbonio, e quindi come pianeti simili alla terra si possano formare intorno a stelle come il Sole. Il futuro? Creare una legge che predica con certezza l’evoluzione naturale delle galassie. Poi, siamo nelle mani di Dio…». Strano sentire un’astronoma richiamarsi nel suo lavoro al Padre Eterno. «È più facile di quanto si possa credere – spiega in realtà Angela, che ha un fratello presbitero missionario in Asia e, assieme al marito-collega Arian Bike, frequenta da decenni il Cammino Neocatecumenale, itinerario di iniziazione alla vita cristiana della Chiesa cattolica – conciliare la fede all’astronomia. È vero che quasi tutti i miei colleghi sono atei, ma è difficile non scorgere la mano di Dio nella bellezza e sopratutto nella perfezione dell’Universo che ci sovrasta».

«Non nascondo – conclude la ricercatrice – che la Sicilia mi manca parecchio, ma la mia vita è ormai qui, in Svezia, dove cresceranno i miei figli. Quando si abbraccia l’astronomia bisogna cogliere quelle pochissimi opportunità che si presentano e mettere in conto sacrifici e rinunce enormi».

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Pubblicato da:
Redazione
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