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La messinese hi-tech che fa risparmiare sui conti della spesa
Per Inspiring Fifty, proprio la start up di Barbara Labate, lanciata nel 2010, è una delle migliori in Italia e sicuramente una delle poche con una donna al vertice nel Belpaese.Una gran bella soddisfazione per la giovane imprenditrice messinese, alle cui dipendenze lavorano – zucchero non guasta bevanda – 20 persone full time tra Milano (sede commerciale dell’impresa) e Catania (sede legale di Risparmiosuper).
Barbara Labate si è laureata in Scienze politiche a Messina, poi ha fatto un master alla Columbia university. Rientrata in Italia alla fine del master, l’intraprendente siciliana nel 2004 ha fondato la sua prima società che si occupava di prodotti e servizi per il mondo dei cellulari: «Tutto quello che riguardava il download di loghi, suonerie e i primi servizi internet attraverso il cellulare», racconta. Attività che ha fatto da ponte, in realtà, alla realizzazione di quella che era la sua vera innovativa idea imprenditoriale, Risparmiosuper appunto, per la quale era stata “folgorata” per le strade di New York: «Quando ero studentessa negli Stati Uniti durante il master alla Columbia University – racconta infatti l’imprenditrice – non avevo grandi possibilità economiche: andavo quindi cercando sempre i supermercati dove potere risparmiare nel fare la spesa. È allora che mi sono resa conto che non esisteva un servizio di questo tipo e che, attraverso un’applicazione che consentisse di confrontare i prezzi dei supermercati per potere individuare quello più economico, avrei potuto risolvere quello che era sì un mio problema ma comune a tante altre persone».
Ed è proprio questa la “mission” di Risparmiosuper, che calcola quanto costano nei vari supermercati i prodotti presenti nella lista della spesa dell’utente, proponendogli poi, dopo la comparazione, quello più economico in zona. Vista a posteriori, sembra la scoperta dell’acqua calda, soprattutto in periodi di crisi economica come quello che vive da anni l’Italia. In realtà è un’idea nuova e geniale, certificata peraltro dal successo della start up che in tutto il Paese raccoglie numeri che si aggirano intorno al milione di utenti registrati che usufruiscono gratuitamente del servizio e agli oltre 500 mila download. Un servizio agli utenti che, in termini di comparazione dei prezzi, rappresenta un unicum in Italia. Essere inserita nella lista delle 50 donne più hi-tech d’Europa «fa veramente piacere – sottolinea Labate – perché dopo tanto lavoro è un riconoscimento. Mi piacerebbe che ci fossero più donne nell’ambito della tecnologia e spero che la mia storia possa essere di esempio e di sprone per altre donne. Generalmente, infatti, il rapporto con gli uomini in questo settore è di una donna ogni 10 uomini».
E non è vero che tutto ciò, malgrado le apparenze, abbia poco a che fare con gli studi di Barbara Labate: «In realtà – spiega – in Scienze politiche a Messina ho studiato anche marketing. Certo, devi poi avere predisposizioni naturali, deve piacerti la tecnologia, devi avere una mente predisposta al problem solving e amare questo ambito». Fondamentale anche l’esperienza negli Stati Uniti, non solo per il lampo di genio dell’idea imprenditoriale, ma «perché – ammette Labate – senza questa esperienza probabilmente non avrei avuto il coraggio di fare alcune scelte». E spiega: «Negli Usa se avevi un progetto o un’idea, potevi chiedere fondi e ottenerli. Lì è normale, mentre in Italia eravamo ancora agli albori, non si sapeva neanche da dove iniziare».
Anche se poi Barbara Labate la sua impresa l’ha sviluppata in Italia che «sicuramente non è l’ambiente migliore per fare impresa a causa del costo delle risorse umane, della burocrazia, delle tasse. Quello italiano non è un sistema che favorisce l’impresa, però volevo rientrare nel mio Paese e dimostrare che anche qui si poteva fare start up». La difficoltà maggiore è stata reperire i capitali, «perché in Italia gli investimenti sono ancora limitati. Per fare un paragone con gli Usa, diciamo che in America sono 10 volte tanto rispetto al nostro Paese».
Prepararsi ed essere concreti sono i due pilastri dei consigli che l’imprenditrice si sente di suggerire ai giovani: «A loro direi di essere molto preparati e non superficiali, di assicurarsi che l’idea o il progetto che vogliono realizzare sia effettivamente utile a tante persone e non soltanto a loro. Consiglio poi di non offrire servizi troppo arzigogolati, ma quanto più semplici possibile. Insomma, di studiare molto prima di spendere soldi e fare progetti». Anche perché è fisiologico che la stragrande maggioranza delle start up si tramutino in un flop: «È normale: è come dire che su 20 cantanti che vanno a Sanremo, uno solo vince. Ci sta: di ogni edizione ci ricorderemo soltanto una o due canzoni, non tutto il resto».
Se la sede commerciale di Risparmiosuper è a Milano, quella legale è a Catania, a dimostrazione di uno stretto rapporto tra l’imprenditrice e la sua terra di origine: «I nostri clienti (l’industria alimentare o la grande distribuzione) – spiega Barbara Labate – al 90% sono al Nord Italia: se dovessi partire dalla Sicilia per ogni appuntamento, mi perderei in trasferte. È quindi normale che la sede commerciale sia al Nord. Dico purtroppo, ma è così». Oltre a fornire dritte agli utenti su dove fare la spesa meno cara, comparando i prezzi, l’impresa di Labate fornisce alla grande distribuzione, quindi ai supermercati, una piattaforma per l’e-commerce: «Abbiamo lanciato l’e-commerce con una delle più grandi catene di supermercati a livello nazionale un anno e mezzo fa e ora lo stiamo facendo anche con un player siciliano che servirà la città di Messina».
Nessun rimpianto per l’imprenditrice messinese, neanche di essere tornata dagli Stati Uniti, anche se, ammette, «se potessi, oggi andrei a vivere in Asia, perché quello è un mercato che sta esplodendo e che offre grandi opportunità, grazie a Paesi in crescita economica e demografica notevole». Come dire, il futuro ha gli occhi a mandorla.
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