La citazione del discorso dello scrittore morto suicida nel 2008 e fra le icone della “Generazione X” è dettata dai molti riferimenti ai suoi libri che si trovano nel disco di Carnesi. Sin dalla dedica finale: “Le attività noiose diventano perversamente molto meno noiose se ci si concentra molto su di esse”. Che è il metodo di lavoro del riccioluto talento siciliano. «Come indica il titolo, la noia ha per me un’accezione positiva – spiega – Se da un lato disturba, ti blocca, dall’altro ti spinge a fare qualcosa. Io cerco la noia. Per fare il disco ho lasciato Milano per tornare in Sicilia, nel mio paesino, Villafrati, deliberatamente per annoiarmi. Quando sono in questa condizione, sono portato a scrivere, leggere, vedere un film, ascoltare un disco. Così ho racimolato le idee per l’album».
David Foster Wallace affiora anche nel brano Lo scherzo infinito, «traduzione maccheronica del titolo del suo libro più famoso, “Infinite Jest”, più di mille pagine, noioso fino alla morte – ride – Mi riconosco nelle tematiche di Foster Wallace».
Ma Carnesi è anche un po’ Dino, il protagonista de “La noia”, uno dei libri più importanti di Alberto Moravia, che in un passo del romanzo afferma: “Per me la noia non è il contrario del divertimento; potrei dire, anzi, addirittura, che per certi aspetti essa rassomiglia al divertimento in quanto, appunto, provoca distrazione e dimenticanza, sia pure di un genere molto particolare. La noia, per me, è propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà”.
«Mi sembra di vivere in un Limbo, tra la “Generazione X” e quella dei Millennials – sorride Carnesi – Trovarsi in mezzo è destabilizzante. Sono passato dalle cantine ai social. Ti ritrovi a 29 anni e cominci a capire come il mondo si sta evolvendo e ad avere seri dubbi. Sulla società, sul tuo Paese. C’è una fortissima crisi di identità».
“Non capisco la differenza tra un politico e un cretino, tra una discarica e una spiaggia” canta ne Lo spazio vuoto. O ancora, in Comunichiamo male: “Non ci vediamo mai, ma ci vestiamo bene per la foto esistenziale”. E in Lo scherzo infinito: “Ma tu scappa dalle facce vuote perse per strada, dalla vita precostituita, dai miliardi di fotografie dalla rete, non sei mica un pesce!”.
«La gente si scanna sui social, la politica non si sa cosa sia, l’unica costante di questo Paese sembra essere il calcio. Attorno a me vedo soltanto malessere» è l’amara osservazione dell’artista palermitano. «Non mi ci trovo in questo mondo social, anche se gioco forza sono costretto a farne uso, perché è diventato importante per la promozione di un disco o di me stesso – aggiunge – Oggi devi mostrarti in ogni momento, anche mentre ti fai la barba. Bob Dylan per farsi conoscere non ha avuto bisogno di farsi pubblicità. Anzi il mistero alimentava il fascino».
Nel percorso di Nicolò Carnesi c’è la vana ricerca di un ideale, di un cambiamento che non arriva. E, allora, il sogno finale è M. I. A. la macchina inventata dall’uomo che ripercorre tutta la storia dell’umanità, scoprendo che c’è tanto di cattivo. «È un Alleluja finale, un lieto fine, anche se l’uomo viene eliminato dalla macchina che ha costruito e che ha acquisito una coscienza, una sorta di anima» spiega.
M. I. A. è una lunga e straordinaria suite che si svolge su un tappeto di percussioni puntellato da un sax con richiami alle sonorità anni Sessanta e Settanta. È il sigillo di un album capolavoro, una architettura letteraria sorretta da suggestioni musicali melanconiche, riflessive, avvolgenti. Nicolò Carnesi è l’espressione limpida della musica di stile, poeta che non urla ma racconta, che mescola l’acustico all’elettronico, citazioni dei Beatles (Something all’inizio di Lo spazio vuoto), i King Crimson di Robert Fripp e David Gilmour nelle parti chitarristiche e Marvin Gaye nelle trovate ritmiche alla canzone d’autore italiana, da Lucio Dalla a Franco Battiato, da Rino Gaetano a Lucio Battisti, con il cui storico mixer dello studio Formula 3 è stato registrato Bellissima noia alla Malintenti dischi di Palermo. Un anti-eroe. Che non esce il sabato sera.
Il 3 novembre da Milano partirà il tour che nel periodo natalizio farà sosta in Sicilia per quattro date a Palermo, Catania, Messina e Siracusa.