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Il sogno comune (e realizzato) di Emanuela, Milena e Simone: una nuova casa editrice

Di Omar Gelsomino |

La passione per la letteratura e la continua ricerca interdisciplinare accomunano tre giovani catanesi, Emanuela Anna Calì, Simone Belvedere e Milena Belvedere.  Da un comune percorso universitario umanistico è nata la Lekton Edizioni, una casa editrice indipendente, con la mission di abbracciare la saggistica, la narrativa e la graphic novel puntando su scrittori emergenti e non. Emanuela Calì ci spiega questa nuova realtà culturale. «L’editoria è cultura. È un mondo ricco di sfumature che permette ai lettori di scoprire nuove realtà. È un mondo competitivo, sempre proiettato al futuro, alla novità o al genere che andrà in voga. La ricerca costante rende questo settore stimolante e mai sterile».

Com’è nata Lekton Edizioni?

«Da un sogno che abbiamo coltivato per anni. I pilastri della casa editrice sono tre: io in qualità di editore, Simone Belvedere che si occupa dell’aspetto redazionale e Milena Belvedere social media manager e creazione eventi. Consideriamo la Lekton una famiglia perché sono diverse le persone che vi collaborano e che, con le proprie idee e passioni, hanno reso la nostra una realtà multisfaccettata».

Una casa editrice indipendente a quali valori si ispira?

«Ogni casa editrice indipendente ha un’anima e un progetto che la rendono unica. A cambiare sarà la linea editoriale che ogni casa editrice sceglie divenendo così cifra distintiva».

Quali collane avete?

«Al momento stiamo curando due collane. Sképsis è stata la nostra prima collana di saggi e approfondisce il rapporto uomo-tecnologia attraverso diverse discipline. Ha riscosso successo in ambito accademico. Invece, in Rapsodie Frattali abbiamo voluto collocare raccolte di racconti capaci di fornire lo slancio indispensabile ad affrancarsi da una visione piatta e monotona del vivere. In cantiere una terza collana dedicata all’incontro tra saggistica letteraria e ricerca storica».

Pochi lettori e tanti scrittori, perché?

«Il libro, spesso, è considerato un prodotto generico, piuttosto che culturale. Una differenza enorme che fa pendere l’ago della bilancia verso la produzione di massa, invece che verso diffusione ed educazione alla lettura».

Quali caratteristiche deve possedere un manoscritto per interessarti?

«Trasmettere passione ed essere originale. Siamo, innanzitutto, dei lettori quindi cerchiamo in un manoscritto qualcosa di coinvolgente. Ogni autore ha uno stile personale e questo rende già l’opera accattivante, ma ciò che accomuna i manoscritti scelti, e che sceglieremo, è l’uso attento delle parole e la trasmissione delle idee che esse veicolano, in quanto è solo grazie alla magia delle parole che storie e percorsi inesplorati possono venire alla luce».

Che ruolo per saloni del libro e fiere?

«Eventi unici in cui editori, autori e lettori si incontrano, confrontano e condividono idee. Il rapporto diretto con il pubblico permette di capirne gusti e inclinazioni».

Cartaceo o e-book?

«Alla Lekton preferiamo il cartaceo, adoriamo poter sfogliare un libro e sentirne il profumo. Ma ci rendiamo conto che l’e-book è fondamentale per lo sviluppo dell’editoria: è comodo per chi viaggia, per chi ha poco spazio in casa. L’importante è leggere».

Quali sono le sfide del futuro?

«Abbiamo diversi progetti in cantiere: dalla nuova collana che inaugureremo in autunno, alle prossime uscite. Inoltre, stiamo organizzando un convegno con l’Università degli studi di Catania sul tema uomo-tecnologie».

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