Difficile immaginare questa scrittrice con l’ovale da eterna ragazzina intenta a sezionare cadaveri, ma Alessia Gazzola, messinese, 34 anni, è un medico legale e la sua esperienza professionale le è servita per creare la saga “medical thriller” (edita da Longanesi) giunta al settimo capitolo con “Arabesque”, il libro appena uscito che presenta in Sicilia. Il tour è iniziato ieri nella sua Messina e oggi farà tappa a Catania.
Alessia, che ha cominciato a scrivere a cinque anni e non si è più fermata, si racconta con il “guè” e i vocalizzi di sottofondo delle sua bimba più piccola. Niente “Sindrome da cuore in sospeso”, come s’intitola un suo romanzo: è sposata, ha due figlie, Eloisa di 4 anni e Bianca, di 2, e si è trasferita a Verona per seguire il marito medico.
È felice di essere tornata a casa, «anche se mamma e nonna vengono a trovarmi spesso», si gode «parenti, amici, la luce e il sole di queste giornate», e magari si immerge nella cucina sicula. «Mi piace molto, ma non sono proprio portata per i fornelli, sono molto fast, molto destrutturata nelle mie proposte gastronomiche – aggiunge autoironica – Una volta ho provato a fare gli arancini, che poi non sono poi venuti neanche male, ma ci sono stata una giornata intera, ero esausta, moralmente distrutta».
Dall’“Allieva”, il primo libro, ad “Arabsque” la vita è cambiata, ha pure lasciato il lavoro. «Non riuscivo più a conciliare, a rispettare orari e scadenze – racconta – Un passetto dietro l’altro qualcosa è cambiato. Quel mondo in cui ero capitata per caso adesso mi rendo conto, con tutta la prudenza necessaria, che sta diventando il mio lavoro».
Anche per Alice in “Arabesque” qualcosa è cambiato. «Non è più una specializzanda, ha esigenze differenti, responsabilità, ha acquisito maggiore consapevolezza di se stessa e dei suoi bisogni. Mi è piaciuto tracciare anche questa evoluzione, è stato come un nuovo inizio di questa serie, come se avessi aperto un nuovo ciclo».
Dovremo dire addio alla Alice imbranata alla Bridget Jones che ha conquistato le lettrici. «È amata perché è imperfetta, precaria in ogni aspetto della sua vita, professionale e affettivo e questo evidentemente, purtroppo, è qualcosa in cui si identificano in tante. Credo che sia stata un po’ la chiave del successo». È maldestra e goffa, «ma segue il suo filo logico», sottolinea la Gazzola. «Sbaglia per eccesso d’entusiasmo. Soprattutto nei primi libri avevo puntato di più su questo aspetto. Adesso è cresciuta e anche per rispetto della professione non volevo che continuasse ad essere sempre così». Nel frattempo la figlia Bianca non molla un braccialetto che le ha strappato e protesta vivacemente scatenando una scena in stile Alice. «No, no, mamma, non ha fatto la popò – grida intanto Alessia alla madre – falso allarme». Ma in comune con la sua protagonista non c’è poi così tanto. «Adesso le nostre vite non potrebbero essere più diverse – spiega la scrittrice – come lei ho una certa tendenza a dire e a fare la cosa sbagliata. Quando ci sono due possibilità, io scelgo quella che si rivelerà errata – dice ridendo – ma per scrivere ho bisogno di osservare le vite degli altri, di immaginare. Leggo tanti libri e riviste femminili. Poi mi aiutano le amiche che magari hanno una vita sentimentale più confusa».
Intanto si gira la seconda serie tv con Alessandra Mastronardi e Lino Guanciale, in cui si occupa della supervisione della sceneggiatura, «per mantenere la coerenza con i romanzi, pur con le differenze dovute a esigenze di messa in scena, per rispettare atmosfera e personalità dei personaggi», tv che le ha portato il vero successo. «Come negarlo, mi ha fatto fare un salto, mi hanno scoperta tante persone che non mi conoscevano, non avevano idea dei miei libri». Lei ha sempre scritto, «in ogni momento storico della mia vita, da quando ero alle scuole medie, né poesie né diario, erano proprio romanzi». Quello giusto da pubblicare è arrivato mentre si specializzava in Medicina legale. «Scrivere l’Allieva è stato abbastanza naturale, ed è stato quello che ho proposto ad alcune case editrici». Pronta a dire addio ad Alice? «Ho già scritto un altro romanzo con altri personaggi, ma mi piace l’evoluzione di Alice. Per ora resta ancora con me».