Il pianista catanese Gianfranco Pappalardo Fiumara visiting professor in Lituania e poi in tournée: «La mia musica per la pace»

Di Redazione / 05 Aprile 2024

Il pianista catanese Gianfranco Pappalardo Fiumara è in partenza per la Lituania dove, quale visiting professor, sarà impegnato in una serie di concerti ed una lunga tournée con diverse tappe in Tunisia, Egitto, Stati Uniti, Belgio e Germania.

Maestro, nuove mete ed alcune riconfermate dopo i recenti successi.

Sì, sono molto onorato di ritornare alla Carnegie Hall di New York per la sesta volta con un programma dedicato al grande Beethoven. Per me è una emozione indescrivibile perché è il regno della musica mondiale. Ma anche in Belgio a Liegi, sono ospite degli italiani all’estero presso il Teatro nazionale e ringrazio per questo Angelo Mantione organizzatore impeccabile a Liegi, ma ed anche qui in Sicilia sarò interprete per tre importanti eventi, uno il prossimo 26 maggio presso il Politeama di Palermo e gli altri due presso il Teatro Bellini di Catania e il Teatro Greco di Taormina con l’orchestra sinfonica del Conservatorio di Palermo. Anche al Senato della Repubblica sarò relatore per una iniziativa di ricerca artistica in collaborazione con il Ministero della Cultura.

Insomma, un calendario concertistico sempre aggiornato e pieno di attività anche come visiting professor presso importanti istituzioni.

Sì il Conservatorio di Palermo sta vivendo una nuova ed importante esperienza accademica con il giovane direttore Mauro Visconti, questa storica istituzione dove sono docente e coordinatore artistico da quest’anno mi impegna molto con soddisfazioni di ogni tipo. Abbiamo attivato alcuni progetti che sto seguendo con passione ed anche a latere di questa attività professionale di docenza, sarò autonomamente ospite presso la Columbia University in occasione di un simposio bachiano e Visiting Professor per istituzioni universitarie del mondo arabo, mentre con i progetti Erasmus, assieme ad altri colleghi, dal 21 al 27 aprile sarò Visiting professor presso l’Università di Kaunas, in particolare mi rapporterò con queste realtà al fine di “inventare” per così dire un linguaggio musicale sempre più diretto che possa unire valori indissolubili quali quelli legati alla pace cercando di unirci tutti e le comunità con le quali mi rapporterò.

Insomma, la musica per unire i popoli nella pace. La pace, quale valore indissolubile di unione. Lei pensa che davvero che con la musica si possa perseguire un mondo più intriso di pace soprattutto in questo momento?

Lo dico sempre e da anni ed ora più che mai lo grido ed anche ai miei studenti, E’ noto che forse abbiamo parlato di pace legando questo termine troppo simbolicamente al nulla senza prospettive strategiche legate al benessere comune dei popoli. Io penso che fra le prospettive legate al nostro benessere possa esserci il valore della pace come diritto acquisito anche attraverso l’elemento naturale della musica quale linguaggio universale che accomuna tutti i popoli, concedendo ad ognuno di noi quel germe della non violenza che appartiene nella sostanza e nella pratica all’armonia ed alla melodia. Se parlassimo più comunemente fra i popoli , di musica attraverso le contaminazioni musicali ed i geni che hanno scritto musica come Bach, Mozart, Beethoven ed ancora se parlassimo di più di compositori afromediterranei come Kevin Volans, o le scuole orientali, accadrebbe qualcosa di magico, si organizzerebbero ad esempio più festival dove la parola contaminazione la farebbe da protagonista su tutto e contaminazione significa armonia, confronto e pace, si organizzerebbero più festivals dove parteciperebbe gente appartenente a tutte le etnie senza differenza alcuna, con tutti i popoli del mondo ci sorfermeremmo a parlare il nostro linguaggio comune ovvero la musica quale arte universale che ha i più grandi rimandi semantici legati alla bellezza. Quella della musica è la vera arma della non violenza contro le guerre. Spenderemmo più soldi per la pace attraverso la musica e ne toglieremmo tanti per le guerre attraverso le armi. Bisogna solo crederci.

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Pubblicato da:
Fabio Russello
Tag: Gianfranco Pappalardo Fiumara