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Emanuele Poki, il “guerrigliero” gentile della biodiversità della natura

Di Carmen Greco |

All’invasione delle specie aliene, vegetali ed animali, rispondono con l’arte e le piante autoctone, le api nere sicule, i barbagianni, i pipistrelli, la pietra del territorio. “Regna Tria Naturae”, i tre regni della natura, come scriveva Carlo Linneo il padre della della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, che ha dato il nome a tutte le specie nel suo Systema Naturae. E, infatti, “Systema Naturae” si chiama l’ambizioso progetto portato avanti da Emanuele Poki, street artist e “guerrigliero” gentile del verde, assieme all’associazione culturale “Avaja”, con la consulenza dell’Orto botanico di Catania.

L’obiettivo è trasportare il seme della coscienza ambientale in giro per la Sicilia, là dove si sta perdendo il contatto con la natura. «Oggi non sappiamo più riconoscere le nostre piante, i nostri animali, i minerali che esistono sul nostro territorio e l’uso che se ne potrebbe fare – sostiene Poki – per questo abbiamo pensato a questo progetto di educazione ambientale che, partito all’inizio dell’estate, punta a recuperare la biodiversità della natura. Per esempio, a Salemi, per la festa di San Giuseppe, si decoravano gli altari con rami di alloro e mirto, una tradizione che con gli anni si sta perdendo». Ecco che, i ragazzi di “Systema Naturae” hanno preso zappa rastrelli e colori e, invitati dalle associazioni locali che lavorano per la valorizzazione dei territori, hanno piantumato proprio mirto e alloro nelle aiuole abbandonate, costruito nidi e rifugi per la fauna locale, realizzato (Poki) un murale con una volpe, tutto inserito in un contesto sociale, ambientale e fisico armonico, come dovrebbe essere in natura.

Alla fine, piante, animali ed opere di street art, vengono affidati agli stessi abitanti con il compito di prendersene cura e avviare così quell’azione di consapevolezza sull’ambiente che ci circonda. L’operazione ha un duplice valore: da un lato quello culturale, dall’altro la condivisione con gli abitanti di un “regalo” che resterà sul loro territorio trasformando spazi aperti altrimenti abbandonati. Finora “Systema Naturae” ha toccato, Trapani, Grotte, Salemi, Cannistrà, Altamura, Aidone, e si sposterà anche in altre località della Sicilia, sempre che ci sia un’associazione ospitante e un progetto da modulare di volta in volta sulle singole aree. La reazione degli abitanti è stata positiva dappertutto.

«A noi serve solo un luogo adatto dove si possano piantare specie autoctone – spiega Poki – dipingere ed installare i nidi. A Grotte, ho disegnato un murale con il gesso, che, in natura, somiglia vagamente al quarzo. Grotte è costruita su una collina di gesso, ma pochi lo sanno. Lì ho dipinto un barbagianni, abbiamo piantato finocchietto selvatico e costruito dei rifugi per i pipistrelli. A Cannistrà, invece, ho realizzato un murale con le api sicula e ligustica e abbiamo messo a dimora erica, rosmarino e piante della macchia mediterranea. L’ape nostra è l’ape nera sicula che ha rischiato di estinguersi perché è stata importata l’ape ligustica. L’ape non attraversa lo Stretto, il risultato è che queste due specie si sono fuse creando degli ibridi e perdendo delle caratteristiche fondamentali per l’ape siciliana che, per esempio, produceva miele tutto l’anno. Una delle cause principali, se non la principale, della distruzione dell’habitat naturale, oltre che i comportamenti dell’uomo, è l’introduzione negli ecosistemi di specie “aliene” che provengono da altri ambienti.

La vita dei diversi ambienti si basa su equilibri costruiti in migliaia di anni. Ogni creatura ha un peso ben preciso in questo sistema, nel momento in cui si inseriscono elementi “diversi” tutto si squilibra. Per esempio c’è una pianta, un albero, che si chiama Alianto, che sta crescendo sul nostro territorio in maniera infestante. È una pianta di origine cinese che si sta espandendo in tutta Europa, anche nelle riserve naturali. Ha un tasso di germinabilità elevatissimo e toglie tantissimo spazio a specie che nell’area mediterranea sono più lente a riprodursi. Riprendere questa “educazione” sulle nostre piante e cercare di far capire alle persone di sceglierle anche per il giardino di casa, è importante. Sono più resistenti, più adatte al nostro clima, anche le palme. La nostra, l’unica endemica, è la palma nana, tutte le altre vengono da fuori, non a caso se l’è “mangiate” il punteruolo rosso che qui non ha predatori naturali».

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