“Camula”, la sfida di Laura è ridare una seconda vita agli oggetti demodè

Di Pierangela Cannone / 12 Maggio 2019

Catania – È l’estate del 2016 quando Laura Scaglione, emigrata nel 1980 in Piemonte per seguire il proprio amore, torna nella sua città natale, Catania, con le valigie piene di nuovi sogni. Le stesse che disfece a Torino, dove si è fermata per 36 anni, accarezzando giorno dopo giorno l’idea di fare ritorno in Sicilia. Prima o poi.

Così, da tre anni, i coniugi risiedono in un antico palazzo di via Etnea, a un passo da Villa Bellini, e proprio di fronte casa, in un’antica corte di uno storico edificio nobiliare, c’è “Camula”, la nuova sfida di Laura che, complice il marito, ha deciso di scommettere ancora una volta su coraggio e fortuna, “riciclandosi” (come afferma ironicamente lei stessa) imprenditrice dell’usato, trasformando un vecchio garage patronale in un mercatino del vintage. Le piace vendere «solo cose belle» e intrattenere gli ospiti, guidandoli alla riscoperta di atmosfere antiche, forse demodé, dimenticando frenesia e stress. «Amo la Sicilia e tutto ciò che ne testimonia la tradizione – racconta -. Ecco perché ho deciso di recuperare una vecchia casa terrana degli anni 30, poi trasformata in garage, ridandole nuova vita».

Ed è dentro le mura di questa vecchia costruzione, ridefinita in rispetto della vecchia fisionomia, che Laura ha voluto ripartire da zero, facendo tesoro dell’esperienza del padre, un noto antiquario che negli anni Sessanta ha contribuito a diffondere l’antiquariato e l’artigianato italiano ed estero nei salotti di una Catania barocca, la stessa che è possibile ritrovare negli amarcord di Tony Zermo. Da “Camula”, d’altronde, si tocca con mano la voglia di ricominciare, di rimettersi in gioco e, soprattutto, il desiderio di raccontare e raccontarsi, dimenticando, almeno per un istante, la logica dell’interesse strettamente economico. Da antichi libri ad abiti da sposa degli anni Cinquanta, dalle pellicce ai quadri, dai corredi alle tazzine della nonna: in questo mercatino del vintage si trova di tutto e, allo stesso tempo, è possibile rinnovare casa, barattando e ascoltando le storie che gli oggetti sono capaci di raccontare. Il tocco d’arte è servito da “Le ceramiche di Sicilia”, prodotte dagli storici allievi del maestro Giovanni De Simone. Tra quelle mura è costante il desiderio di rimettersi in gioco, «spinti da una voglia sconfinata – prosegue Laura – di alzarsi al mattino con tanta voglia di fare. Vorrei essere d’esempio ai ragazzi che lamentano disoccupazione ed esterofilia. Mio marito ha quasi settant’anni, ma per motivazione è come se ne avesse trenta».

Il volto di quanti si avvicinano a questa realtà è duplice: chi ha necessita di svuotare una casa non più abitata, può fare spazio; chi è amante degli oggetti di un tempo, qui trova un toccasana per l’anima e il cuore. «Il nome di questa piccola attività, che ho voluto realizzare nel cuore di Catania – prosegue Laura – è stato scelto di comune accordo con mio figlio Marco, che vive a Torino, dove svolge la sua attività di designer. Lui ha realizzato il packaging delle confezioni regalo, la presentazione del negozio e il progetto informatico. “Camula”, in dialetto siciliano indica il tarlo dei mobili e vuole metaforicamente proporre la mia costante azione persuasoria sui clienti fornitori a dare una nuova storia a oggetti ormai dismessi. Sembra che qualcosa si stia smuovendo… Il “vecchio” ha sapore, odore, storia e, spesso, eleganza».

Realizzato un progetto, adesso è tempo di pensare ad altro: il nuovo sogno nel cassetto di Laura, infatti, è rinnovare una vecchia cantina con i muri ancora in pietra, in cui tiene tanti altri oggetti e mobili: un gran bazar dell’usato, scrigno di racconti e di storie inesauribili. Sparsi tra una parete e l’altra, sono esposti alcuni quadri: «Li ha dipinti mia madre e non sono in vendita – precisa – voglio solo farli vedere. A casa non ho più posto e poi… la mia casa è Camula, qui mio papà si sarebbe divertito da matti». Poi, in un angolo, una scrivania in palissandro pregiatissimo. «In molti mi hanno chiesto il costo, ma anche questa resterà qui: dentro i cassetti è possibile trovare ancora incisi i nomi dei miei vecchi amori adolescenziali, compresi gli attori in voga negli anni Settanta».

E nessuno mai saprà la storia di un oggetto se non c’è qualcuno disposto a tramandarla. Perché non si è mai troppo grandi per ricominciare né troppo adulti per reinventarsi nuove albe.

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Pubblicato da:
Redazione
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