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In Sicilia

Virus, tutti a letto con Covid e influenza. Iacobello: «I contagi sono sottostimati»

In molti casi i sintomi sono simili ma le cure restano diverse

Di Maria Elena Quaiotti |

Colpo di scena: l’influenza che ha appena funestato il Natale di tanti siciliani, e probabilmente lo farà anche per il Capodanno e per tutto il mese di gennaio «non è altro che un ceppo dell’H1N1 del 2009, ovvero l’influenza “suina”, riemersa dopo tanti anni e con un impatto clinico importante». È Carmelo Iacobello, direttore Malattie Infettive all’ospedale Cannizzaro di Catania, a rivelarlo. «Mai come quest’anno sarebbe stato utile vaccinarsi con l’antinfluenzale, il vaccino quadrivalente infatti prevede anche la copertura per l’H1N1. Ma ormai le percentuali sono scese dal 61% dei vaccinati degli anni scorsi a meno del 40% di quest’anno, dopo gli anni della campagna anti Covid ha prevalso il rigetto da parte della gente». I numeri dei contagi in realtà sono difficili da ottenere, quindi quelli diffusi (si parla di un milione di contagiati in Italia) sono anche sottostimati, «se pur – prosegue Iacobello – non diversi dagli anni scorsi. Solo i sintomi sono più intensi, da febbre alta a spossatezza, tosse che non passa facilmente e una durata certamente più lunga del contagio da Covid, che ormai si limita ad una febbricciola, patologie rinitiche e solo in qualche caso alterazione di gusto e olfatto».

Quanto durerà? «La curva dei contagi influenzali inizierà a scendere dopo i primi 15 giorni di febbraio. Come dire, siamo nel periodo della tempesta perfetta».

Ma come distinguere davvero fra Covid e influenza? «In realtà – risponde Chiara Iaria, direttrice Malattie Infettive del “Civico” di Palermo – se non si fa il tampone non è facile distinguere il Sars Cov-2 dal virus dell’influenza, ci possono essere sfumature simili. Ma le cure, specie se ai primordi del contagio, restano diverse. Ad esempio, il Covid ormai si presenta come una sindrome similinfluenzale, rispetto alle ondate precedenti ci sono meno casi di polmonite anche per i vaccini che proteggono dalla progressione della malattia, sebbene la copertura vaccinale sia ancora bassa. Tra chi ha contratto il virus abbiamo osservato il maggior coinvolgimento delle prime vie aeree, faringe e laringe, il mal di gola insomma. I dati ufficiali sono sottostimati, si sta facendo un tracciamento meno pressante rispetto a quando si effettuava in maniera sistematica, il tampone viene eseguito solo in presenza di chiari sintomi. Non c’è l’allarme rilevato in pandemia, però il virus circola ancora, muta, è sempre presente soprattutto per i fragili e anziani. Noi abbiamo un modello, che ormai funziona da anni di somministrazione di terapia antivirale o monoclonale, attivabili nella stessa giornata della diagnosi. Cerchiamo di essere più veloci possibile, la terapia antivirale blocca la replicazione del virus ed è la più efficace in assoluto, chi non la può fare perché assume certi tipi di farmaci o altri motivi può sottoporsi alla monoclonale, che si fa in sicurezza in ospedale, si resta in osservazione e poi si torna a casa».

Quindi più influenza, ma anche più contagi Covid, anche se i dati sono e restano sottostimati. Perfino quelli rilasciati dal report Dasoe della Regione del 27 dicembre, riferiti alle settimane dall’11 al 24 dicembre: è interessante notare come nel 2023 sia stato gennaio il mese con il picco di contagi, più che i nuovi positivi (che appunto non sono frutto di un tracciamento sistematico) sono i ricoveri da evidenziare: 156 a Messina (8 in terapia intensiva), 122 a Palermo (6 in terapia intensiva), 106 a Trapani e 102 a Catania, dati incontrovertibili. Ad essere più colpite, le fasce di età dagli 80 anni in su e i fragili. «La mascherina? È utile sicuramente negli ospedali, dove non esiste un paziente più fragile di un altro – commenta Iaria – e nei luoghi chiusi è consigliata ai fragili, e a chi ha contatti con loro». «Il Covid – aggiunge Iacobello – anche se viene considerato poco più di un raffreddore sta circolando soprattutto in età pediatrica con patologie respiratorie sinciziali. La mascherina? Sì agli anziani e immunocompromessi, pazienti oncologici, immunodepressi e coloro che gli si approcciano”.«Si sono inevitabilmente abbassati i livelli di attenzione e precauzione – rileva Bruno Cacopardo, direttore Malattie Infettive Garibaldi Nesima – unita alla sempre minore adesione alle pratiche vaccinali, mix che sta favorendo la diffusione del virus, sebbene dalla patologia non drammaticamente severa come agli inizi della pandemia, che si unisce alla contemporanea diffusione dell’epidemia influenzale. Parlando di Covid, quello che sta circolando è un autentico cocktail genomico di differenti varianti del coronavirus, che non favorisce l’arrestarsi della diffusione».

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