l'allarme
Vaiolo delle scimmie, per ora 6 i contagi in Italia dovuti a «rapporti sessuali».
Per contrastare il contagio da vaiolo delle scimmie (Mpx), si potrà valutare anche la possibilità di vaccinare i contatti a più alto rischio – a partire dagli operatori sanitari – e di far scattare la quarantena in determinate circostanze. L’indicazione arriva dalla nuova circolare di aggiornamento sull'infezione emanata dal ministero della Salute, mentre salgono a sei i contagi confermati in Italia e presi in carico dall’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma. Nessun allarme al momento, ribadisce la Regione Lazio, ma il sistema di sorveglianza infettivologica è in «stato di massima attenzione».
Complessivamente al 23 maggio, rileva la circolare, sono stati segnalati 68 casi confermati in otto Stati dell’Ue e almeno altri 42 casi sospetti sono in fase di indagine. I contagi hanno però continuato a crescere anche negli ultimi giorni e sono segnalati pure in Usa, Canada, Australia, Svizzera e Israele.
Al momento, non si sono verificati decessi. L'attenzione resta dunque alta e il ministero avverte che la probabilità di un’ulteriore diffusione del virus attraverso un contatto stretto, ad esempio durante le attività sessuali, «è considerata alta» mentre bassa è la probabilità di trasmissione tra individui senza contatto stretto. E nell’attuale focolaio di Mpx umano, precisa la circolare, la natura delle lesioni presenti in alcuni casi suggerisce che la trasmissione sia avvenuta proprio «durante i rapporti sessuali».
Infettivologi ed autorità sanitarie escludono al momento il rischio di una epidemia, e non si valuta una vaccinazione di massa. Tuttavia, tra le contromisure previste la circolare ministeriale indica che la vaccinazione post-esposizione "idealmente entro quattro giorni dall’esposizione, può essere presa in considerazione per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici».
In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe anche essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie. Inoltre, l’impiego di specifici antivirali può essere considerato nell’ambito di protocolli sperimentali, in particolare per coloro che presentano sintomi gravi o per le persone immunodepresse. Previsto, precisa il ministero, il monitoraggio di 21 giorni per i contatti dei casi e lo stop alle donazioni di sangue da parte dei contatti asintomatici. A tutti i contatti è poi consigliato di non avere rapporti di vicinanza con donne in gravidanza, bambini e soggetti fragili. Altro aspetto evidenziato dalla circolare è che la trasmissione dall’uomo agli animali da compagnia è «teoricamente possibile». Insomma, la situazione è da monitorare ma, afferma l'infettivologo Massimo Galli, «di certo non è un virus che si candida a generare una pandemia, come il coronavirus». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA