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Vaccini, la Sicilia si schiera contro Roma: «No a rinvii, seguiamo il decreto Lorenzin»

Di Mario Barresi |

In mattinata era stato l’assessore all’Istruzione, Roberto Lagallla, a esprimersi: «Noi abbiamo mantenuto, fino a questo momento, la normativa Lorenzin, che è tuttora in vigore. Fino a diverse, eventuali, disposizioni del ministero della Salute. A settembre, quindi, seguiremo i dettami del decreto Lorenzin». E poi la stoccata, commentando l’annuncio del ministro della Sanità, Giulia Grillo, di inserire i bambini non vaccinati in classi «in cui è assicurata la copertura vaccinale»: per Lagalla, da medico prima ancora che da amministratore, «non è solo una discriminazione, ma è anche una totale sconoscenza delle modalità di diffusione infettiva».

Nel pomeriggio, con una stringata nota, esce allo scoperto anche l’assessore alla Salute, Ruggero Razza: «Sul tema delle vaccinazioni c’è sempre un confronto aperto con il ministero della Salute, particolarmente proficuo e serrato anche durante la crisi per i casi di morbillo che si sono manifestati in Sicilia alla fine della scorsa primavera. Proprio alla luce di quella esperienza, credo non si possa non tenere conto dei risultati ottenuti grazie all’incremento della campagna di vaccinazione per aumentare le percentuali ed abbassare la soglia di rischio. Per questo sono certo che alla fine prevarrà il buonsenso e si eviterà di compiere passi indietro che potrebbero risultare pericolosi».

Fini qui, in controluce, la posizione ufficiale. Smussata fino all’ultima virgola, anche in funzione di un incontro che Razza, oggi pomeriggio alle 17, avrà a Roma col ministro Grillo. Per un rispetto istituzionale, tanto più davanti a un’interlocutrice catanese, l’assessore non vuole enfatizzare il dissenso sul rinvio dell’obbligo vaccinale per la frequenza scolastica seppur diluito negli effetti dallo slittamento del voto del “Milleproroghe” alla Camera a settembre, dopo il via libera di ieri a Palazzo Madama, il che per l’anno 2018/19 mantiene l’obbligo della certificazione da parte dei genitori.

Ma il nodo è soprattutto politico. E se Razza confida ai suoi uomini fidati la consapevolezza che «anche la ministra Grillo è chiaramente dalla parte di chi pensa che la vaccinazione sia un segno di civiltà oltre che uno strumento di tutela per la salute», l’assessore spera che la pausa estiva porti i grillini della trincea “No Vax” a più miti consigli. Senza arrivare a quelli che l’assessore considera soltanto come «rimedi estremi»: il ricorso alla Consulta evocato da alcuni governatori o addirittura una legge regionale che reintroduca in Sicilia l’obbligo delle vaccinazioni per gli alunni.

E oggi, nel seppur breve «incontro informale» in programma col ministro, Razza porterà la ragione dei numeri: «Se l’Isola, partendo da dati molto al di sotto delle medie nazionali, s’è quasi allineata al 95% dei vaccinati, ciò è dovuto anche al traino dell’obbligo scolastico». Ma in Sicilia c’è anche stato il «pericoloso segnale del focolaio di morbillo, con casi diffusi soprattutto nel Catanese che hanno attirato l’attenzione della direzione generale del ministero». Numeri e casi su cui si fonda anche «un piano di potenziamento delle strutture nelle Asp per estendere il numero più ampio di vaccinatori». Vaccinatori che a loro volta devono essere vaccinati. È di ieri la richiesta dell’assessore ai dirigenti del Dipartimento: 30 giorni di tempo ai manager per verificare l’avvenuta profilassi del personale (medici e infermieri soprattutto), pena la decadenza dall’incarico. Perché alla fine di una cosa sola è convinto, l’assessore Razza: «La Sicilia non può più permettersi di tornare indietro rispetto all’obbligatorietà dei vaccini».

Twitter: @MarioBarresi

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