Salute
Un’altra siciliana con la mano bionica: Clara e il tatto che sembra del tutto naturale
ROMA – Grazie a un’interfaccia neurale, è possibile controllare una mano bionica come se fosse naturale, consentendole di “sentire” forme e oggetti. Merito del progetto italiano “Sensibilia”, condotto dall’Università Campus Bio-Medico di Roma e dal Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio (Bologna). I risultati del progetto, pubblicati sulla rivista Science Robotics, sono presentati oggi a Roma, al convegno “Mano bionica, dalle origini della ricerca alle sperimentazioni su soggetti amputati”, presso l’Accademia dei Lincei, presente la ministra della Salute Giulia Grillo.
Il progetto ha permesso, ad esempio, a una quarantenne della provincia di Palermo, di nome Clara, di tornare a compiere semplici azioni come afferrare un oggetto, impossibili dopo l’amputazione di una mano subita a causa di un incidente domestico. Da quando più di 30 anni fa un incidente domestico le ha fatto perdere la mano sinistra, Clara ha imparato a fare tutto solo con quella destra: dal lavarsi i denti ad arricciarsi i capelli, fino a stappare una bottiglia di prosecco o cucinare e apparecchiare la tavola. Per tutto questo tempo, fino ai suoi 40 anni, ha rifiutato qualsiasi altra protesi che non fosse solo estetica. Tuttavia, ora che ha provato il nuovo gioiellino tecnologico, tutto made in Italy, è difficile pensare di ritornare indietro. Con la nuovissima mano bionica, figlia del progetto Sensibilia, Clara è riuscita a sperimentare sulla propria pelle cosa vuol dire sentire e usare una protesi quasi come se fosse la sua mano originaria.
Dopo l’intervento, la giovane donna per 11 settimane ha, innanzitutto, dovuto reimparare a produrre nel proprio cervello il movimento dell’arto perduto, stimolando aree inattive da tempo. In seguito, è riuscita ad affinare le proprie capacità di ricezione delle sensazioni tattili. E, infine, ha riacquistato la capacità di manipolazione fine degli oggetti, tanto da essere in grado di provare la sensazione dello scivolamento di un corpo lungo le dita, come con i capelli, anche bendata e con la musica al massimo volume.
Sensibilia è l’ultima tappa di un lungo percorso di ricerca iniziato nel 2008 con il progetto “LifeHand”, in cui per la prima volta un paziente è riuscito a muovere un arto bionico attraverso impulsi cerebrali. Per la responsabile ingegneristica del progetto, Loredana Zollo, dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, «l’obiettivo della sperimentazione è stato sviluppare in 36 mesi un sistema capace di restituire al paziente il senso del tatto, attraverso interfacce neurali impiantate nei suoi nervi. Un risultato – ha concluso – che apre nuovi scenari nella tecnologia dell’impianto di arti bionici».
Clara non è la prima siciliana con la mano bionica: qualche mese fa un’altra versione della mano bionica fu impianata a una donna del Siracusano.
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