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Teenager pigri, insonni e più ignoranti, ma con meno propensione all’alcol

Di Redazione |

ROMA – Sempre più precoci con smartphone e social, gli adolescenti italiani già a 13-14 anni conoscono il cyberbullismo. Diminuisce ulteriormente la già scarsa propensione alla lettura, con il telefonino comunicano soprattutto attraverso messaggi vocali, e uno su quattro non fa alcuna attività sportiva.

Quanto al sonno, dilaga l’insonnia “da social”: i ragazzi vanno a letto tardi, dormono poco e restano connessi anche di notte. E’ la fotografia degli ‘appena teenager’ che emerge dall’indagine ‘Adolescenti e stili di vita’, realizzata da Laboratorio adolescenza e Istituto di ricerca Iard, con la collaborazione di Associazione culturale pediatri (Acp) e Osservatorio permanente giovani ed alcol.

Fra le note positive emerse dal report, presentato a Milano, c’è il consumo di sostanze alcoliche: aumenta l’età del primo contatto con una bevanda alcolica e cresce la percentuale di chi non beve, anche se non diminuiscono le ‘ubriacature’ in gruppo.

Infine, meno della metà frequenta il medico per controlli sistematici, ma ci va solo in caso di necessità. L’indagine – e curata da Carlo Buzzi, ordinario di Sociologia dell’Università di Trento, e Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio adolescenza – si è svolta tra novembre 2018 e maggio 2019 su un campione nazionale rappresentativo di 2019 studenti (1.027 maschi e 992 femmine) della terza media inferiore (13-14 anni). I risultati sono stati confrontati con un’analoga indagine svolta nel 2017.

Ebbene, i ragazzini oggi sono sempre più precoci con le tecnologie: circa il 60% ha il suo primo cellulare tra i 10 e gli 11 anni, e oltre il 28% lo ha avuto in regalo prima dei 10 anni. Solo una esigua minoranza ne entra in possesso dopo i 12 anni. Il 54%, inoltre, inizia la sua vita in Rete tra gli 11 e i 12, e il 12% prima dei 10 anni. Il confronto con il 2017 evidenzia la “continua precocizzazione del fenomeno”, così come è in aumento anche la percentuale dei giovanissimi che non utilizza alcuno strumento di protezione del proprio profilo (11% al 15%) messo a disposizione dal social.

A questo si aggiunge che, se l’accesso a un social prevede un’età minima (che loro non hanno) per accedervi, il 47% “bara”, il 20% indica un’età a caso e il 23% dice di essere comunque maggiorenne, perché (spiegano i ragazzi nei focus group a corredo dell’indagine) “così non ti prendono per un bambino”.

“Un pericoloso esordio in età pressoché infantile – afferma Tucci – quando non si ha assolutamente la necessaria maturità psicologica per poter utilizzare strumenti di comunicazione così potenti e insidiosi anche ad età ben più mature”. Non solo, “essere costantemente ‘in vetrina’ e psicologicamente dipendenti dal giudizio degli altri, manifestato attraverso like e follower, li rende insicuri al punto di modificare, anche inconsapevolmente, il modo di comunicare tra di loro. Un esempio – evidenzia – è dato anche dall’uso apparentemente bizzarro della comunicazione orale attraverso lo smarthphone. Tra di loro mai una telefonata vera, ma solo successioni lunghissime di messaggi vocali, che evidentemente li tranquillizzano perché non costringono a far fronte ad un contraddittorio in tempo reale”.

Quanto ai social e agli strumenti di messaggistica più utilizzati, si confermano il calo di Facebook e l’incremento di Instagram. Parabola discendente per Ask Fm, mentre è in crescita Snap Chat. Diventa consistente l’utilizzo di Telegram e This Crush (quasi inesistenti nel 2016), mentre non è stato rilevato il dato su TikTok, esploso recentissimamente. WhatsApp è praticamente ‘incorporato’ in tutti gli adolescenti.

Sul fronte cyberbullismo, il 40% è entrato in contatto (direttamente o indirettamente) con episodi simili. Ma il 56% dice che la prima cosa da fare, in caso si diventi vittima di un episodio di cyberbullismo, è avvisare i genitori. E ancora: il 34% dei maschi non legge alcun libro non scolastico, e un ulteriore 38% ne legge al massimo uno o 2 all’anno. Le cose vanno un po’ meglio tra le ragazze, con un 18% che riferisce di leggere più di 6 libri all’anno. Il trend, rispetto alle rilevazioni degli anni precedenti, è comunque in costante diminuzione.

Viceversa aumentano i sedentari: uno su 4 non pratica alcuna attività sportiva oltre le 2 ore settimanali a scuola (era uno su 5 nel 2017). E questa volta il dato che riguarda le ragazze è peggiore (il 30% non fa attività sportiva). “Gli effetti del combinato disposto tra alimentazione non corretta e sedentarietà – commenta Gianni Bona, ordinario di Pediatria all’Università di Novara – lo abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi con una percentuale sempre maggiore di adolescenti sovrappeso, se non obesi”. Quanto al sonno, solo il 6,8% del campione dorme almeno 9 ore per notte (‘dose’ opportuna a quell’età), mentre il 20% è sotto le 7 ore. D’altra parte, andando a letto tra le 22 e le 23 (55%) o dopo le 23 (28%), di tempo per riposare adeguatamente non ne resta molto.

Ma soprattutto, il 72% delle femmine e il 58,5% dei maschi sostiene di avere problemi ad addormentarsi (al 13% capita spesso), e al 66% (72,3% delle femmine) capita qualche volta o spesso di svegliarsi durante la notte e di non riuscire più ad addormentarsi. Ma cosa fanno i teen-insonni quando non riescono ad addormentarsi? La maggioranza (44% delle femmine e 36% dei maschi) naviga su Internet o utilizza i social; uno scarso 30% accende la televisione, meno del 10% legge qualche pagina di un libro. Gli effetti principali del dormire poco e male sono prevalentemente la difficoltà ad alzarsi la mattina (82%) o difficoltà a svolgere le abituali attività quotidiane perché si ha sonno durante il corso della giornata (55%).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA