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Sindacato Sbv: «Stop alle liste d’attesa più risorse ai medici specialisti accreditati»

Il presidente Gibiino insiste sulla necessità di fare luce sulla gestione del sistema sanitario Regionale

Di P. C. |

«Spesso le soluzioni più semplici ed economiche sono le più difficili da perseguire. È il caso della gestione della sanità specialistica del territorio. Tanti i luoghi comuni che orbitano intorno al sistema: dalle scarse risorse alle lunghe liste di attesa fino alle difficoltà all’accesso. Eppure, la Sicilia dispone di immense risorse per curare i propri cittadini… Ci riferiamo alle prestazioni specialistiche erogabili sul territorio. Queste, purtroppo, sono sempre più spesso gestite “politicamente” e non per efficienza». A parlare è il dott. Salvatore Gibiino, presidente nazionale di Sbv (Sindacato medici specialisti convenzionati per le branche a visita) che insiste sulla necessità di fare luce sulla gestione del sistema sanitario Regionale.

Secondo il sindacato, occorre meglio soffermarsi sulle risorse assegnate dalla Conferenza Stato Regioni e dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) destinate alla medicina specialistica del territorio per potere comprendere in pieno i numeri del gap tra pubblico e privato.

«Si tratta di un miliardo e 200 milioni di euro per anno – afferma Gibiino – che, di certo per scarsa competenza, vengono così ripartiti: 300 milioni di euro agli specialisti accreditati esterni per eseguire il 75% delle prestazioni e 900 milioni di euro alle strutture pubbliche per eseguirne il 25% compresi 150 milioni di euro destinati alla dialisi ed alla radioterapia. È evidente come una prestazione resa nel pubblico costi tre volte in più rispetto alla stessa prestazione resa nel privato accreditato».

La soluzione? «Sarebbe sufficiente un piccolo spostamento di risorse dal pubblico alla specialistica accreditata per abbattere per sempre le liste di attesa e poter curare al meglio i pazienti siciliani. Si tratterebbe di circa 50 milioni di euro che potrebbero fare aumentare di ben 13 milioni l’anno le prestazioni sul territorio. Ricordiamo che gli ambulatori degli specialisti esterni sono 1.800 dislocati quasi in ogni comune della Regione e che hanno una forza lavoro di oltre 12 mila dipendenti».

Sono diverse, però, le criticità riscontrate dal sindacato nella gestione della Sanità. Tra queste, andrebbe prestata maggiore attenzione alla prevenzione. Il Cipe assegna annualmente alla Sicilia quasi 500 milioni di euro e «tranne qualche colonscopia o mammografia – prosegue il presidente Gibiino – non è noto come vengano spese le immense risorse destinate a prevenire le malattie e a curare al meglio le loro complicanze, nell’ottica di una prevenzione secondaria. Altra criticità riguarda gli specialisti accreditati esterni, che non possono vaccinare e nemmeno prescrivere i piani terapeutici salvavita: tutto il contrario di quanto accade nelle altre regioni».

Per il presidente Gibiino: «il caso più eclatante – dice – è il diniego da parte dell’assessorato regionale alla Salute ad autorizzare gli specialisti accreditati a vaccinare i propri pazienti. Ai farmacisti, agli odontoiatri ed agli infermieri è concesso; ai medici specialisti no. Forse perché abbiamo proposto ai dirigenti dell’assessorato di eseguirli gratuitamente, contro i 60 euro all’ora previsti, e pertanto siamo uno scomodo termine di paragone?».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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