PALERMO – Nascono gli ospedali riuniti e ci si prepara ai concorsi nella sanità siciliana. Dopo gli annunci del passato, pare sia la volta buona. Proprio nel bel mezzo della stagione estiva, che di per sé amplifica ed aumenta, a volte anche esponenzialmente, il lavoro nelle strutture ospedaliere, la giunta di governo va ad esitare le linee guida della Sanità siciliana. Entro il 30 settembre le aziende dovranno presentare un piano di riordino dei servizi unitamente alle nuove piante organiche. Entro il 30 novembre i direttori generali dovranno bandire i concorsi. Quindi dovranno essere predisposti i decreti da parte dell’assessorato di Piazza Ottavio Ziino. Nella sanità che ha in mente Gucciardi, assessore regionale alla Salute, un posto centrale spetta alla persona.
Un auspicio condivisibile che però passa dall’impatto con una realtà di stallo e di elevate criticità del mondo della sanità regionale siciliana che prova a ripartire, dovendo conciliare una prospettiva di rifunzionalizzazione dei servizi e delle reti ospedaliere con il contenimento delle spesa, gli indicatori che presto dovranno essere ridefiniti e soprattutto la qualità dei servizi percepita dalla gente che, in molti casi, trova risposte deboli e situazioni precarie di fronte a sé. Gucciardi sentito dal nostro giornale ha così commentato: «Nei fatti gli ospedali riuniti ci sono già, adesso invece di procedere subito all’accorpamento di eventuali duplicati, risentiremo la commissione Sanità. Abbiamo recepito in giunta le istanza della commissione».
Gucciardi chiarisce alcune situazioni rispetto ai profili che gravitano nel mondo della sanità. Per quanto riguarda ad esempio le figure che in questi anni sono passati di contratto in contratto, a tempo determinato, l’assessore Gucciardi chiarisce: «Scattano i parametri stabilità dalla normativa nazionale per quanto riguarda le stabilizzazioni. Se sono in possesso di queste caratteristiche possono essere confermati. In tutti gli altri casi bisognerà vedere numeri, posti vacanti e l’intera prospettiva».
Per quanto riguarderà quanti si trovano in prossimità di scadenza di contratto, ma prima della conclusione dell’iter che porterà ai concorsi l’assessore precisa : «Se la scadenza determina per i soggetto che matura il requisito, questo permane, anche senza essere in costanza di rapporto».
Con il provvedimento vengono istituiti gli Ospedali riuniti, un passo fondamentale per il salvataggio delle piccole strutture a rischio chiusura. La scelta è stata condivisa anche dal ministero della Salute, e permetterà anche di razionalizzare costi e servizi garantendo comunque i livelli essenziali di assistenza. «Il Governo – ha detto il presidente della Regione, Rosario Crocetta – interviene concretamente per cambiare la sanità siciliana che negli ultimi anni ha smesso di produrre indebitamento e ha determinato utili attraverso l’attento monitoraggio delle aziende sanitarie e la lotta agli sprechi».
Dopo l’approvazione a gennaio scorso della rete ospedaliera tutte le aziende hanno il compito di rideterminare gli atti aziendali e le dotazioni organiche. La sesta commissione ha emanato una risoluzione recepita in larga parte dal governo. Le linee essenziali confluiscono nella rilettura che le aziende dovranno fare delle singole dotazioni rispetto ai parametri inseriti nelle linee guida. Questi variano da reparto a reparto a seconda che si tratti di media, bassa ed alta intensità. Un reparto come la terapia d’urgenza ad esempio, avrà parametri con riferimento alla dotazione dei posti letti più alto, rispetto alla lungo degenza. Il reclutamento del personale dunque dovrà essere quanto più coerente con esigenze rese sempre più su misura rispetto alle esigenze delle singole aziende.
L’altra parte significativa invece delle linee riguarda l’organizzazione delle strutture complesse, semplici ed i dipartimenti. Gli ospedali riuniti delle Asp, che da tempo erano allo studio come soluzione in grado di salvare gli equilibri nel territorio, garantendo produttività e risultati. L’obiettivo è di evitare che vengano chiusi interi reparti negli ospedali più piccoli e di periferie, o in quelle più difficili da raggiungere. Le proposte di accorpamento dovranno conciliare in ogni caso il criterio di sintesi con la mancata penalizzazione dei centri più piccoli senza tralasciare, aspetto decisivo, i tetti di spesa che rimangono quelli stabiliti per legge, pari al costo del personale del 2004 diminuito dell’1,4 per cento ed stabilito dal D.A. 2322 del 2011.