Salute: il geriatria, pillola della longevità? Meglio stili di vita sani

Di Redazione / 08 Aprile 2016

Roma, 8 apr. (AdnKronos Salute) – “Nel mondo si stanno facendo grandi progressi soprattutto nella comprensione del rapporto fra genetica, struttura biologica di partenza e stili di vita. Oggi sappiamo per esempio che questi ultimi stanno contribuendo concretamente a ridurre l’incidenza delle demenze, perché le persone conducono vite più salutari. Ma non c’è nessun intervento biologico che, al momento, possa avere lo stesso effetto”. Così Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione italiana di psicogeriatria, commenta all’Adnkronos Salute lo studio con i risultati preliminari di una promettente terapia a base di litio contro l’invecchiamento.
“Io non do importanza a studi così precoci, condotti sulla drosofila – spiega all’Adnkronos Salute – ma non nego di certo che sia importante qualsiasi tentativo che provi a migliorare la durata della vita umana. Credo però che, con tutti i limiti di una sperimentazione, questi tentativi vadano tenuti nel silenzio dei laboratori, anche se degni di rispetto se fatti bene”.
Per l’esperto, “non c’è nessuna possibilità di confronto, in questa fase, con la complessità della sopravvivenza dell’uomo, che non è solo biologia, ma anche relazioni sociali, ambiente e altro. La biologia di un uomo di 70 anni non è certamente più quella di quando ne aveva 20 o 40. Sono intervenuti talmente tanti fattori che è impossibile agire solo tenendo in considerazione la biologia di partenza. Ci auguriamo il successo della scienza, ma non vedo fuori dalla porta” una vera e propria ‘pillola’ della longevità: “Dobbiamo puntare a piccoli guadagni – conclude Trabucchi – che determinano qui e ora un aumento della durata della vita”.

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