Roma, 12 mag. (AdnKronos Salute) – C’è un sesto senso che protegge i conducenti ‘distratti’ al volante, perché assorti nei loro pensieri o nelle chiacchiere con il passeggero. Ma anche se questo effetto protettivo è davvero solido, viene meno quando si ‘messaggia’ con il telefonino. E’ l’avvertimento che arriva da una ricerca della University of Houston e del Texas A&M Transportation Institute pubblicata su ‘Scientific Reports’ con il sostegno del Toyota Class Action Settlement Safety Research and Education Program.
La verifica è avvenuta su 59 volontari che sono stati invitati a percorrere con un’auto uno stesso percorso per 4 volte, in condizioni diverse. “La spiegazione di ciò che abbiamo rilevato – spiega Ioannis Pavlidis, uno degli autori – è la funzione messa in campo da una parte del cervello chiamata corteccia cingolata anteriore: essa interviene automaticamente come correttivo quando c’è un conflitto esterno. In pratica provvede a dare una sorta di ‘scossa’ autodifensiva agli arti, in modo che muovano il volante e correggano la manovra pericolosa. Ma per attivare questa funzione ‘sesto senso’, la corteccia cerebrale ha bisogno del supporto della vista, che viene meno se si sta utilizzando il cellulare”.