Ricerca: caccia al Dna di Leonardo, impronte digitali e resti sotto la lente

Di Redazione / 06 Maggio 2016

Milano, 6 mag. (AdnKronos Salute) – Un’impronta digitale per ‘incastrare’ il genio. C’è un pool internazionale di detective in camice che si è messo sulle tracce di Leonardo da Vinci: vogliono il suo Dna e sono pronti a usare tutte le tecnologie più avanzate disponibili per affrontare una maxi indagine che li porterà indietro nei secoli. A quando il maestro con pennello e tavolozza riempiva le tele che hanno fatto la storia dell’arte. Ed è anche sui suoi dipinti, come sui disegni e i quaderni, che si concentrerà una parte delle ricerche nel tentativo di rintracciare il tocco di Leonardo.
Un obiettivo è infatti quello di verificare se le impronte digitali eventualmente rimaste sulle sue opere possano produrre un Dna da confrontare poi con quello estratto dai resti del genio italiano. Per la missione ‘Leonardo Project’ sono scesi in campo big della scienza – antropologi, storici dell’arte, genealogisti, microbiologi, genetisti – da Europa, Usa, Canada. Ci sono anche gli specialisti del J. Craig Venter Institute (La Jolla, California), pionieri del sequenziamento del genoma umano.
All’inizio dello scorso anno un gruppo di esperti fiorentini arruolati nel progetto ha avviato un confronto con il laboratorio in cui ‘l’Adorazione dei Magi’ di Leonardo è stato sotto restauro per quasi 2 anni, per esplorare la possibilità di analizzare la polvere dalla pittura in cerca di eventuali tracce di Dna. Una questione cruciale, spiegano gli esperti in un numero speciale della rivista internazionale ‘Human Evolution’, è proprio questa: verificare se queste tracce rimangono, oppure se le misure di ripristino e il passare del tempo hanno cancellato tutte le prove. Proprio in preparazione di tale analisi, scienziati del J. Craig Venter Institute e dell’università di Firenze stanno già esaminando dipinti di proprietà privata, di età paragonabile, per sviluppare e calibrare tecniche per l’estrazione del Dna e per la sua analisi.
Durante il vertice che si è tenuto di recente a Firenze, i ricercatori hanno anche descritto uno sforzo pionieristico per analizzare il microbioma di un dipinto vecchio di cinque secoli. Se si riuscisse nell’impresa di ottenere tracce genetiche di Leonardo dalle sue opere e sequenziarle, si potrebbe poi procedere al confronto con quelle ricavate da resti scheletrici o di altri tipo che in futuro potrebbero essere riesumati.
Le indagini della task force internazionale sono molto ampie e hanno portato, per esempio, gli esperti a passare ‘ai raggi x’ il pavimento di un’antica chiesa italiana, in cerca dell’esatta localizzazione della tomba del padre di Leonardo e di altri parenti. Recentemente, invece, è stata raggiunta la meta di rintracciare 35 discendenti ancora in vita del maestro. Con le necessarie autorizzazioni il progetto potrà mettere a confronto il Dna dei parenti di Leonardo, passati e presenti, con i resti fisici – capelli, ossa, impronte digitali e cellule della pelle – tutti quelli che si riuscirà a trovare. Leonardo morì nel 1519, a 67 anni, e fu sepolto ad Amboise, a sud ovest di Parigi, in un ambiente che però ha subito negli anni successivi modifiche tali che la posizione esatta della tomba è andata perduta.
Se il Dna e altre analisi porteranno a un’identificazione definitiva, tecniche convenzionali e computerizzate potrebbero ricostruire il volto di Leonardo dai modelli del cranio. Oltre all’aspetto fisico, le informazioni che si ricaverebbero potrebbero fornire indizi anche sulla dieta, lo stato di salute, le abitudini personali. A parte le verifiche sui resti presunti di Leonardo nella cappella di Saint-Hubert al castello di Amboise, il progetto mira a sviluppare un profilo genetico abbastanza ampio per capire meglio il genio e le abilità di questa figura che ha stregato il mondo. Ogni fase dovrà essere affrontata con tante precauzioni e un approccio conservativo. Gli esperti mirano a concludere il progetto nel 2019, per celebrare in grande il 500esimo anniversario della morte di Leonardo.

Condividi
Pubblicato da:
Redazione