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I più giovani sono i meno spaventati

Psichiatria: indagine su terrorismo, la paura è donna, lui teme i viaggi

Di Redazione |

Roma, 20 mag. (AdnKronos Salute) – Mezzi pubblici, piazze affollate, tendenza a rifuggire mete considerate ‘sensibili’, specie se ci si sposta con i figli. Dopo Parigi, Bruxelles e i recenti disastri aerei la paura del terrorismo contagia soprattutto le donne italiane tra 25 e 55 anni. I più giovani sono invece meno spaventati, mentre gli uomini adulti temono i viaggi. A tastare il polso ai connazionali, alla vigilia delle ferie estive, è il sondaggio online realizzato dall’Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico. Dei risultati del sondaggio si parlerà oggi a Roma nel corso della presentazione del nuovo libro di Paola Vinciguerra e Eleonora Iacobelli: ‘Terrorismo. Impariamo a vincere la paura’ (Minerva Edizioni), alle ore 18,30 a Villa Mercadante (via Saverio Mercadante 22). Al questionario hanno risposto 1300 persone. “Secondo i dati sui giovani tra i 18 e i 25 anni, il terrorismo non ha inciso fortemente sull’organizzazione della loro vita – spiega Vinciguerra, presidente Eurodap – Solo nel 20% dei casi è stata descritta un’attenzione maggiore nel quotidiano, specialmente nell’uso dei mezzi di trasporto. Non dà sicurezza la maggior presenza di controllo negli aeroporti, stazioni o in città, anzi piuttosto crea fastidio. Il livello di paura non è alto, ed è relativo al periodo immediatamente dopo un attentato”. Diverso il discorso per il gentil sesso. “Sono le donne ad avere più paura del terrorismo, che ha cambiato il loro approccio alla vita di tutti i giorni secondo quanto riferito dal campione, costituito da donne tra i 25 e i 55 anni – afferma Vinciguerra – il 70% delle intervistate ha dichiarato che il fenomeno terrorismo è entrato come forte elemento condizionante della propria vita. Influenza il movimento in città, le scelte delle mete turistiche ma anche i programmi giornalieri, fare shopping nei centri commerciali, andare al cinema, andare al ristorante, frequentare luoghi aperti e affollati”. “Quando ci sono di mezzo i figli – prosegue Vinciguerra – la paura aumenta e l’evitamento intorno a tutto ciò che riguarda il controllo di eventuali situazioni pericolose è totale – aggiunge – Per l’80% del campione femminile la presenza delle forze dell’ordine dà una sensazione molto importante di protezione”. Per quanto riguarda il campione degli uomini adulti, tra i 25 e i 55 anni, il 60% ha affermato che il terrorismo ha modificato alcune abitudini di vita, in modo particolare per quanto riguarda la scelta dei viaggi. Sono anche loro particolarmente protettivi nei confronti dei figli. La maggiore presenza delle forze dell’ordine, però, non li rassicura. “Per combattere il terrorismo – dice Vinciguerra, che è Supervisore Emdr – abbiamo innalzato barriere, intensificato i controlli, abbiamo reso più rigidi i nostri comportamenti, tentiamo di prevedere le situazioni a rischio. Il risultato di queste azioni è stato finora di limitare, forse, i danni, ma ha inevitabilmente aumentato il livello di paura, quindi di stress. Perciò le precauzioni adottate non servono a nulla, se non ad illuderci di vivere al sicuro”. “Per combattere il terrorismo – conclude – e soprattutto la paura, dobbiamo lavorare su noi stessi, cercando di migliorare il nostro stato emotivo, per vivere non sentendoci più minacciati. Bisogna imparare a interpretare la propria vita, diventando attori che incidono sul percorso degli eventi e non comparse che debbono solo proteggersi rispetto a realtà minacciose nei confronti delle quali non possono nulla. Il libro scritto con Eleonora Iacobelli ci aiuta in questo”, conclude.

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