Il cancro è la seconda causa di morte nei paesi occidentali e diminuirne l'incidenza e la mortalità è l'obiettivo di politiche internazionali. In attesa che le politiche a lungo termine diano i loro risultati, i clinici si confrontano con nuove tecniche diagnostiche, terapie innovative e approcci di gestioni. Al centro il paziente e le sue peculiarità tra cui la perdita di peso e la malnutrizione, causate da un metabolismo alterato a causa della malattia. Le linee guida Espen e lo studio PreMiO hanno evidenziato un supporto nutrizionale inadeguato nel 51,1% dei malati di cancro. E nel 2011 è stato messo a punto il “Parallel Pathway” ossia un percorso di valutazione e intervento nutrizionale messo in atto da una equipe multidisciplinare. Obiettivo, intercettare tempestivamente la perdita di preziosa massa muscolare, preservare e integrare quella rimasta, scongiurare gli effetti avversi della perdita di peso.
«Sulla base di tali evidenze – afferma il prof. Maurizio Muscaritoli, Ordinario di Medicina Interna presso il Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione dell’Università La Sapienza di Roma e Presidente Sinuc – abbiamo deciso di verificare lo stato delle conoscenza di questo problema clinico su un campione di 300 medici ospedalieri. La ricerca ha evidenziato che nonostante gli alti livelli di consapevolezza tra gli oncologi italiani, la malnutrizione nei malati di cancro rimane una esigenza medica non soddisfatta. Agli oncologi abbiamo chiesto anche quali potrebbero essere le soluzioni, individuate in maggiore formazione, assunzione di personale e creazione di percorsi organizzativi ad hoc».
L'analisi della consapevolezza della malnutrizione ha rivelato che il 51% degli intervistati non aveva potuto iniziare o aveva dovuto ridurre la terapia antitumorale per problemi nutrizionali, e il 48% è stato costretto ad interrompere le terapie. Nonostante il 99% del campione sia a conoscenza dei problemi nutrizionali e metabolici dei propri pazienti e l'85% conosca il Percorso Parallelo metabolico-nutrizionale e il 71% fosse a conoscenza delle Linee di Indirizzo del ministero, il 54% ritiene che queste non siano adeguatamente implementate nelle Regioni.