«Influenza, pronti al picco di Natale» Asp Catania: «Distribuiti 231mila vaccini»

Di Cesare La Marca / 13 Dicembre 2020

Catania – I primi colpi di tosse ed “etcì” influenzali non risuonano ancora nelle strade, nelle aule e negli uffici dove l’attività si svolge in presenza, e soprattutto a bordo dei mezzi pubblici, tutti luoghi quest’anno ancora più problematici e in cui non manca una certa apprensione per l’eventuale sovrapposizione e confusione di questi sintomi virali stagionali con quelli del Covid.

In una situazione già molto complessa un problema in più che al momento è sotto controllo, e che anzi secondo gli esperti si manifesterà quest’anno in maniera più blanda, proprio per l’effetto di mascherine, distanziamento e igienizzazione delle mani. «Sono tutte misure che insieme al nostro autunno mite permetteranno di contenere la diffusione dell’influenza che dovrebbe manifestarsi in modo significativo nel periodo di Natale – spiega il dott. Mario Cuccia, responsabile del Servizio di Epidemiologia dell’Asp – e anzi in base all’ultimo bollettino risalente al 2 dicembre la circolazione del virus risulta a quel momento pari allo zero, grazie anche all’attività di prevenzione e sorveglianza messa in atto. Quest’anno sarà fondamentale la vaccinazione antinfluenzale di tutti quei soggetti che hanno contratto il covid accusando seri sintomi, in quanto le loro vie respiratorie sono state già sottoposte a pesante stress».

Quante dosi avete acquistato, e come avete agito per la distribuzione, visto che i medici di base non hanno mancato di lamentarsi?

«Fino a questo momento abbiamo acquistato 251.500 dosi, distribuendone a medici di base e pediatri di libera scelta 231mila per la somministrazione con priorità a fasce a rischio, bambini da sei mesi a sei anni e utenti dai 60 anni in poi – con l’obiettivo di sforare quest’anno le 260mila dosi, a fronte delle 173mila della scorsa stagione. Adesso attendiamo le ultime migliaia di dosi, intorno alle dodicimila, per quella che consideriamo una integrazione finale dell’intera campagna vaccinale. Il criterio che abbiamo adottato per la distribuzione a quasi mille medici di base e pediatri di libera scelta è stato quello di limitare le rese rispetto alle precedenti stagioni, quando venivano alla fine restituite una certa quantità di dosi che potrebbero oggi risultare essenziali in una fase successiva, questo ha costretto i medici a fare qualche pellegrinaggio, ma alcuni hanno anche concluso la loro campagna vaccinale con numeri inferiori a quelli preventivati, altri ci stanno richiedendo ulteriori vaccini che stiamo consegnando, con un’adesione che risulta la più elevata di sempre. Se necessario valuteremo ulteriori disponibilità di lotti d’importazione in confezione inglese o francese».

Si è parlato di un mercato un po’ sregolato, a quale cifra è stata acquista ogni dose?

«Siamo stati in una situazione di vantaggio, essendo per la fornitura dei vaccini al terzo anno di una gara triennale con costi risalenti a quella data, circa sei euro di spesa media per ogni vaccino, quando in Lombardia hanno acquistato anche a 25 euro a dose».

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Redazione
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