Il virologo Guido Silvestri: «Difendiamo la scienza dai cialtroni»

Di Redazione / 17 Maggio 2020

Roma Difendiamo la scienza dai cialtroni. E prepariamoci ad una possibile seconda ondata. Sono due delle dieci lezioni da apprendere da questa crisi secondo il virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, che le elenca nella sua rubrica su Facebook “Pillole di ottimismo”, ovvero “L’ottimismo che viene dalla scienza”.

1) INVESTIAMO NELLA SCIENZA, A TUTTI I LIVELLI, E PROTEGGIAMOLA DAI CIALTRONI. Niente se non la scienza può salvarci da una pandemia. E sappiamo bene che questa non è la prima né sarà l’ultima. Quindi ricordiamoci di supportare e proteggere la scienza non solo quando ce la facciamo addosso per un nuovo virus, ma anche quando tutto sembra andare bene.
2) SOSTENIAMO L’EDUCAZIONE ALLA SCIENZA E ALLA CULTURA IN GENERALE, A PARTIRE DALLE SCUOLE. Perché la scienza va insegnata, spiegata, divulgata a tutti, grandi e piccini, ma soprattutto a partire dalla scuola, elementare, media e superiore, investendo le dovute risorse e sviluppando sempre di più una classe insegnante all’altezza di questo compito importantissimo.

3) SOSTENIAMO LA SANITA’ PUBBLICA, NEGLI OSPEDALI E NEL TERRITORIO, E RIDIAMO DIGNITA’ AGLI OPERATORI DELLA SALUTE. L’altro pilastro contro una pandemia sono gli operatori sanitari: medici, infermieri, biologi, tecnici di laboratorio, e tutti quanti. Ricordiamoci di loro e ringraziamoli dei tanti sacrifici di questi mesi. Ed investiamo le risorse necessarie affinché la sanità pubblica italiana non perda la sua eccellenza.

4) RICORDIAMOCI DELLE MALATTIE INFETTIVE, CHE PRESENTANO SFIDE UNICHE ALLA SANITA’ PUBBLICA. Le malattie infettive pongono delle sfide uniche al servizio sanitari per due caratteristiche fondamentali: arrivano ad ondate (creando il funesto ‘sovraccarico ospedalierò) e contagiano il personale. Per questo richiedono una infrastruttura specifica e dedicata, che va create e mantenuta.

5) PREPARIAMO FIN DA ADESSO OSPEDALI E RSA AD UNA POSSIBILE SECONDA ONDATA. Dobbiamo essere pronti a una nuova ondata di CoviD-19. Per questo occorre una struttura sanitaria strategica di riserva che consenta – se necessario ed in tempi rapidissimi – di attivare nel territorio fino a 10.000 posti letto di terapia intensiva in isolamento (2.5 volte il picco di ricoveri in terapia intensive per Covid-19 nel marzo scorso), con immediata disponibilità di personale, apparecchiature, etc.

6) FACCIAMO MONITORAGGIO DELL’IMMUNITA’, DEI NUOVI CASI E CONTACT TRACING. Il monitoraggio virologico e sierologico della popolazione (a campione e ripetuto ad intervalli regolari) è l’equivalente del radar nella nostra navigazione attorno al grande scoglio di Covid-19. Senza monitoraggio le chance di andare a sbattere di nuovo aumenteranno moltissimo.

7) COORDINIAMO LA RISPOSTA A LIVELLO NAZIONALE ED INTERNAZIONALE. Parlo di coordinazione tra regioni (in Italia) e tra stati (in Europa e nel Mondo), senza stupide gare a chi è il più bravo. Vuol dire collaborare nel gestire la pandemia, a livello di dati, screening, procedure, etc. Con leader che si aiutano, anziché bisticciare, e una Oms che serve da guida scientifica e sanitaria.

8) RICORDIAMOCI DELL’IGIENE PERSONALE, CHE CONTA PIU’ DI MILLE GUANTI E MASCHERINE. Perché tante piccole norme di igiene personale, dal lavarsi o disinfettarsi le mani di frequente, all’evitare di tossire e starnutire en plein air, o di leccarsi le dita mentre si mangia o quando si sfoglia un giornale (cose peraltro abbastanza schifosette anche prima della pandemia) davvero non costano nulla.

9) FACCIAMO INFORMAZIONE SERIA SENZA CATASTROFISMI E SENSAZIONALISMI. Questa non ha bisogno di spiegazioni. Di panico quotidiano ce ne siamo occupati fin troppo, ora anche basta.

10) APPREZZIAMO QUELLO CHE ABBIAMO (SALUTE, FAMIGLIA, AMICI, LAVORO, ETC). “Perché questa è sempre la lezione più importante di tutti”. Infine un bonus: “Se di un argomento sappiamo poco, ascoltiamo in silenzio. Perché nessuno ci obbliga a dire la nostra sempre e su tutto. Lo so che è una battaglia persa in partenza, ma ci provo lo stesso”, conclude Silvestri.

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