La casa significa amore, protezione e sopratutto “benessere psicofisico”. Tra le sue “quattro mura ” trascorriamo la maggior parte del nostro tempo e proprio per questo il suo allestimento non va lasciato al caso ma curato nei minimi dettagli. Infatti è fondamentale vivere in un clima confortevole, pieno di armonia e accoglienza. Un tocco di colore, la luce naturale che entra nelle stanze, il sole che riflette sulle grandi finestre, potrebbero, certamente, dare il senso di vivere spazi naturali. Il benessere passa anche dalla temperatura interna della casa che può determinare sensazioni di freddo o di caldo dando vita, insieme ad altri fattori concomitanti, a situazioni di squilibrio psicofisiologico. Nulla deve essere sottovalutato, come, ad esempio, il benessere termico, appena citato, oppure quello visivo e soprattutto acustico trovando, assolutamente, la giusta dimensione. Dal punto di vista neuropsicologico, le nostre “quattro mura”, se vissute con insoddisfazione, potrebbero generare emozioni negative esprimendo reazioni di disagio e malessere.
Le emozioni, come è noto, svolgono una funzione cruciale tra la mente e il corpo e definiscono la percezione, la memoria, il pensiero e il nostro comportamento. Una casa accogliente funge, pertanto, da terapia in quanto si creerebbero le basi per ricevere stimoli positivi, elaborarli con semplicità favorendo percorsi automatici di rilassamento psicofisico, utili a superare lo stress quotidiano causato, spesso, dalle giornate lavorative intense e noiose. La neuropsicologia ci insegna, tra le tante cose, che promuovere un clima favorevole significa, infine, allontanare situazioni di disadattamento, stati ansiogeni dannosi per il nostro sistema nervoso. La casa, dunque, deve avere uno spirito terapeutico, un guscio avvolgente che sfiora e tocca le nostre emozioni favorendo un clima sano e armonioso.
Dott. Carlo Varchi, psicologo esperto in neuropsicologia clinica