il dato
Gli studenti e le droghe leggere: uno su 13 ne ha fatto uso durante il lockdown
Smart drugs e anabolizzanti: al via progetto formativo coordinato dalla Cattedra di Medicina Legale del policlinico universitario di Catania
Secondo i dati pubblicati nella “Relazione annuale al parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia nell’anno 2021 (dati 2020)” a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Antidroga, la situazione è pressoché allarmante. Nel periodo di restrizioni legate al contenimento della pandemia da COVID-19, il 7,6% degli studenti ha riferito di aver consumato almeno una sostanza psicoattiva illecita (anabolizzanti, cannabis, cocaina, stimolanti, etc..). In particolare, esclusa la cannabis, il 2,5% dei rispondenti ha utilizzato almeno una delle altre sostanze; le percentuali maggiori si riscontrano fra i ragazzi (M=3,3%; F=1,7%) con un rapporto di genere quasi doppio.
Oltre un terzo degli studenti consumatori (37%) afferma di non aver utilizzato sostanze più di due volte nel mese. Un quarto le ha utilizzate dalle 3 alle 9 volte e il restante 38% almeno 10 volte. Si osserva quindi che una percentuale consistente di consumatori ha fatto un uso frequente di sostanze psicoattive durante il lockdown.
Dato ancora più allarmante è quello che emerge tra gli studenti: coloro che hanno utilizzato almeno una sostanza psicoattiva si differenziano da coloro che non le hanno assunte per alcune caratteristiche relazionali. In particolare, i consumatori risultano meno soddisfatti del rapporto con i familiari.
Il report ministeriale conferma l’intuizione della Cattedra di Medicina Legale relativa alla necessità di una massiccia campagna di informazione e sensibilizzazione della popolazione studentesca ai fini della prevenzione dell’utilizzo delle sostanze d’abuso, ed in particolar modo, concentrando l’attenzione sull’assunzione di sostanze anabolizzanti il cui effetto negativo è troppo spesso sottovalutato dai giovani che guardano, tanto al mondo dell’agonismo quanto al mondo dello sport, in una dimensione troppo spesso anche edonistica per ottenere rapidi miglioramenti dell’efficienza estetica corporale.
Da tali premesse, origina il progetto dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico "G. Rodolico – San Marco" di Catania intitolato “Smart drugs e anabolizzanti: profili epidemiologici e azioni correttive”, coordinato e diretto dal Prof. Cristoforo Pomara, Direttore dell’Istituto di Medicina Legale, afferente al Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Tecnologie Avanzate, “Gian Filippo Ingrassia”, dell’Università di Catania, finanziato dalla Regione Sicilia nell’ambito dell’attività prevista nella progettualità regionale finalizzata a “Prevenire le dipendenze da sostanze e comportamenti”. Nella parte operativa, il progetto prevede il coinvolgimento di diverse figure professionali altamente qualificate quali Medici Legali, Criminologi, Tossicologi, Genetisti forensi, che partendo da presupposti scientifici e da dati della più aggiornata bibliografia internazionale, promuoveranno una serie di incontri negli istituti superiori della Città di Catania con la somministrazione di questionari anonimi, con il duplice scopo di mappare per la prima volta l’incidenza sulla popolazione giovanile e nello stesso tempo con l’obiettivo di divulgazione e informazione su queste delicatissime tematiche ai fini di una prevenzione sociale.
Il primo appuntamento è in programma per lunedì 16 maggio presso il Liceo Scientifico Statale Galilei alle ore 9, incontro che verrà realizzato anche grazie alla sensibilità del dirigente scolastico, Prof.ssa Gabriella Chisari che ha aderito all’iniziativa. Successivamente, seguendo le modalità descritte, il team di esperti incontrerà tutti gli studenti degli istituti superiori della città di Catania che aderiranno al progetto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA