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Fecondazione assistita: il Cannizzaro presto centro di crioconservazione

Fecondazione assistita: il Cannizaro presto centro di crioconservazione

Il Prof. Paolo Scollo, primario di Ginecologia: «Riusciremo a fare 600-700 cicli l’anno»

Di Giuseppe Bonaccorsi |

«Quando i centri di fecondazione pubblica saranno a regime Catania diverrà punto di riferimento per la Sicilia e potremmo riuscire a soddisfare oltre duemila richieste l’anno». Così parla il prof. Paolo Scollo, primario del reparto di Ginecologia e ostetricia del Cannizzaro e presidente della Società italiana di ginecologia, che a giorni partirà col centro di crioconservazione degli ovociti, unico attivo in Sicilia nel settore pubblico. Lo abbiamo incontrato per avere maggiori dettagli.  

Professore quando sarete pronti col centro di crioconservazione?

«Dall’8 al 10 giugno verrà effettuato il collaudo della nuova sede per metterla in regola con le leggi, visto che tutti i centri di fecondazione assistita sono ormai tutti sotto il controllo del centro nazionale trapianti in quanto banca di tessuto. Contemporaneamente l’Asp sarà presente per dare lo sta bene all’accreditamento, dopo di che saremo pronti, verosimilmente, a partire dal 15 di questo mese».

Sarà un grande salto in avanti nel panorama della fecondazione assistita nel pubblico?

«Stiamo cercando di fare una banca per la prevenzione del tessuto nel paziente oncologico. Facciamo degli esempi: una ragazza col cancro alla mammella dovrà sottoporsi a un intervento e farà chemio e radio, col rischio di ledere il tessuto ovarico e di non potere avere più figli. Noi, prima di queste cure, con la crioconservazione andremo a conservare il suo tessuto ovarico, oppure attraverso una stimolazione preleveremo i suoi ovociti per una eventuale fecondazione quando la paziente si sarà ripresa. Preserveremo la sua fertilità. E lo stesso dicasi per un maschio che per malattia oncologica rischia di non avere più spermatozoi».  

Sarà un grande traguardo. In Sicilia siete il primo centro pubblico in questo settore?

«Nel pubblico saremo i primi, tanto è vero che l’assessore Borsellino ci tiene ad essere presente all’inaugurazione per dare testimonianza che il pubblico non è indietro rispetto al privato».  

Eppure in fatto di fecondazione assistita sino a questo momento il rapporto tra pubblico e privato è stato di uno a tre. E nel privato i costi per molte coppie sono proibitivi…

«In Sicilia in questi anni il 90% dei cicli sono stati effettuati nel privato e solo il 10% nel pubblico. Ma quando i centri pubblici saranno a regime potremo soddisfare molte delle pressanti richieste. Per quanto riguarda i costi non più tardi di un paio di mesi fa il ministero ha garantito di far diventare la fecondazione assistita una prestazione del ssn a tutti gli effetti. Fino a poco tempo fa se una coppia siciliana andava in Lombardia per una fecondazione, un terzo livello quantificato in un costo di 2800 euro, veniva a costare 6 mila euro. A questo punto la commissione Stato-Regioni, di cui faccio parte in rappresentanza della Regione Sicilia, ha stilato un protocollo in cui una Fecondazione assistita avrà presto, forse già da settembre, un prezzo unitario di 2800 euro: dalla Sicilia al Trentino».  

Il centro del Cannizzaro avrà il personale idoneo per diventare punto di riferimento?

«Su questo fronte c’è un decreto regionale in cui abbiamo fissato l’organico necessario per il funzionamento dei centri che eseguono più di 200 cicli l’anno. Dovranno avere due medici, due biologi, due infermieri e una segretaria che è una figura importantissima per il funzionamento del reparto. Presto, visto che avvieremo anche le tecniche per la fecondazione eterologa, avremo bisogno di tre medici, tre embriologhe, due infermieri… In questo momento il nostro organico è di due medici strutturati e di una embriologa. Il problema maggiore che si ha nei centri di fecondazione è proprio il personale specializzato. La figura dell’embriologa è fondamentale ed è difficilissimo trovarne di esperienza. Quindi dovremo integrare le figure che mancano attraverso un concorso. A questi organici si dovranno adeguare anche i centri privati che fanno parte del network regionale. A Catania si tratta di due centri oltre ai tre del pubblico: Cannizzaro, Santo Bambino e Garibaldi di prossima apertura. Per quanto riguarda i centri di Pma dell’azienda Policlinico la Regione ha previsto l’ accorpamento dei reparti in un unico centro».  

Lei ha parlato di eterologa. Quando comincerete?

«Potremmo essere pronti a partire da settembre, ma abbiamo il problema della totale mancanza di donatrici. La mia proposta è quella di fare un bando, come Regione, per andare a comprare gli ovociti all’estero. Il 22 giugno verrà presa una decisione». Si è parlato di una possibile simbolica concorrenza tra il Cannizzaro e il centro del Garibaldi…. «Ritengo che un centro che inizia adesso non può certo concorrere con un altro che è operativo da tempo… ».  

Il Cannizzaro, quindi, ha tutte le carte in regola per diventare centro capofila per la Pma della Sicilia orientale?

«Ha tutte le prerogative per diventarlo. Per i primissimi due, tre anni il Cannizzaro sarà all’avanguardia e a regime potremmo arrivare a 600-700 cicli l’anno. Dopo ritengo che gli altri reparti, Garibaldi, Santo Bambino si metteranno a regime e Catania sarà in grado di soddisfare le richieste pressanti che provengono dalle coppie sterili».  

Sono tantissime?

«Quante non si crede. Al Cannizzaro abbiamo due anni di lista d’attesa. Al punto tale che alcune volte siamo stati costretti a sospenderla per rispettare i pazienti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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