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Farmaci: ‘pelle libera’ da psoriasi con nuovo biotech e bussola digitale

Di Redazione |

Milano, 23 mag. (AdnKronos Salute) – “Una vita sociale serena, senza stigma. Senza lo sguardo continuo delle persone sulla pelle”. E’ il sogno di chi convive per anni con la psoriasi. Lo racconta oggi a Milano Guido, alle spalle una diagnosi arrivata in tenera età (a 4-5 anni) e decenni passati con i segni della malattia sulla pelle. E nel cuore. A 47 anni “avevo mollato, mi ero rassegnato ad avere il corpo ricoperto al 70% di croste – dice – Poi mia figlia mi ha scosso. Anche lei ha la psoriasi, e come genitore ti senti male quando si chiede se diventerà come te. Mi ha convinto a guardare in faccia la malattia, a non mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, a curarmi. Ora dico agli altri pazienti: non mollate mai”. Di storie come quella di Guido ce ne sono tante. Ma oggi in Italia è in arrivo una nuova arma biotech: secukinumab, primo anticorpo monoclonale totalmente umano approvato nel trattamento di prima linea della psoriasi a placche da moderata a severa, quando è richiesta una terapia sistemica. L’indicazione terapeutica è stata approvata dalle autorità sanitarie sulla base degli studi clinici nei quali “il farmaco ha dimostrato il raggiungimento e mantenimento di una cute esente o quasi da lesioni (secondo la misurazione convenzionale, da Pasi 90 a Pasi 100) in 8 pazienti su 10, rispetto al 57,6% ottenuto con le terapie oggi più efficaci”, spiega Giampiero Girolomoni, presidente della Sidemast (Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse) e professore ordinario di Dermatologia all’università di Verona. “La velocità d’azione – continua – fa sì che già dopo un mese di terapia, che si somministra tramite iniezione sottocute, un paziente su due ha ottenuto il risultato di una pelle pulita”. La molecola, targata Novartis, sarà accompagnata anche da una ‘bussola multimediale’: il programma multicanale ‘Psolife’ – dall’App all’assistenza da remoto, dalla linea telefonica alla community – per supportare sia i pazienti nella loro vita quotidiana sia gli specialisti dermatologi. “Il farmaco – sottolinea Girolomoni – ha la capacità di inibire una citochina che si chiama interleuchina-17A, cruciale nello sviluppo dell’infiammazione e nella patogenesi della psoriasi. Il profilo di sicurezza è estremamente favorevole. C’è stato un ampio sviluppo clinico tra studi di fase III e pratica clinica. Oggi in Europa si contano 8 mila pazienti sotto trattamento”. E secondo i risultati osservati fino a 3 anni l’efficacia si mantiene nel tempo. La psoriasi colpisce in Italia “1,5 milioni di persone, ma è un dato restrittivo. Di questi – dice lo specialista – circa il 10% richiede una terapia sistemica per forme più gravi che non si controllano con pomate o altri farmaci e in questo gruppo c’è una quota che non riesce a curarsi con i farmaci tradizionali e ha bisogno di supporti più intensivi dati dai farmaci biologici”. Ma per Mara Maccarone, presidente dell’Associazione per la difesa degli psoriasici (Adipso), “i dati ufficiali non rendono giustizia al reale impatto della malattia che ha numeri più alti, noi stimiamo oltre 3 milioni, e coinvolge dunque una fascia di popolazione molto più ampia, probabilmente non dichiarata o non ancora diagnosticata. Non solo: non tutti i pazienti che dovrebbero curarsi con terapie innovative approdano al trattamento giusto. Con i farmaci di nuova generazione si curano solo 12 mila pazienti. Abbiamo tanti giovani che si nascondono e hanno gettato la spugna, spesso nella morsa della depressione. Secondo un’indagine da noi condotta, un malato di psoriasi su 5 non sa a chi rivolgersi, uno su 4 tenta di curarsi da solo, solo il 16% dei medici di famiglia prescrive una visita dermatologica e nel 15% dei casi indirizza ai centri specializzati. Ci battiamo da anni perché emerga il sommerso e perché i pazienti si sentano sostenuti e soprattutto si curino”. Guido racconta il prima e il dopo: “Ai miei tempi le persone non sapevano molto della patologia, così da piccolo sono stato messo in una scuola per ‘bimbi speciali’ perché i genitori dei miei compagni non mi volevano in classe, temevano che la malattia si potesse trasmettere per contatto. Oggi la mia quotidianità è cambiata e posso definirla normale”. Senza paura (sperimentata dal 65% dei pazienti secondo un’indagine Censis), vergogna (56%), fastidio per le reazioni altrui (52%), vita di coppia difficile, tristezza. Il ‘braccio multimediale’ che accompagna l’arrivo del farmaco in Italia permetterà allo specialista di dare al paziente servizi aggiuntivi per la gestione della terapia e della patologia. C’è un’App che ricorda al paziente lo schema corretto della terapia e gli permette di misurare la propria qualità di vita passo passo. Dati che potrà condividere con il medico attraverso un sito web di monitoraggio. E per sciogliere eventuali dubbi c’è poi un servizio di supporto al paziente anche a domicilio. Per gli specialisti, invece, il programma multicanale prevede una linea telefonica dedicata e una community in cui potranno supportarsi tra loro sull’uso della terapia nella pratica clinica. “Entro pochi giorni – afferma Gaia Panina, Head of Immunology & Dermatology Franchise di Novartis – aspettiamo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del via libera di Aifa. Il farmaco sarà in classe H, che prevede la dispensazione ospedaliera. E non c’è solo la novità del meccanismo d’azione della molecola che agisce bloccando la cascata infiammatoria alla base di patologie come la psoriasi. Ma anche un dato di sostenibilità per una terapia cronica: secukinumab entra sul mercato con un prezzo sovrapponibile a quello degli altri farmaci biologici attualmente in commercio, nonostante sia un’innovazione e sia stata dimostrata un’efficacia superiore”. Oggi, riflette l’esperta, “in Italia si spende poco per la psoriasi”, l’1,8% della spesa sostenuta dal Sistema sanitario nazionale. E l’investimento in farmaci biologici per la cura della patologia è pari a 140 milioni di euro, meno dell’1% della spesa farmaceutica complessiva del 2015. Poiché il meccanismo d’azione dell’IL-17A è comune a più patologie infiammatorie, “il farmaco ha già ottenuto l’approvazione dell’autorità regolatoria europea per altre due indicazioni, l’artrite psoriasica e la spondilite anchilosante, e su queste – annuncia Panina – sono ora in corso le negoziazioni con Aifa”.

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