Roma, 27 apr. (AdnKronos Salute) – Si conferma il trend in calo della spesa farmaceutica. Quella convenzionata netta Ssn nel 2015 ha fatto registrare una diminuzione dell’1,4% rispetto al 2014. Non solo. Lo scorso anno si è arrestato anche l’aumento del numero delle ricette, -2,2% rispetto al 2014. E’ aumentato però il loro valore medio netto, +0,8% (lordo +1,1%): un andamento legato in parte al maggior numero di confezioni prescritte su ciascuna ricetta (passate in media da 1,86 del 2014 a 1,9 del 2015). Questi i dati della spesa farmaceutica 2015 diffusi da Federfarma.
Il calo della spesa è particolarmente sensibile in Sicilia (-5,8%), mentre in Veneto è molto evidente la diminuzione del numero delle ricette (-7,2%). Lo scorso anno le ricette sono state oltre 596 milioni, in media 9,8 per ciascun cittadino. Le confezioni di medicinali erogate a carico del Ssn sono state oltre 850 milioni, sostanzialmente come nel 2014. Ogni italiano ha ritirato in farmacia in media 14 confezioni di medicinali a carico del Ssn.
L’incidenza sulla spesa lorda delle quote di partecipazione a carico dei cittadini è aumentata in misura minima, passando dal 13,4% del 2014 al 13,7% del 2015. Nelle regioni con ticket più incisivo si oscilla dall’11,3% al 17,3%. Complessivamente i cittadini hanno pagato oltre 1,48 miliardi di euro di ticket sui farmaci, di cui più del 64% (dato Aifa) dovuto alla differenza di prezzo rispetto al medicinale equivalente meno costoso.
Guardando ai consumi di farmaci a carico del Ssn, nel 2015 i medicinali per il sistema cardiovascolare si sono confermati la categoria a maggior spesa, pur facendo segnare una diminuzione sia dei consumi (-0,3%) sia soprattutto della spesa (-1,4%), in seguito al maggior utilizzo di farmaci a brevetto scaduto di prezzo più basso.
Nel 2015 si collocano al primo posto per prescrizioni i farmaci per gastrite, ulcera, reflusso gastrico (inibitori di pompa), che fanno però segnare un sensibile calo dei consumi (-2,5% rispetto al 2014). Fra gli antipertensivi diminuisce il ricorso agli ace-inibitori associati ai diuretici e aumenta quello ai betabloccanti. In forte aumento l’utilizzo di vitamina D (+32,1% rispetto al 2014). La specialità più prescritta, anche nel 2015, si conferna la cardioaspirina*, nonostante il calo delle prescrizioni (-0,8% rispetto al 2014), seguita dal dibase* (farmaco per le carenze di vitamina D), in forte crescita (+17,5%).
Infine, lo sconto per fasce di prezzo, a carico della farmacie, ha prodotto nel 2015 un risparmio di oltre 500 milioni di euro, a cui vanno sommati 70 milioni di euro derivanti dalla quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, anch’esso a carico delle farmacie. A tali pesanti oneri – sottolinea Federfarma – si è aggiunta, dal 31 luglio 2010, la trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata da luglio 2012 al 2,25%. Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile nel 2015 in circa 195 milioni di euro. Complessivamente, quindi, il contributo diretto delle farmacie al contenimento della spesa, nel 2015, è stato di circa 770 milioni di euro, conclude l’associazione.