Roma I primi dati promettenti di due farmaci sperimentali contro Covid-19 non sono sfuggiti all’Agenzia italiana del farmaco. “In considerazione dei riscontri registrati per alcuni prodotti farmaceutici in fase di sperimentazione”, Aifa procederà infatti “già nelle prossime ore alla discussione in Cts (Commissione tecnico scientifica) relativamente a studi clinici e usi compassionevoli per i farmaci a base di remdevisir e tocilizumab”, rispettivamente un medicinale anti-virale e un anti-artrite. In Aifa è stata inoltre costituita un’unità di crisi coronavirus, impegnata su quattro linee principali:
1) Farmaci in uso “off label”. Dal momento che nell’emergenza gli ospedali fanno ricorso a protocolli che prevedono l’uso off label di medicinali in commercio in Italia, Aifa sta predisponendo l’approvazione di quelli già identificati, che verranno sottoposti a valutazione da parte del Cts.
2) Ricerca e sviluppo/accesso ai farmaci sperimentali (è il caso dei medicinali a base di remdevisir e tocilizumab). (segue)
3) Linea guida nazionale di managment. Partecipazione all’elaborazione della linea guida nazionale di managment, relativa ai casi di Covid-19, in collaborazione con la Protezione Civile e l’Inmi Lazzaro Spallanzani.
4) Contrasto alle carenze di medicinali a livello ospedaliero. Aifa è in contatto con titolari Aic (autorizzazione all’immissione in commercio) e importatori rispetto alla regolarità delle forniture dei farmaci utilizzati a livello ospedaliero durante l’emergenza, e procede a facilitare l’importazione dei prodotti critici.
Aifa, in questa fase di emergenza, “ritiene opportuno condividere le informazioni riguardanti la limitata disponibilità di alcuni farmaci, attualmente utilizzati off label per il trattamento di pazienti affetti da coronavirus. Tale situazione sta generando un flusso rilevante di richieste per quei medicinali carenti o a rischio di carenza, cui è possibile sopperire attraverso il rilascio di autorizzazioni all’importazione alle strutture sanitarie o ai titolari che ne facciano richiesta, garantendo in tal modo la continuità delle terapie”.