Salute
Coronavirus, i numeri dell’epidemia: perché il trend dei contagi induce un lieve ottimismo
ROMA – I numeri dell’epidemia aumentano, ma le loro fluttuazioni non devono trarre in inganno perché nascondono un andamento che per la prima volta induce a un lieve ottimismo.
I 54.030 malati di coronavirus in Italia sono aumentati di 3.612 contro i 3.780 di lunedì, i contagiati, comprese le vittime e i guariti, sono adesso 69.176; i decessi sono 6.820, 743 in più contro i 601 di lunedì, ma bisogna guardare oltre le oscillazioni di queste cifre. «Il dato nazionale dei decessi è più alto, ma la percentuale di crescita va calcolata su più giorni, su una media, perché le fluttuazioni coprono il vero segnale», ha osservato il fisico Federico Ricci Tersenghi, dell’Università Sapienza di Roma e fra i curatori della pagina Facebook “Coronavirus-Dati e analisi scientifiche”.
«Negli ultimi giorni – ha proseguito – il dato nazionale sta continuando a scendere gradualmente ma regolarmente; si va verso un picco abbastanza vicino, sempre nell’ipotesi che i dati siano realistici e non sottostimati». Si intravedono i segnali di un miglioramento, tali da indurre a un «lieve ottimismo». La curva dell’epidemia comincia a rallentare e la tendenza sembra confermata anche a livello regionale.
Incoraggiano in particolare i dati rilevati negli ultimi giorni soprattutto nelle regioni centrali più popolose, come Toscana e Lazio, che insieme a quelli della Campania sono considerate degli indicatori cruciali. I loro dati suggeriscono che i primi effetti delle misure restrittive cominciano a farsi sentire, sebbene si vedano anche in questi casi delle oscillazioni. E c’è ancora l’incognita del Sud e quindi anche della Sicilia che deve fare i conti l’esodo dei tanti rientrati dal Nord. «E’ presto per sbilanciarsi – ha detto infatti Ricci Tersenghi – e la tendenza dovrà essere confermata nei prossimi giorni».
La curva dell’epidemia comincia lentamente a inclinarsi anche per l’astrofisico Fabrizio Nicastro, dell’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf), sulla pagina Facebook “Gruppo analisi numerica e statistica dati Covid-19”. Tanto che una possibile data del picco potrebbe arrivare entro il 29 marzo: una stima che si basa sul dato più certo disponibile, vale a dire il numero dei decessi. Per Nicastro la curva epidemica continua lentamente a inclinarsi, sia a livello nazionale sia nelle regioni, e il ritmo dei decessi ha rallentato la crescita, riducendo il tasso di incremento dal 30% registrato fra l’8 e il 15 marzo al 17-18% della settimana successiva. Sono stime, ha precisato, che «dovranno essere confermate da ulteriori dati».
Segnali incoraggianti arrivano anche dal mondo della ricerca, con la firma di un protocollo di intesa e lo stanziamento di otto milioni di euro finalizzati alla messa a punto di un vaccino contro la malattia da coronavirus SarsCoV2, la Covid-19. Lo hanno firmato la Regione Lazio e i ministeri della Salute e della Ricerca, con il Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr) e l’Istituto Spallanzani.
Un passo che, per il ministro per l’Università e la Ricerca, Gaetano Manfredi, «afferma il prestigio internazionale della nostra ricerca, rendendola protagonista nella corsa globale al vaccino». Anche per il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, è un «passo importante, che testimonia sforzo delle autorità sanitarie del Paese nel trovare le risposte più adeguate». Per il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, «con le nostre eccellenze scientifiche e con gli 8 milioni di euro vogliamo rendere disponibile e accessibile un vaccino in grado di salvare vite».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA