Carenza di endrocrinologi nei percorsi di procreazione medicalmente assistita: è il grido d’allarme che hanno lanciato gli esperti delle Università di Messina, Catania, Palermo e Catanzaro in occasione del corso di aggiornamento macro regionale della Società italiana di endrocrinologia, sezione siculo – calabra, nei all’Hotel Villa Diodoro di Taormina.
L’appuntamento, giunto alla XII edizione e presieduto dal professore Antonio Aversa dell’Università di Catanzaro, ha coinvolto gli atenei di Catania, Messina, Palermo, Catanzaro e circa 200 specialisti siciliani e calabresi che si sono confrontati sulla moderna endocrinologia toccando svariati argomenti di grande interesse clinico e scientifico perché abbracciano diversi rami della medicina con un approccio multidisciplinare, utile per migliorare le cure e la qualità della vita dei pazienti. Particolare interesse ha suscitato la sessione «Andrologia di frontiera», coordinata da Aversa insieme con i colleghi Aldo Calogero e Sandro La Vignera dell’Università di Catania, nella quale è stata evidenziata la carenza di figure professionali, con competenze endocrinologiche, nell’ambito dei centri di procreazione medicalmente assistita. «È importante per l'endocrinologo – hanno sottolineato i docenti – considerare i fattori reversibili di infertilità maschile, alla base del principio di gradualità che regolamenta l’accesso delle coppie alle tecniche di fecondazione; sollecitandone adeguata formazione nel percorso di specializzazione medica per l'endocrinologo».