Uno studio ha evidenziato per la prima volta la forte presenza, nei campi da calcio in erba artificiale, di batteri potenzialmente pericolosi come Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa, stafilococchi ed enterococchi.
La ricerca è stata coordinata da Cinzia Randazzo, docente di Microbiologia agroalimentare dell’Università di Catania. «Due anni fa avevo già invitato le autorità preposte ad occuparsi di questo problema a garanzia della salute dei cittadini – spiega Randazzo – La Federazione italiana giuoco calcio (Figc) e tutte le sue componenti hanno dato prova di grande sensibilità etica in difesa della salute dell’individuo, in particolare dei minori, che è un valore fondante della pratica sportiva. I trattamenti di sanificazione periodici comportano un impegno finanziario ma questo non può rappresentare un ostacolo per la garanzia della sicurezza».
La Figc, con l’approvazione del nuovo regolamento sui campi in erba artificiale, è la prima istituzione sportiva in Europa che ha reso obbligatorio il trattamento con detergenti igienizzanti. Questi appositi prodotti si sono dimostrati efficaci e devono essere attestati dalla Cisea (Commissione impianti sportivi erba artificiale) della Lega Nazionale Dilettanti (Lnd). «Un’ottima decisione che merita un grande plauso. Così si rendono più salutari e sicuri i campi dove vanno a giocare i nostri atleti e la loro salute viene maggiormente tutelata», commenta Randazzo.
«Ora che la norma esiste bisogna però fare di tutto perché venga rispettata – aggiunge Randazzo – In particolare chiediamo ai Sindaci dei Comuni, in cui sono attivi campi in erba artificiale, di intervenire affinché tutte queste strutture siano sanificate senza indugi. Fra poche settimane per milioni di italiani termineranno le vacanze estive e anche quelle sportive. I numerosissimi campi in erba artificiale, presenti capillarmente sul territorio nazionale, verranno perciò invasi da migliaia di giocatori d’ogni fascia d’età. I primi cittadini devono fare in modo che le norme della Figc siano rispettate e applicate e che tutti possano giocare così con ‘tranquillità».