tumori
Allarme tumori: in Italia quasi 400mila casi nel 2022 soprattutto per cattive abitudini
Il 33% degli adulti è in sovrappeso e il 10% obeso, il 24% fuma e i sedentari sono aumentati dal 23% nel 2008 al 31% nel 2021.in piena pandemia, durante il biennio 2020-2021, questi trend hanno subito modifiche per lo più in senso peggiorativo.Fondamentale lo screening
Una delle piaghe più vaste e difficili da combattere è il cancro. Pensiamo infatti, che addirittura il primo scritto riguardante un caso di tumore risale alla medicina egizia, nell'antico papiro di Kahun (1800 a.C.), è presentata la descrizione di un cancro dell'utero, mentre un altro documento, il papiro di Ebers (1550 a.C.) tratta della condizione di non curabilità di tale patologia. E ancora oggi sono tra le principali cause di morte nella popolazione.
Cos'è il cancro?
Stando alla definizione dell'Humanitas, con i termini "cancro" e "tumore", si fa riferimento ad una condizione patologica caratterizzata dalla proliferazione non controllata di cellule che hanno la capacità di infiltrarsi nei normali organi e tessuti dell'organismo alterandone la struttura e il funzionamento. Esso ha anche la capacità di localizzarsi a distanza dalla malattia primitiva, ed in questo caso si parla di malattia secondaria o metastatica. I tumori si dividono in tumori solidi, caratterizzati da una massa compatta di tessuto, e tumori del sangue (es: linfomi e leucemie).
Importante a tal proposito la differenza tra tumore e cancro: secondo medicinaonline, cancro e tumore sono usati spesso come sinonimi, ma non sono due parole necessariamente equivalenti. Cominciamo con lo spiegare che un tumore (dal latino tumor, “rigonfiamento”, anche chiamato “neoplasia“) è una massa di tessuto anormale che: -origina da una singola cellula mutata nel suo DNA;-ha dato origine ad una progenie di cellule;-cresce in eccesso ed in modo incontrollato rispetto ai tessuti normali;-persiste in questo stato dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo. Un tumore può essere benigno o maligno. Un tumore maligno viene anche chiamato “cancro”. In questo articolo, il termine generico tumore assumerà per celerità il significato di tumore maligno.
Come mai avviene?
Il cancro è causato da mutazioni del DNA all'interno delle cellule. Il DNA cellulare contiene informazioni su come le cellule debbano crescere e moltiplicarsi. Errori in queste istruzioni fanno in modo che la cellula diventi cancerosa.
Le mutazioni genetiche possono guidare una cellula sana in modo che: – Si moltiplichi in maniera anormale, creando così un numero maggiore di cellule malate.
-Non contrasti la crescita cellulare anormale: le cellule normali contengono geni chiamati oncosoppressori, che riconoscono la crescita cellulare anomala ed agiscono per fermarla. Quando c'è un errore in questi geni, tale funzione può esserne indebolita o perfino interrotta. Questo permette alle cellule mutate di continuare a crescere e dividersi.
-Commetta errori nella riparazione del DNA: i geni sono in grado di identificare e riparare gli errori eventualmente presenti all'interno del DNA stesso. Una mutazione può comportare che alcuni errori non vengano rilevati, permettendo l'accumulo di differenti mutazioni ed, in ultimo, la comparsa del cancro.
Le mutazioni genetiche possono essere presenti fin dalla nascita, oppure, in altri casi possono essere causate da virus, infiammazioni croniche o dagli stessi ormoni prodotti dall'organismo. Possono tuttavia essere causate anche da fattori esterni all'organismo, come i raggi ultravioletti (UV), le sostanze chimiche carcinogene o le radiazioni.
I trattamenti
I trattamenti oncologici variano a seconda della sede che viene identificata come primaria, dello stadio della malattia (secondo il metodo TNM di stadiazione, riconosciuto a livello mondiale), della presenza o meno di malattia secondaria (a distanza) e delle condizioni di salute generale del paziente. Possono consistere in terapie di tipo chirurgico, medico (chemioterapia e terapie biologiche) o radioterapico, che possono essere somministrate singolarmente o in maniera combinata. Quando la fase di trattamento è terminata, esiste poi un periodo di tempo durante il quale vengono effettuati esami diagnostici e controlli per verificare l'efficacia delle terapie somministrate, detta fase di Follow Up.
E in Italia?
Brutte notizie purtoppo, nel nostro "Bel Paese "(se ne sono registrati quasi 400mila nel 2022): considerando però che i tumori sono patologie più frequenti dopo i 65 anni, la crescita appare per lo più collegata all'invecchiamento generale della popolazione italiana.
Cosa determina questa crescita di casi?
Se c'è una buona notizia che riguarda la ripresa dei programmi di screening, tornati ai livelli pre-pandemia (ovvero i connazionali hanno ripreso a effettuare esami consigliati per la diagnosi precoce: mammografia per il seno, test per la ricerca del sangue occulto nelle feci per il colon-retto e Pap test o Hpv-Dna test per la cervice uterina), c'è un fronte che preoccupa moltissimo gli specialisti: le cattive abitudini.
Il 33% degli adulti è in sovrappeso e il 10% obeso, il 24% fuma e i sedentari sono aumentati dal 23% nel 2008 al 31% nel 2021. «Gli stili di vita scorretti sono sempre più diffusi e i dati italiani sono sempre più allarmanti: più di un caso di cancro su tre potrebbe essere evitato e prevenuto soltanto evitando questi comportamenti pericolosi» sottolinea Saverio Cinieri, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) durante la presentazione de «I numeri del cancro in Italia 2022» al Ministero della Salute.
"I dati Passi sugli stili di vita confermano la non ottimale aderenza dei cittadini a uno stile di vita sano – afferma Maria Masocco, responsabile scientifico dei sistemi di sorveglianza Passi e Passi d’argento, coordinati dall’Istituto superiore di sanità – Dall’analisi delle serie storiche dei fattori di rischio comportamentali, emerge che non ci sono stati grandi miglioramenti negli ultimi 15 anni e, ad eccezione dell’abitudine al fumo di sigaretta che continua la sua lenta riduzione da oltre un trentennio, il consumo di alcol a rischio, la sedentarietà e l’eccesso ponderale, complessivamente, peggiorano o restano stabili.
Non solo: in piena pandemia, durante il biennio 2020-2021, questi trend hanno subito modifiche per lo più in senso peggiorativo. L’impatto della pandemia sugli stili di vita è più visibile nel 2020 e sembra, in parte, rientrare nel 2021. Ma gli sforzi per sensibilizzare i cittadini sull'importanza della prevenzione primaria non devono fermarsi".
I tipi di cancro più frequenti
Il censimento ufficiale ogni anno fotografa la realtà oncologica nel nostro Paese e descrive gli aspetti relativi alla diagnosi e terapia delle neoplasie grazie al lavoro di Aiom, Airtum (Associazione italiana registri tumori), Fondazione Aiom, Osservatorio nazionale screening (Ons), Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), Passi d’argento e della Società italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica (Siapec-Iap).
I nuovi casi stimati di tumore nel 2022 sono 390.700, 205.000 negli uomini (a fronte dei 194.700 casi diagnosticati nel 2020) e 185.700 nelle donne (181.900 nel 2020).
In due anni, l’incremento è stato di 14.100 casi.
I tumori più frequenti sono quelli della mammella (55.700 nuovi casi, con un incremento dello 0,5% rispetto al 2020), colon-retto (48.100 nuovi casi, +1,5% negli uomini e +1,6% nelle donne), polmone (43.900 nuovi casi, +1,6% negli uomini e +3,6% nelle donne), prostata (40.500 nuovi casi, +1,5%) e vescica (29.200 nuovi casi, +1,7% negli uomini e +1,0% nelle donne).
Negli uomini, le neoplasie più diffuse sono: prostata (40.500 nuove diagnosi nel 2022), polmone (29.300), colon-retto (26.000), vescica (23.300) e stomaco (8.800).
Nelle donne, invece: mammella (55.700 casi), colon-retto (22.100), polmone (14.600), endometrio (10.200) e tiroide (8.700).
Ma si può guarire da un tumore?
La risposta è si: guarire dal cancro o convivere con un tumore per anni, come avviene con altre malattie croniche, oggi è possibile.
In Italia, sono oltre tre milioni e mezzo (3,6 milioni, il 37% in più rispetto a dieci anni prima) le persone che vivono dopo una diagnosi di cancro, ma solo circa un milione di ex pazienti oncologici può considerarsi guarito.
I numeri consentono di misurare la guarigione impiegando indicatori specifici: il rischio di morte per tumore è più alto nei primi anni dopo la diagnosi e poi diminuisce progressivamente.
Può dirsi guarito da tumore chi ha la stessa aspettativa di vita delle persone della sua stessa età e del suo stesso sesso che non l'hanno mai avuto.
"Nella stragrande maggioranza dei casi, una persona libera da malattia oltre i dieci anni dal termine del trattamento può, in assenza di recidiva, essere considerata guarita" — ricorda Giordano Beretta, presidente Fondazione Aiom —.
"Fanno eccezione a questa regola alcuni tumori in cui il tempo di guarigione è invece più lungo (per esempio seno, prostata e vescica, che sono fra i più frequenti) e le neoplasie insorte nell’età infantile e adolescenziale, in cui possono bastare cinque anni per parlare di guarigione. In Italia i pazienti oncologici guariti, però, rischiano ancora di incontrare concrete difficoltà quando, per esempio, cerchino di stipulare un’assicurazione sulla vita o richiedano un mutuo o un finanziamento bancario. Ecco perché è fondamentale attuare, anche in Italia, una legge sul diritto all’oblio, seguendo l’esempio di altri Paesi europei".
La diagnosi precoce
La guarigione è tanto più facile quanto più tempestiva è la scoperta della malattia: un tumore scoperto in stadio iniziale, di piccole dimensioni e confinato nell'organo (senza metastasi), ha maggiori probabilità di essere curato in modo definitivo e senza terapie troppo invasive.
«Per questo è fondamentale l'adesione agli screening — dice Paola Mantellini, direttrice dell'Osservatorio nazionale screening —. L’obiettivo non è soltanto recuperare i ritardi indotti dall’emergenza sanitaria causata da Covid, ma ottenere livelli di copertura ottimali che, in determinate aree del Paese e per alcuni programmi, non si sono raggiunti nemmeno prima della pandemia. Sono ancora troppo pochi gli italiani che aderiscono agli esami offerti gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale, che potrebbero salvare loro la vita».
Dal volume emerge infatti che il valore medio italiano della proporzione di donne che hanno eseguito la mammografia rispetto a quelle aventi diritto, che nel 2020 si era attestato al 30%, nel 2021 ritorna in linea (46,3%) con i valori di copertura del periodo 2018-2019.
Per lo screening colon-rettale (ricerca del sangue occulto nelle feci) il valore complessivo si attestava intorno al 30%, per ridursi al 17% nel 2020 e risalire al 30% nel 2021. Lo screening cervicale presentava valori pre-pandemici intorno al 38-39%, un calo al 23% nel 2020 e un livello di copertura del 35% nel 2021.
Cos'è cambiato con il Covid
"Sono numeri che non possono non destare preoccupazione, se si considera che il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche possono essere evitati intervenendo su fattori di rischio prevenibili, soprattutto sugli stili di vita" — spiega il ministro della Salute Orazio Schillaci —.
Per quanto riguarda i fattori di rischio comportamentali, i dati raccolti durante il biennio 2020-2021 segnano un momento di accelerazione per lo più in senso peggiorativo. Inoltre, come emerge dall’analisi, a seguito di decenni caratterizzati da notevoli progressi, la pandemia di Covid-19 ha determinato una battuta d’arresto nella lotta al cancro, causando in Italia un forte rallentamento delle attività diagnostiche in campo oncologico, con conseguente incremento delle forme avanzate della malattia.
«In Italia, la pandemia ha causato un aumento della mortalità dei pazienti oncologici, soprattutto nei maschi, in età avanzata, con tumore diagnosticato da meno di due anni e nelle neoplasie ematologiche — concludono Fabrizio Stracci, presidente Airtum, e Diego Serraino, direttore dell' Epidemiologia oncologica e Registro tumori del Friuli Venezia Giulia, Centro di riferimento oncologico, IRCCS di Aviano —. È fondamentale che i pazienti fragili, tra cui rientrano quelli oncologici, si vaccinino. Infatti uno studio su tutti i residenti in Friuli Venezia Giulia e nella provincia di Reggio Emilia ha evidenziato che il rischio di morte tra gli individui con storia di cancro e di positività all’infezione da Sars-CoV-2 è due-tre volte superiore tra i non vaccinati rispetto ai vaccinati».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA