ROMA – I casi di contagio all’ospedale pediatrico di Bari confermano l’emergenza morbillo in Italia, che dal 2017 ha determinato 12 morti. Fu proprio il preoccupante aumento di focolai di questa malattia, assieme ad altre come la pertosse, a provocare la richiesta da parte del mondo scientifico di intervenire per riportare le coperture vaccinali a livelli di sicurezza, sfociata poi nel provvedimento che ha reintrodotto l’obbligo vaccinale. Ma è di pochi giorni fa l’allerta del Centro per il controllo delle malattie Usa (Cdc) per i viaggiatori che si recano in Europa e in particolare in Italia, dove la malattia continua a non abbassare la testa, provocando morti e ricoveri.
In attesa di una circolare che sarà diffusa – come annunciato dal ministro della Salute Giulia Grillo – nei prossimi giorni, in cui si riportano le linee guida per la standardizzazione dei protocolli di gestione del paziente colpito da morbillo da parte del personale sanitario, in Italia dal 1 gennaio al 30 settembre 2018 sono stati segnalati 2295 casi di morbillo (-55% rispetto allo stesso periodo del 2017) e 19 casi di rosolia.
L’88,2% dei casi di morbillo si è verificato in sette Regioni. La Sicilia registra l’incidenza più elevata (1.117), a seguire: Lazio (235), Campania (181), Calabria (177), Lombardia (149), Emilia Romagna (89), e Toscana (76). L’età media al contagio è di 25 anni. Mentre sono 440 i casi che si sono registrati in bambini di età inferiore a 5 anni, dei quali 143 avevano meno di 1 anno. Sono alcuni dei dati riportati nel numero di ottobre 2018 di «Morbillo&Rosolia News» che segnala anche 100 casi registrati tra operatori sanitari. Il 47,3 dei casi si è verificato in persone di sesso femminile. Il 91,1% dei casi per cui è noto lo stato vaccinale era non vaccinato, il 5,6% aveva effettuato una sola dose, l’1,4% aveva ricevuto due dosi e il 1,9% non ricorda il numero di dosi. Inoltre il 48,3% dei casi ha riportato almeno una complicanza. La complicanza più frequente è stata la stomatite, riportata in 577 casi (25,1%), seguita dalla diarrea (472 casi; 20,6%) e dalla cheratocongiuntivite (412 casi; 18,0%).