Alimenti: Efsa, possibili rischi salute da contaminanti olio di palma

Di Redazione / 04 Maggio 2016

Roma, 4 mag. (AdnKronos Salute) – “I contaminanti da processo a base di glicerolo presenti nell’olio di palma, ma anche in altri oli vegetali, nelle margarine e in alcuni prodotti alimentari trasformati, danno adito a potenziali problemi di salute”. E’ quanto afferma l’Autorità per la sicurezza alimentare europea (Efsa) “per il consumatore medio di questi alimenti” in età giovanile “e per i forti consumatori di tutte le fasce d’età”, in un’opinione scientifica ufficiale su questo tema pubblicata sul sito ufficiale dell’organismo Ue.
L’Efsa – riporta l’autorità – ha valutato i rischi per la salute pubblica derivanti dalle seguenti sostanze: glicidil esteri degli acidi grassi (Ge), 3-monocloropropandiolo (3-Mcpd), e 2-monocloropropandiolo (2-Mcpd) e i corrispondenti esteri degli acidi grassi. Le sostanze si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200°C). I più elevati livelli di Ge, come pure di 3-Mcpd e 2-Mcpd (compresi gli esteri) sono stati rinvenuti in oli di palma e grassi di palma, seguiti da altri oli e grassi, fa sapere l’Efsa. Per i consumatori di 3 anni di età e oltre, margarine e ‘dolci e torte’ sono risultati le principali fonti di esposizione a tutte le sostanze.
Il gruppo di esperti dell’Efsa sui contaminanti nella catena alimentare (Contam) ha esaminato le informazioni sulla tossicità del glicidolo (composto precursore dei Ge) per valutare il rischio dai Ge, ipotizzando una conversione completa degli esteri in glicidolo dopo l’ingestione. Helle Knutsen, presidente del gruppo Contam, ha spiegato: “Ci sono evidenze sufficienti che il glicidolo sia genotossico e cancerogeno, pertanto il gruppo Contam non ha stabilito un livello di sicurezza per i Ge”.
Nel valutare le sostanze genotossiche e cancerogene che sono presenti accidentalmente nella catena alimentare, l’Efsa calcola un cosiddetto ‘margine di esposizione’ per i consumatori. In generale, maggiore è questo margine, più basso è il livello di preoccupazione per i consumatori. Il gruppo ha concluso che i Ge sono un potenziale problema di salute per tutte le fasce d’età più basse e mediamente esposte, nonché per i consumatori di tutte le età che risultino fortemente esposti. “L’esposizione ai Ge dei bambini che consumino esclusivamente alimenti per lattanti costituisce motivo di particolare preoccupazione, in quanto è fino a 10 volte quella che sarebbero considerata di lieve preoccupazione per la salute pubblica”, ha detto Knutsen.
La disamina del gruppo ha messo in luce che i livelli di Ge negli oli e grassi di palma si sono dimezzati tra il 2010 e il 2015, grazie alle misure volontarie adottate dai produttori. Ciò ha contribuito a un calo importante dell’esposizione dei consumatori a dette sostanze.
“Abbiamo fissato una dose giornaliera tollerabile (Dgt) di 0,8 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno per 3-Mcpd e i suoi esteri degli acidi grassi sulla base delle evidenze che collegano questa sostanza a un danno d’organo nei test sugli animali”, ha aggiunto l’esperta. “Le informazioni tossicologiche – ha concluso – sono tuttavia troppo limitate per stabilire un livello di sicurezza per 2-Mcpd”. La stima della media e le esposizioni elevate al 3-Mcpd di entrambe le forme per le fasce di età più bassa, adolescenti compresi (fino a 18 anni di età), superano la Dgt e costituiscono un potenziale rischio per la salute.
L’olio di palma – evidenzia l’Efsa – contribuisce in maniera rilevante all’esposizione a 3-Mcpd e 2-Mcpd nella maggior parte dei soggetti. I livelli di 3-Mcpd e dei suoi esteri degli acidi grassi negli oli vegetali sono rimasti in gran parte invariati nel corso degli ultimi 5 anni.
L’Efsa precisa infine che questa valutazione del rischio fornirà informazioni utili ai gestori del rischio della Commissione europea e degli Stati membri, che regolamentano la sicurezza alimentare nell’Ue. Essi utilizzeranno la consulenza scientifica dell’autorità per riflettere su come gestire i potenziali rischi per i consumatori legati all’esposizione a tali sostanze negli alimenti.
Il gruppo scientifico ha inoltre espresso una serie di raccomandazioni affinché si conducano ulteriori ricerche per colmare le lacune nei dati e migliorare le conoscenze sulla tossicità di queste sostanze, in particolare di 2-Mcpd, e sull’esposizione dei consumatori a essi tramite l’alimentazione.

Condividi
Pubblicato da:
Redazione