Notizie Locali


SEZIONI
Catania 12°

In 'Mangia sano che ti passa' di Piero Barbanti e Emilio Jirillo connessione tra nutrizione e cefalea

Alimenti: ‘assolti’ e ‘condannati’ per mal di testa, libro fa processo a cibi

Di Redazione |

Roma, 11 mag. (AdnKronos Salute) – Il cibo come alleato nella lotta al mal di testa. Ma nel processo alla dieta dei 6 mln di italiani vittime di cefalea ci sono alimenti o comportamenti ‘assolti’ e altri ‘condannati’: tra i primi i formaggi, cioccolato, la frutta secca. Mentre tra i secondi, il digiuno, alcolici, salumi e gli aperitivi e ‘happy hour’. E’ quanto emerge dal libro ‘Mangia sano che ti passa’ (Edizioni Internazionali) a cura di Piero Barbanti ed Emilio Jirillo, rispettivamente responsabile del Centro per la diagnosi e terapia delle cefalee e del dolore dell’Irccs San Raffaele Pisana di Roma e professore ordinario di Immunologia dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari. Il volume è stato presentato oggi a Roma e ‘assolve’ con formula piena o ‘condanna’ i cibi sospettati, considerati i principali ‘killer’ del benessere di milioni di cefalalgici cronici. “Tra i condannati più famosi e che faranno senz’altro sospirare gli amanti della movida e delle notti brave, troviamo quindi gli alcolici e abitudini come aperitivi e happy hour – sottolineano gli autori – Insieme ai salumi, il digiuno è inoltre un colpevole universalmente riconosciuto. Assolti invece, per insufficienza di prove, i formaggi. Buone notizie per i golosi, poiché, nell’istruttoria contro cioccolato e frutta secca, il verdetto della corte è che ‘il fatto non costituisce reato'”. Il libro propone anche un abbecedario del mal di testa: ‘dalla A alla Z, tutti gli alimenti ritenuti a torto o a ragione nemici del mal di testa’. A come Alcol. Gli alcolici possono scatenare la cefalea in tutti ma soprattutto negli emicranici – sottolineano gli autori – La cefalea può comparire entro 3 ore dalla bevuta (cefalea immediata) o tra le 5 e le 12 ore successive (cefalea immediata). In questo ultimo caso le bevande più a rischio sono il vino bianco ed i liquori scuri (whisky, bourbon); B come bere molta acqua: berne poco facilita il mal di testa perché induce squilibri elettrolitici, disfunzioni energetiche, disturbi vegetativi e modificazioni dell’encefalo. L’iperidratazione (cioè incrementare di 1-1.5 litri l’apporto idrico rispetto al normale) sembra avere proprietà preventive nell’emicrania; C come cioccolato: non c’è alcuna evidenza scientifica che questo alimento provochi il mal di testa. La verità è che la fame di cioccolato è un tipico campanello d’allarme dell’arrivo della crisi emicranica in diversi soggetti. E ancora: D come digiuno, saltare un pasto o ritardarlo può indurre mal di testa in chiunque, ancor di più nell’emicranico ove rappresenta la terza causa scatenante dell’attacco; E com energia: non si deve rimanere mai senza ‘carburante’, facendo ‘pit-stop’ frequenti per ricaricarsi con pasti leggeri e frazionati – evidenzia il libro – F come alimenti freschi: i conservanti alimenti sono osservati speciali per la loro capacità di indurre attacchi di emicrania. G come ginko biloba, un suo estratto previene l’emicrania; H come happy hour, questa abitudine alimentare caratterizzata dal bere molti alcolici a stomaco vuoto o quasi sia un fattore di rischio per l’attacco di mal di testa; I come immunità, la nutrizione corretta può diventare immuno-nutrizione, ovvero contrastare i diversi meccanismi infiammatori alla base dell’emicrania; L come latticini, recentissimi studi dimostrano che alte dosi di vitamina D, presente nel latte e latticini, contribuiscono alla prevenzione dell’emicrania; M come sindrome metabolica, questo disturbo è più frequente in chi soffre di mal di testa e può comunque favorirne il peggioramento. N come nutraceutica, è una nuova e promettente frontiera per la cura dell’emicrania – sottolineano Barbanti ed Jirillo – anche in fasce deboli della popolazione come bambini e anziani; O come obesità, nel cefalalgico questa condizione può voler dire cronicizzazione del mal di testa; P come peperoncino, il suo principio attivo, la capsaicina, ha proprietà di legarsi al recettore Trpv1 posto sulle terminazioni trigeminali (responsabili del mal di testa) dapprima stimolandole, poi desensibilizzandole e producendo analgesia; R come riboflavina, (vitamina B2), contenuta in latte, formaggio, yogurt, lievito di birra, manzo, pollo e mandorle previene l’emicrania perché migliora il metabolismo energetico del neurone, potenziando l’attività dei suoi mitocondri. S come salumi, da sempre temuti come agenti scatenanti dell’emicrania, oggi sono meno criminalizzati dal momento che mancano prove scientifiche vere. I responsabili sarebbero – scrivono i due esperti – i nitriti, conservanti in grado di produrre ossido nitrico, detonatore dell’attacco emicranico. Una o 2 porzioni a settimana sono però consentite a chiunque. T come teina, è in grado di conferire attivazione psicofisica e analgesica. Le sostanze nervine a dosi opportune possono essere utili a risolvere un episodio di mal di testa e per tale motivo sono spesso presenti nei comuni analgesici; U come ubidecarenone, più noto come coenzima Q10 e contenuto in tonno, sardine, manzo, spinaci, soia, arachidi e noci. Ha un chiaro effetto di prevenzione sull’emicrania quando venga assunto a dosi molto elevate (300 mg/giorno) perché potenzia la produzione energetica della cellula nervosa. Infine, V come visione tolemaica: era la vecchia concezione che considerava gli alimenti come il pericolo intorno al quale ruotava il mal di testa. Questa visione è oggi sconfessata ed i nutrienti si rivelano invece strumenti efficaci di cura del cefalalgico. Integrare quindi, senza più privare – precisano gli autori del libro – Z come zuccheri, usati nelle giuste quantità è un potente carburante per il cervello. Attenzione quindi a ridurre da sé drammaticamente i livelli di carboidrati se si vuole perdere peso, specie se la giornata è fisicamente e mentalmente snervante e si soffre di mal di testa.

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA