Milano, 15 lug. (AdnKronos Salute) – Medici di emergenza urgenza mobilitati in massa, mezzi di soccorso pubblici e privati in campo, ospedali della regione allertati alla massima operatività. Dopo la strage di Nizza, già nel cuore della notte sono scattati i piani di emergenza: da un lato il ‘Plan Blanc’ per l’organizzazione della macchina dell’assistenza sanitaria negli ospedali, attivato dal Centro ospedaliero universitario per tutte le sue strutture, dall’altro il ‘Plan Orsec’ per la gestione dei soccorsi immediati sul posto. Il via vai di ambulanze e camion dei pompieri è proseguito per tutta la notte, con gli hotel di lusso come il Negresco che si trasformano in ‘ospedali da campo’.
In tutto sono 9 le strutture sanitarie coinvolte nella regione, riportano i media francesi, tra cui l’ospedale di Pasteur nel centro di Nizza che fin da subito ha raccolto il maggior numero di feriti, e l’ospedale pediatrico Lenval che ha preso in carico al momento più di 50 bambini. Secondo l’ultimo aggiornamento del ministero della sanità d’Oltralpe, sono in tutto 84 i morti e 188 i feriti ricoverati negli ospedali. Di questi, 48 sono in stato di “urgenza assoluta”, 25 dei quali in rianimazione.
In più siti è stato inoltre attivato un piano di supporto medico-psicologico per affiancare i pazienti e i loro familiari, e per aiutarli il ministero degli Affari esteri ha aperto una linea telefonica interministeriale.
Immediatamente dopo l’attentato, il ministro della Sanità francese Marisol Touraine è accorsa a Nizza per dare un segno di vicinanza a medici, infermieri, operatori sanitari e psicologi in campo all’ospedale di Pasteur.
Touraine ha lodato il servizio sanitario pubblico francese e ha sottolineato “la straordinaria reattività” della struttura e del suo personale. “Come abbiamo già potuto constatare il 13 novembre” in occasione degli attentati di Parigi e Saint-Denis, ha aggiunto, “gli operatori sanitari sono tornati spontaneamente al lavoro per salvare o tentare di salvare delle vite”. Il ministro ha anche evidenziato che il Plan Blanc “ha funzionato bene” e che “i feriti sono stati correttamente inviati verso gli ospedali in grado di accoglierli”. Mentre il Centro francese per il sangue (Efs) ha rassicurato sul livello delle riserve a disposizione, invitando i donatori ad aspettare qualche giorno prima di offrire il loro aiuto.
Oltre ai medici in prima linea sono impegnati in queste ore anche psicologi e psichiatri per assistere tutte le persone che pur non avendo riportato danni fisici gravi ed essendo state subito dimesse, rischiano di soffrire per le ‘ferite invisibili’ lasciate dal trauma dell’attacco. “Una vera carneficina”, come la definisce chi l’ha vissuta in prima persona.