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Vittoria, neonata morta a sei mesi. I legali della difesa: “La perizia dell’autopsia fa cadere l’accusa nei confronti dei genitori”

Serviranno altre indagini per accertare le colpe della morte

Di Salvo Martorana |

Serviranno altre indagini per accertare le colpe della morte della neonata di sei mesi avvenuta il 20 ottobre scorso a Vittoria. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Ragusa (nella foto) alla luce della perizia eseguita dal medico legale Maria Berlich a cui è stato dato l’incarico per effettuare l’autopsia. Nel registro degli indagati, per il reato ipotizzato di omicidio colposo, sono stati iscritti i genitori di 42 anni e 25 anni, entrambi nati in Marocco, residenti a Vittoria, difesi dagli avvocati Massimo Garofalo e Gianluca Nobile. Si tratta di un atto dovuto per svolgere l’autopsia eseguita nell’ambito dell’incidente probatorio chiesto dal pubblico ministero Ottavia Piccolo.

“La perizia – affermano gli avvocati Nobile e Garofalo – a nostro parere ha fatto cadere l’accusa nei confronti dei nostri assistiti visto che la colpa ipotizzata è quella di aver messo la bambina a dormire a pancia in giù, ma la dottoressa Berlich ha detto che la neonata aveva una polmonite da aspirazione e che è stato quello a provocare l’arresto cardio respiratorio, mentre l’essere messa a pancia in giù (a parte che non è provato perché la bambina aveva sei mesi, e quindi è perfettamente possibile che si sia spostata) non favorisce di per sé lo sviluppo di quella polmonite, ma aumenta il rischio di morte improvvisa in culla, cosa che non è successa in questo caso. Quasi sicuramente chiederemo approfondimenti su eventuali responsabilità mediche e comunque l’archiviazione per i nostri assistiti”.

Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Ragusa, Vincenzo Ignaccolo, ha chiuso l’incidente probatorio restituendo gli atti al pm. L’autopsia doveva accertare le cause della morte, l’ora e la posizione della bambina prima del decesso. C’era già stato un ricovero della piccola a maggio; prima al nosocomio di Vittoria e poi era stata trasferita in terapia intensiva neonatale al Giovanni Paolo II di Ragusa. Al momento delle dimissioni aveva avuto una emorragia per la quale era stata sottoposta a visite di controllo. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA