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Vittoria, i difensori degli indagati accusati del tentato omicidio dell’ex collaboratore di giustizia Di Martino si sono rivolti al Riesame

L'udienza a Catania è fissata per giovedì

Di Salvo Martorana |

Si sono rivolti al Tribunale del Riesame i difensori dei vittoriesi arrestati il 4 giugno scorso dalla polizia di Stato in quanto destinatari di tre fermi di indiziato di delitto emessi dalla Dda di Catania per “tentato omicidio aggravato e associazione mafiosa”. Si tratta di Biagio Cannizzo di 51 anni, Raffaele Giunta di 62, Alessandro Pardo di 48. Dopo la convalida del gip del Tribunale di Ragusa, il gip di Catania, Luca Lorenzetti, competente per materia, ha emesso quattro ordinanze; oltre ai tre fermati il mese scorso, il provvedimento è stato notificato anche ad un vittoriese di 33 anni, già in carcere per altro, per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. L’udienza davanti al Riesame di Catania è fissata per giovedì. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Di Stefano, Enrico Platania, Maurizio Catalano e Rosario Cognata.I tre fermi adottati in quanto agli indagati sono stati contestati, in concorso tra loro, i reati di tentato omicidio ai danni dell’ex collaboratore di giustizia Roberto Di Martino (nella foto), 62 anni, avvenuto il 25 aprile nella zona del cimitero di Vittoria. Le investigazioni avviate subito dopo il tentato omicidio, coordinate dalla Dda di Catania, hanno permesso di ipotizzare nei confronti delle persone fermate la responsabilità nella commissione dell’agguato, avvenuto con armi da fuoco, nonché la sussistenza di una pericolosa organizzazione criminale armata di stampo mafioso, riconducibile alla “stidda vittoriese”. E’ stato ritenuto che vi fosse l’obiettivo dell’eliminazione di persone che hanno collaborato con la Giustizia.

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