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Vertenza Versalis a Ragusa, il territorio si mobilita: ecco le reazioni

Dalla preoccupazione del vescovo La Placa alla proposta del sindaco Cassì

Di Redazione |

Le reazioni dopo la protesta dei lavoratori della Versalis che, questa mattina, con l’organizzazione da parte dei sindacati, hanno animato lo sciopero della durata di una giornata che è stato caratterizzato pure da un corteo (da piazza Libertà a piazza Poste).

La preoccupazione del vescovo La Placa

L’ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Ragusa ha spiegato, in una nota: “Il vescovo, mons. Giuseppe La Placa, anche attraverso l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e il Lavoro, segue con grande preoccupazione l’evolversi della situazione alla Eni Versalis che intende chiudere la produzione dello stabilimento di Ragusa il prossimo 31 dicembre. Nel ribadire la propria vicinanza alle famiglie e ai lavoratori dell’impianto e dell’indotto, il vescovo sollecita l’Eni, anche con il supporto del Governo, a valutare ogni ipotesi che possa garantire continuità produttiva al sito di Ragusa, magari sviluppando nuove linee in grado di assicurare una chimica più sostenibile e attenta alle esigenze dell’ambiente. In linea con quanto affermato dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali e datoriali nel corso della manifestazione di oggi, anche la Chiesa di Ragusa non accetta il disimpegno di una multinazionale delle dimensioni di Eni e l’impoverimento del tessuto industriale e delle tante imprese anche a conduzione familiare che traggono linfa dall’indotto. La presenza al corteo anche degli studenti dell’istituto industriale di Ragusa è un segnale di come Eni sia uno dei perni sui quali assicurare un presente produttivo e un futuro alla nostra economia. Ragusa, al pari degli altri territori interessati al Piano di trasformazione e rilancio della chimica predisposto da Eni, deve essere destinataria di nuovi investimenti cogliendo anche le opportunità offerte dalla fiscalità di vantaggio, e dalle risorse disponibili per la Coesione territoriale e la Transizione ecologica. Ragusa ha tutte le caratteristiche (collegamenti, basso tasso di criminalità, alto tasso di professionalità della forza lavoro, presenza di strutture universitarie per implementare la ricerca, possibilità di attivare fiscalità di vantaggio, posizione strategica al centro del Mediterraneo) per poter attrarre nuovi investimenti e potenziare il tessuto produttivo. A tutte le parti politiche, istituzionali e imprenditoriali, il vescovo chiede di rappresentare le esigenze di un territorio che non può permettersi di negare ai lavoratori e ai giovani la certezza del presente e la speranza del futuro”.

Il sindaco Cassì chiede di posticipare la chiusura di un anno

Il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, ha evidenziato: “Sulla vicenda della paventata chiusura dello stabilimento Versalis di Ragusa, parto dalla recente intervista del direttore operativo per la trasformazione industriale di Eni, l’ing. Giuseppe Ricci. “Mentre nel Siracusano è prevista una bioraffineria e un impianto per il riciclo chimico delle plastiche […] a Ragusa il discorso è diverso: La produzione del polietilene è fuori mercato, almeno quanto è anacronistico l’impianto al centro della città. Il piano prevede di fermarlo e piantare nel sito attività più leggere dal punto di vista industriale, ma da supporto al mercato futuro: centri di eccellenza, tecnologici di manutenzione, e attività sperimentali sulla circolarità. Il presidio lo terremo, quelli che dovranno sparire sono i camini”. Al di là del fatto che l’ingegnere evidentemente non conosce l’ubicazione dello stabilimento, mi pare chiaro come per alcuni siti ci sia un piano di riconversione industriale ben definito, con investimenti da centinaia di milioni di euro, e per Ragusa solo principi generali, dichiarazioni di intenti su cui si potrebbe anche concordare se tradotte in azioni concrete, che al momento non si vedono né si conoscono. Ad oggi, l’unica certezza è che l’impianto si ferma. Si ferma con pochissimo preavviso, si ferma danneggiando i lavoratori e si ferma paralizzando tutto l’indotto, a cominciare dal centinaio di autotrasportatori che ha recentemente acquisito nuovi mezzi proprio per andare incontro alle esigenze dell’azienda. Dovrebbero reinventarsi su altri e già saturi mercati? Dovrebbero trasferirsi con le loro famiglie dall’oggi al domani in un’altra regione Per questo non possiamo che essere al loro fianco fin dal primo momento e chiediamo innanzitutto una proroga di almeno un anno alla chiusura. Ragusa ha dato tanto al gruppo Eni, in termini di sfruttamento delle risorse, di lavoratori e di conseguenze ambientali, non possiamo semplicemente accettare un benservito. Ragusa non può sempre essere il territorio sacrificabile e ringrazio i sindaci dei Comuni Iblei che hanno aderito alla manifestazione odierna manifestando la propria vicinanza”.

La Cgil chiede un incontro con Schifani

“Sciopero generale che avremmo voluto evitare – è scritto in una nota della Cgil di Ragusa e della Cgil Sicilia oltre che della Filctem Ragusa – prendiamo atto del livello di consapevolezza delle lavoratrici e lavoratori del diretto e dell’indotto che hanno aderito al 100% fermando per 24 ore il sito “Versalis” presente a Ragusa. La Cgil e la Filctem Cgil congiuntamente a tutte le categorie del settore industria hanno promosso una partecipazione al corteo a sostegno dello sciopero generale, lo stesso ha visto la presenza dei lavoratori direttamente interessati e la solidarietà di tanti cittadini e studenti che ogni giorno di più comprendono il dramma economico e sociale che rischia di realizzarsi se ENI non modifica urgentemente il piano industriale. Esistono tante ragioni e tantissimi argomenti per mutare lo scenario che fra sei settimane la città di Ragusa potrebbe vivere . La vertenza deve assumere una dimensione nazionale perché la dismissione del sito di Ragusa azzera la chimica di base utile al Paese, l’attuale gruppo dirigente di Eni non può tradire il sogno di Mattei cioè coniugare alla crescita industriale anche la crescita sociale nei territori dove l’industria di Stato ha scelto di insediarsi dopo la seconda guerra mondiale. La sfida per una reale transizione ecologica non si materializza cancellando la storia industriale ma concertando una riconversione gentile dal volto umano e qui, di volti, ne abbiamo più di 300 tra diretto e indotto e sempre nella stessa città l’arretramento economico sarebbe senza precedenti e noi lavoriamo per creare, insieme ad Eni, altri precedenti ispirati a costruire senza distruggere. Lanciamo un appello per costuire una nuova stagione ricca di alleanza strategica che vedrà impegnate tutte le nostre energie per mettere insieme i cittadini che rivendicano e difendono la storia economica di Ragusa e più significativamente la Sicilia e il sud Italia. Il sindacato unitariamente ha già inoltrato una richiesta di incontro al Presidente della Regione Schifani e le categorie nazionali del settore chimica ed energia, al Governo Centrale, ad oggi attendiamo una data, perché Ragusa non può essere tagliata fuori dagli investimenti previsti da Eni dal piano industriale. Siamo consapevoli che la vertenza è appena iniziata e da subito deve assumere una rilevanza nazionale in grado di affrontare e risolvere. La questione meridionale non può essere riscritta da nessuno, figuriamoci dall’industria di stato che condivide le politiche industriali con il Governo nazionale”.

L’on. Abbate: “La politica si è già messa in movimento”

“Anche se non posso esserci fisicamente per impegni improrogabili che mi impongono di presiedere alla seduta odierna della prima commissione Affari Istituzionali, voglio esprimere tutta la mia vicinanza ai lavoratori della Versalis che stanno manifestando per il loro diritto al lavoro”. Così l’onorevole Ignazio Abbate da Palermo mentre è impegnato nell’approvazione del NaDefr (documento di economia e finanza regionale): “La mia vicinanza non è solo a parole. Insieme al collega onorevole Carta abbiamo già chiesto nei giorni scorsi l’istituzione di un tavolo tecnico apposito con i rappresentanti sindacali e della ditta avente ad oggetto la riqualificazione degli stabilimenti di Ragusa e Priolo. Inoltre, insieme agli altri parlamentari iblei, abbiamo chiesto un’audizione congiunta con la commissione Ambiente e Territorio e con la commissione Attività produttive per approfondire la tematica. I lavoratori devono sapere che il mondo politico si sta mobilitando in loro difesa”.

L’on. Dipasquale: “Il Governo regionale sia coerente con l’odg approvato dall’Ars giovedì scorso”

“Il Governo Schifani, coerentemente all’ordine del giorno approvato giovedì scorso dall’Assemblea Regionale Siciliana su proposta del Partito Democratico, intervenga urgentemente perché sia scongiurata la chiusura dei poli industriali della chimica di base a Ragusa e Priolo, prevista da Eni nel nuovo business plan della propria società Versalis”. È questo il senso della lettera che i deputati del gruppo parlamentare Pd Ars hanno inviato oggi al presidente della Regione, mentre a Ragusa e Priolo si svolgono iniziative sindacali di protesta nei confronti delle quali i dem siciliani manifestano la propria vicinanza e solidarietà.“Con la scusa della decarbonizzazione – dichiara l’on. Nello Dipasquale, primo firmatario dell’odg citato – l’Eni prevede di fare risparmiare ai propri azionisti, complessivamente, 3 miliardi di euro, ma il danno all’economia del Sud-Est siciliano è incalcolabile se si tiene conto che con la chiusura di Versalis e della chimica di base nell’isola sono a rischio non solo i posti di lavoro impiegati negli stabilimenti, ma centinaia di quelli dell’importante indotto. Per questo motivo l’Assemblea regionale siciliana ha sostenuto il nostro ordine del giorno con il quale si chiede al governatore di intervenire perché sia individuato un percorso alternativo alla dismissione degli impianti in un’ottica di riconversione ecologica con un piano graduale e sostenibile in grado di garantire i livelli occupazionali”. “Schifani agisca rispondendo coerentemente alle richieste del Parlamento siciliano – conclude – avviando un’interlocuzione con Eni e individuando nelle risorse Pnrr e Fsc quei fondi utili ad affiancare Eni nell’attuazione di nuovi percorsi strategici”.

L’on. Campo: “Ci batteremo con tutte le nostre forze per salvaguardare il sito”

“Siamo a fianco dei lavoratori di Versalis e di tutto l’indotto e ci batteremo con tutte le nostre forze per salvaguardare il futuro di tantissime famiglie che da anni vivono grazie alla presenza dello stabilimento”. Lo ha detto la deputata regionale del M5S, Stefania Campo, che questa mattina ha preso parte alla manifestazione indetta dai sindacati per scongiurare la chiusura degli impianti il prossimo 31 dicembre. “Oltre all’ordine del giorno approvato giovedì scorso all’Ars – dice Campo – chiediamo che si possa convocare presto anche l’audizione congiunta della III e IV Commissione affinché tutti i deputati e i gruppi parlamentari possano prendere parte ad una discussione che doveva essere programmata per tempo, perché a parole tutti siamo per le energie pulite ma gli ultimi governi regionali, con la solita improvvisazione, non sono riusciti a garantire la riconversione e quindi la salvaguardia dei posti di lavoro. Adesso si rischia una pressione sociale senza eguali pertanto chiediamo a Schifani di intervenire perché sia individuato un percorso alternativo alla dismissione degli impianti in un’ottica di riconversione ecologica con un piano graduale e sostenibile in grado di garantire i livelli occupazionali. Schifani agisca rispondendo coerentemente alle richieste del Parlamento siciliano – conclude – avviando un’interlocuzione con Eni e individuando nelle risorse comunitarie quei fondi utili ad affiancare Eni nell’attuazione di nuovi percorsi strategici”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA